Articolo

Simbologia del Dio Ganesh

Analizziamo uno degli dei più conosciuti e adorati del pantheon induista, quello con la testa di elefante: il Dio Ganesh. Scopriamo quanti significati si nascondono dietro ai suoi nomi e alle sue forme.

Simbologia del Dio Ganesh

Il dio Ganesh è, senza dubbio, uno dei più popolari in tutta l’India e anche al di fuori del territorio indiano.

E’ celebrato dall’Himalaya all’Adam’s Bridge ed è considerato uno dei dei piu’ propizi da venerare.

Ha una storia molto singolare e una quarantina di nomi, solo tenendo in considerazione i più diffusi: a fianco del nome Ganesh (o Ganesha), troviamo Ganapati (Signore degli dei), Akurath (colui che ha un topo per veicolo), Bhuvanpathi (Signore assoluto), Ekadanta (con un solo dente), Durja (invitto), Eshanputra (figlio di Shiva), Gajakarna (con le orecchie di elefante), Gaurisuta (figlio di Gauri), Kavisha (re dei poeti), Kripalu (compassionevole), Avighna (colui che rimuove gli ostacoli).

 

La simbologia nella cultura hindu

Nella cultura indiana, il nome e la forma, namarupa, sono due attributi importantissimi e rivelatori della verità interiore, due aspetti di essa, un po’ come nella fisica quantistica dove si palesa il dualismo particella-onda come duplice espressione della stessa entità: particella come forma e onda come vibrazione, quindi suono.

Prestiamo quindi attenzione ai simboli insiti nel nome e nella forma di questa divinità. Ma prima di addentrarci nell’iconografia, un po’ di storia.

 

Leggi anche La medicina ayurvedica >>

 

La storia del dio Ganesh

Non esiste un’unica versione coerente della storia del dio Ganesh, ma molte sfumate varianti. Riportiamo qui la più popolare: mentre Shiva era lontano da casa a combattere un demone elefantino, Gajasura, la dea Parvati, in procinto di farsi un bagno e bisognosa di un guardiano, ne costruì uno con pasta di curcuma (per questo Ganesh viene spesso rappresentato giallo) e vi insufflò dentro la vita.

Ebbe nascita Ganesh, fedelissimo guardiano della madre. Di ritorno a casa, Shiva si vide impossibilitato ad avvicinarsi alla propria consorte da questo potente sconosciuto al quale, dopo una lotta, tagliò la testa.

Parvati, infuriata, pianificò di distruggere tutta la creazione e Brahma convinse Shiva a riparare al danno. Egli lo fece rimpiazzando la testa di Ganesh con quella elefantina del nemico appena morto Gajasura. Conseguentemente, Shiva accettò Ganesh come prorpio figlio.

 

La simbologia del nome di Ganesh

Il nome Ganesh, come tutte le parole sanscrite, ha vari significati. Uno deriva dall’etimologia Gana + Isha, dove Gana rappresenta un gruppo di entità al servizio di Shiva e Isha sta per signore; pertanto significherebbe Signore delle truppe dei gana.

D’altra parte la sillaba Ga rappresenta l’intelletto propriamente detto, la buddhi, mentre la sillaba Na simboleggia la saggezza, la gnosi. Come detto Isha sta per Signore, pertanto secondo questa interpretazione Ganesh starebbe per Signore dell’intelletto e della gnosi.

 

Iconografia del dio Ganesh

Esistono varie forma di Ganesh, 32 per l’esattezza, ma le più classiche lo identificano come giallo rossastro, panciuto, con testa di elefante.

Analizziamone alcuni dettagli:

> Le orecchie grandi indicano la sua attitudine ad ascoltare le preghiere dei devoti; una delle sue 4 mani tiene una corda (o frusta), per tirare in alto le anime; il topo che lo accompagna sempre incarna il desiderio, Ganesh quindi è colui che controlla e siede sopra ai desideri;

> il cibo posto di fronte a lui simboleggia abbondanza materiale, deposta ai suoi piedi e della quale può disporre generosamente; il grosso ventre rappresenta la capacità di “digerire” tutti i tipi di energia che attraversano l’esistenza; un’altra mano mostra il palmo per benedire e proteggere il cammino spirituale;

> l’ascia che porta in una terza mano serve per tagliare i legami con l’ignoranza;

> i dolcetti che tiene nell’ultima mano rappresentano la beatitudine come premio di una vita saggia; la zanna mancante rappresenta la propensione al sacrificio per una buoan causa.

L’elefante è simbolo della Potenza primordiale e universale, ma nel caso di Genesh questa si manifesta bilanciata con la dolcezza ed un’attitudine gentile.

 

Le varie forme di Ganesh

Come detto può manifestarsi in molte forme, alcune infantili e gioiose, altre valorose e potenti, in genere colorate di rosso e piene di armi, in alcuni casi celibe mentre in altri accompagnato da una consorte.

Raramente ha due teste, talvolta viene rappresentato come uno yogi come suo padre; quando ha otto braccia è colui che rimuove gli ostacoli, qualche volta ha un fiore rampicante in mano ed è predisporto ad accettare offerte, quando è al servizio della Madre cavalca un leone e mostra fino a 5 teste, quando incarna l’abbondanza si presenta con monete d’oro e due donne ai fianchi.

Talvolta danza, altre volte siede su una vacca e mangia dei mango, segno di vittoria; qualche volta si presenta dorato e rappresenza la coscienza più altra, altre volte ha un loto in mano e svolge la funzione di liberatore, qualche volta il suo volto ha tratti leonine mentre altre volte si presenta composto di foglie verdi.

 

Leggi anche Cucina indiana, caratteristiche e alimenti principali >>