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I daini del Parco del Circeo

Preoccupazione degli animalisti in merito al destino dei daini del Parco nazionale del Circeo. Riprodottisi a dismisura negli ultimi decenni, sono l'oggetto di un Piano di controllo che ne prevede la riduzione del 30% l'anno per tre anni.

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©goldfinch4ever -123rf

Un tema attorno al quale si dibatte da tempo: il cospicuo numero di daini all'interno del Parco nazionale del Circeo desta da anni preoccupazioni, tanto da spingere nel 2017 l'amministrazione dell'area a realizzare un Piano gestionale di controllo del daino nella Foresta Demaniale.

A fronte di danni consistenti all'ecosistema, il Piano identifica nel contenimento della popolazione (con una riduzione del 30% l'anno per tre anni) la strada maestra per risolvere il problema. Per raggiungere tale scopo, sono state identificate alcune misure che hanno causato sgomento e sconforto tra gli animalisti.
 

Numero dei daini fuori controllo

I daini furono introdotti all'interno del territorio del Parco nel 1953, nell'ambito dei programmi di allevamento della selvaggina da ripopolamento svolti dall'ex Azienda di Stato delle Foreste Demaniali. 

Contenuti entro un grande recinto di 400 ettari, alcuni esemplari fuggirono, dando origine alla popolazione che occupa attualmente l'intera Foresta Demaniale. Oggi, si quantifica il numero di daini in circa 1.800 animali, presenti nei 3000 ettari di foresta, per una densità-mai registrata in Italia- di quasi 60 capi ogni 100 ettari. 

Secondo gli ultimi dati a disposizione (estate 2020), si stima che gli esemplari siano poco meno di 1.800; una densità che non è più compatibile con la conservazione della Foresta demaniale del Circeo, la più estesa foresta planiziale di origine naturale ancora presente in Italia” rivelano dati del Parco.

Per salvare la Foresta, uno dei suoi ecosistemi più pregiati per cui l'Ente fu istituito nel 1934, ma anche per prevenire problemi di ordine pubblico (incidenti stradali), sanitario (la popolazione potrebbe fungere da serbatoio di patogeni) ed economico (danni all'agricoltura), il Parco ha avviato - secondo quanto stabilito nella legge quadro sulle aree protette n.394/1991 - un programma di controllo del daino”.
 

Densità troppo alta, problematiche e rischi

Quattro, dunque, le principali problematiche individuate:

  • Danni all'ecosistema, per molteplici ragioni: eccessiva brucatura, scortecciamento e calpestamento del terreno; mancanza di rinnovazione della vegetazione (tutte le ghiande che cadono a terra o le nuove plantule sono immediatamente consumate); interferenze con le altre componenti faunistiche.
  • Aumento degli incidenti stradali nelle vie interne e limitrofe all'area.
  • Preoccupazioni di ordine sanitario, che vedono la popolazione di daini come potenziale bacino di agenti patogeni.
  • Danni alle colture, che costeggiano l'area.
     

Il Piano gestionale, fra buoni propositi e azione cruenta

Secondo quanto si legge nel Piano gestionale,  lo stesso “prevede una rilevante riduzione della densità di popolazione della specie che potrà attuarsi tramite diversi scenari. Tra questi, vi sono anche soluzioni non cruente che il Parco cercherà di attuare in via prioritaria”.

In particolare, l'ente Parco si è impegnato, nel 2020, a mettere in pratica “tutte le possibilità, non cruente e senza sparo, iscritte a vario titolo nel Piano per raggiungere l'obiettivo della diminuzione della popolazione di questa specie per ridurre la pressione sul territorio: spostamenti interni ed esterni, verifica su efficacia di sperimentazione farmaci immunocontraccettivi condivisa con organi competenti”.

Una promessa che stride parzialmente con i bandi pubblicati dall'amministrazione del Parco del Circeo con l'obiettivo di destinare gli esemplari di daino in eccesso.

  • Il primo è destinato all’acquisizione degli animali per scopi “ornamentali”: un “termine poco rispettoso della dignità animaleha riconosciuto l’ente Parco, “ma così riportato nella normativa”. Secondo il documento pubblicato, i daini saranno ceduti al concessionario sterilizzati e dotati di doppia marca auricolare. Le spese di sterilizzazione saranno a carico del destinatario, che dovrà altresì garantire spazi adeguati per gli animali. In seguito alla pubblicazione del bando, le adozioni sono state esigue, soltanto quaranta.
  • Il secondo bando riguarda la cessione di daini vivi per scopi alimentari, a costi minori- per i destinatari- rispetto a quelli previsti dal primo bando.
  • Il terzo si riferisce alla cessione dei daini catturati ad aziende agri-turistico-venatorie, affinché gli animali vengano eliminati tramite battute di caccia.
     

Le accuse dell'Oipa

Il Parco nazionale del Circeo non mantiene gli impegni e decide di assegnare anche ad aziende venatorie e alimentari i daini che catturerà nella foresta demaniale nell'ambito del il Piano gestionale di controllo del dainoha dichiarato l'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), ricordando gli impegni cruelty-free assunti dal Consiglio direttivo dell'ente.

Questi bandi rinnegano le promesse di contenere la popolazione dei daini del Circeo in maniera incruenta. Dopo aver garantito che avrebbe sperimentato una campagna di sterilizzazione, il Parco manda al macello gli esemplari prevedendone la cessione anche ad aziende faunistiche venatorie o ad allevamenti a scopo alimentare. Siamo basiti per questa decisione”.

Sulla scia di tale sdegno, Oipa ha dunque lanciato un appello per i daini che abitano la Foresta Demaniale del Circeo, dichiarata nel 1977 Riserva della Biosfera tutelata dall'Unesco. L'auspicio dell'organizzazione è che l'ente Parco rispetti le sue iniziali intenzioni sperimentando la sterilizzazione e annullando i due bandi che destinano gli esemplari catturati a un tragico epilogo.