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Glutine nella dieta del bambino: quando introdurlo

Generalmente, il glutine viene introdotto nella dieta del bambino intorno ai sei mesi. Ma esiste veramente un momento ideale per la prima pappa con glutine? Vediamo cosa dicono due studi recenti

Glutine nella dieta del bambino: quando introdurlo

Esiste un concetto, detto del "periodo-finestra", secondo cui il rischio di celiachia sarebbe minore laddove il glutine venga introdotto tra i 4 e i 6 mesi.

In realtà, le linee guida internazionali in materia di nutrizione del neonato consigliano di cominciare lo svezzamento a 6 mesi.

Sintetizzando, e stando a quanto consigliano generalmente i pediatri, si può affermare che, secondo la prassi corrente, l'introduzione del glutine nella dieta dei bambini avviene solitamente intorno ai 6 mesi. 

 

Che succede se si ritarda l'assunzione del glutine?

Una ricerca pubblicata il 2 ottobre 2014 sul New England Journal of Medicine, e condotto da un’equipe di medici italiani, ha valutato gli effetti dell’introduzione tardiva del glutine nella dieta del bambino.

Secondo i risultati dello studio, la tempistica nell’introduzione del glutine non avrebbe alcun ruolo nello sviluppo della celiachia nei bambini che non sono geneticamente predisposti, mentre, in quelli con rischio genetico, introdurre il glutine dopo il compimento dell’anno d’età aiuterebbe a ritardare la comparsa dell’intolleranza.

Stando, quindi, ai risultati della ricerca, sarebbe consigliabile ritardare l’introduzione del glutine nella dieta dei bambini geneticamente predisposti a sviluppare la celiachia, aspettando i 12 mesi d’età. La tempistica del primo approccio con il glutine, infatti, se non sembra incidere sul rischio di comparsa della celiachia, aiuterebbe quanto meno a ritardarne la manifestazione, elemento che deve essere considerato favorevole per il bambino. 

Lo studio sottolinea come il maggiore fattore predisponente per la celiachia sia di tipo genetico e non ambientale. I bambini con due copie del gene HLA-DQ-2 hanno il 38% di probabilità di essere celiaci, contro il 19% di quelli che non ne sono portatori. Con un esame del sangue alla nascita è quindi possibile individuare i bambini che presentano questo fattore di rischio.

Nei bambini geneticamente predisposti sarebbe, inoltre, consigliabile effettuare lo screening per la celiachia intorno ai 5-6 anni, cioè più o meno in coincidenza dell’inizio della scuola primaria.

È infatti dimostrato che l’intolleranza al glutine si manifesta spesso entro i primi tre anni di vita, quasi sempre entro i cinque-sei anni. Una diagnosi tempestiva aiuta ad evitare le conseguenze negative sullo sviluppo che la celiachia potrebbe avere.

 

Ma cosa sono le intolleranze alimentari?

 

Il cosidetto "periodo-finestra"

Sempre sul numero del 2 ottobre del New England Journal of Medicine, è stato pubblicato un altro studio, condotto da ricercatori svedesi, volto a verificare l'ipotesi secondo cui l'introduzione di piccole quantità di glutine nel periodo-finestra di 4-6 mesi potrebbe proteggere dalla celiachia in bambini con rischio elevato.

La ricerca ha concluso che l'introduzione di piccole quantità di glutine tra le 16 e le 24 settimane di vita non riduce il rischio di celiachia nella categoria di bambini analizzata.  

Questi risultati contraddicono quanto ipotizzato in precedenza e, probabilmente, sono necessari ulteriori ricerche per arrivare a esiti veramente conclusivi. Inoltre, lo studio si è concentrato sui bambini ad alto rischio e non ci dice niente in merito a quelli che, pur non essendolo, sviluppano comunque l'intolleranza al glutine.

Entrambi gli studi citati, comunque, possono essere considerati rassicuranti per i genitori in merito alla tempistica di introduzione del glutine nella dieta dei bambini. 

 

Sapevi che giugno è il mese dedicato all'intolleranze al glutine?

 

 

Per approfondire:

> L'alimentazione giusta per chi soffre di celiachia