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My octopus teacher

A conquistare l'Oscar 2021 per il Miglior documentario è My octopus teacher, la delicata e affascinante storia dell'amicizia tra un uomo e un polpo.

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©Andrea Izzotti / 123rf.com

My octopus teacher conquista l’Oscar

L’amicizia tra un uomo e un polpo. A riassumerla così sembra la trama di un film d’animazione Disney, ma in realtà è una storia reale. Talmente reale da essere stata raccontata in video giorno dopo giorno, incontro dopo incontro, fino a diventare un documentario.

 

Scritto e diretto da Pippa Ehrlich e James Reed e prodotto da Netflix, “My octopus teacher” (in italiano “Il mio amico in fondo al mare”) ha messo d’accordo pubblico e critica, facendo incetta di premi: dopo il Bafta, i Pwa Awards (Producers Guild of America Awards) e molti altri, è stato il turno del più ambito di tutti, l’Oscar 2021.

 

My octopus teacher, la trama

Il documentario si apre nel bel mezzo di un momento di crisi. Craig Foster, filmmaker e naturalista sudafricano, è esausto e demotivato in famiglia e sul lavoro. Decide quindi di prendersi una pausa da una quotidianità che lo sta mettendo a dura prova, facendo ritorno nel suo paese d’origine.

 

È lì, tra un’immersione e l’altra tra le foreste sottomarine di kelp, che scatta l’incontro casuale che cambierà il corso della sua storia. Si imbatte infatti in un polpo femmina – la sua octopus teacher, appunto – e inizia a seguire i suoi movimenti, munito solo di maschera da sub e telecamera.

 

Foster piano piano asseconda i ritmi dell’animale, segue le sue abitudini, capta la sua intelligenza. Fino al memorabile momento in cui, dopo tanti avvistamenti fugaci, il polpo gli si avvicina sfiorandolo con un tentacolo. Questa singolare amicizia, durata circa un anno, lo aiuta a riconciliarsi con la natura e ritrovare la serenità che sembrava aver perduto.

 

Le opinioni della critica

“My octopus teacher non è il primo documentario a farci immergere nella mistica flora e fauna degli oceani”, si legge su Hollywood Reporter. “Ma è il primo a fare la cronistoria di una singola creatura da una prospettiva così personale e sincera, rivelando non solo connessioni emotive ma anche comportamenti animali precedentemente sconosciuti agli scienziati”.

 

Per dare basi tangibili alle sue osservazioni empiriche, infatti, Foster ha interpellato anche alcuni esperti. La sua storia personale diventa così il pretesto per scoprire qualcosa di più sugli oceani, un mondo affascinante e ancora in parte ignoto.

 

È degno di nota anche il fatto che questo fortunato documentario si inserisca in un percorso più vasto. Quello di Sea change trust, fondato dallo stesso Foster nel 2012 insieme a Ross Frylinck, con l’obiettivo di avvicinare il pubblico ai preziosi ecosistemi del Sudafrica mediante un racconto appassionato e al tempo stesso scientificamente solido.