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L'Oms denuncia le morti premature per inquinamento

L’inquinamento atmosferico, alla pari dei cambiamenti climatici, è in cima alla lista dei fattori di rischio ambientali per la salute umana. A dirlo è l’Oms.

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©arminstaudt / 123rf.com

Lo smog è una delle maggiori minacce per la salute

Siamo tutti – giustamente – concentrati nel contrasto al coronavirus, una pandemia che in meno di due anni si è lasciata alle spalle un tragico bilancio di 4,7 milioni di morti accertati.

 

Nel frattempo, silenziosamente, c’è un altro fattore che sottrae alla popolazione milioni di anni di vita in salute, per un totale di 7 milioni di morti premature ogni anno. È l’inquinamento atmosferico, posto ufficialmente dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in cima alla graduatoria dei rischi ambientali per la salute umana, alla pari dei cambiamenti climatici.

 

Respirare smog fin dall’infanzia può compromettere la crescita e la funzionalità dei polmoni, aggravare l’asma e favorire le infezioni respiratorie. Negli adulti invece la cardiopatia ischemica e l’ictus sono le principali cause di decesso direttamente riconducibili all’inquinamento atmosferico.

 

Le più recenti evidenze scientifiche suggeriscono che quest’ultimo influenzi anche l’insorgenza del diabete e di alcune patologie neurodegenerative, mettendolo quindi sullo stesso livello – in quanto a pericolosità – della dieta scorretta e del fumo di sigaretta.

 

Le nuove linee guida dell’Oms sull’inquinamento

È proprio con l’auspicio di “salvare milioni di vite” che l’Oms ha pubblicato le nuove linee guida relative a sei diversi inquinanti:

 

  • Due tipi di particolato atmosferico, cioè il PM₁₀ e il PM₂,₅. Entrambi possono penetrare nei polmoni, ma il secondo è talmente sottile da entrare nella circolazione sanguigna e raggiungere altri organi. Le cosiddette polveri sottili sono generate prevalentemente dalla combustione di motori a scoppio, impianti di riscaldamento e macchinari industriali, ma anche dall’agricoltura.
  • L’ozono (O₃) che si forma soprattutto d’estate e interessa ampi territori, anche fuori città.
  • Il diossido di azoto (NO₂) che si distingue perché ha un odore pungente e irrita gli occhi, la gola e le vie respiratorie.
  • L’anidride solforosa (SO₂), originata soprattutto dalla combustione del carbone e del petrolio. L’impatto del traffico è molto diminuito nel tempo, grazie all’affermazione di combustibili più efficienti.
  • Il monossido di carbonio (CO), un gas inodore, incolore, infiammabile e molto tossico.

 

Per ciascuno di essi le concentrazioni permesse in atmosfera sono state drasticamente sforbiciate rispetto alla precedente edizione, risalente al 2005.

 

L’aria pulita dovrebbe essere un diritto

Non si tratta soltanto di puri e semplici numeri: le linee guida infatti suggeriscono anche i metodi più efficaci per limitare il particolato atmosferico, all’esterno e all’interno delle case. Indicazioni di cui c’è molto bisogno soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito, più duramente minacciati dall’inquinamento atmosferico, ha sottolineato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.

 

L’aria pulita dovrebbe essere un diritto umano fondamentale e una condizione necessaria per società sane e produttive”; ha commentato il direttore generale dell’Oms per l’Europa, Hans Henri P. Kluge. “Eppure, nonostante alcuni miglioramenti nella qualità dell’aria raggiunti nel corso degli ultimi tre decenni, milioni di persone continuano a morire prematuramente, soprattutto tra i popoli più vulnerabili ed emarginati. Conosciamo le dimensioni del problema e sappiamo come risolverlo. Queste linee guida aggiornate forniscono ai decisori politici solide prove e gli strumenti necessari per affrontare questa minaccia sanitaria a lungo termine”.