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Cannabis light: ora che succederà?

Dopo l'uscita del parere del Consiglio Superiore di Sanità, cerchiamo di delineare cosa si prospetta al disegno di legge sulla vendita della cannabis light.

Cannabis light: ora che succederà?

Argomento caldo, sulla bocca di molti, sempre scottante, che tende ad essere posto sotto luci diverse a seconda dell’orientamento del governo.

Talvolta considerata estremamente negativa, alla stregua delle droghe pesanti come l’eroina e la cocaine, talvolta invece sbandierata per le sue qualità farmaceutiche e terapeutiche.

Parliamo della cannabis. Recentemente il Consiglio Superiore di Sanità si è espresso in materia di legalizzazione della cannabis su richiesta del Ministero della Salute.

Ma cos’è il Consiglio Superiore di Sanità? Si tratta di un organo di consulenza scientifica a sui il Ministero della Salute si rivolge per pareri tecnici, o a cui si rivolgono le autorità giudiziare come organo di consulenza di settore in caso si contenziosi.

 

Il parere negativo sulla cannabis light

Nello specifico, recentemente il Consiglio Superiore di Sanità si è espresso sulla legalizzazione della cannabis emettendo un parere negativo e alquanto controverso e dibattuto da vari legali.

Sono appunto i legali di molti produttori di cannabis terapeutica ad essersi messi in moto per analizzare il parere del Consiglio Superiore di Sanità, deliberando che per come stanno adesso le cose, esso non ha un vero potere di veto sulla commercializzazione della cannabis light.

 

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I parametri di THC

Per tanto, de facto la legge sulla vendita e l’acquisto non cambia. Pare infatti che il Consiglio Superiore di Sanità non abbia considerato i corretti parametri stabiliti dall’Unione Europea in materia di cannabis light e soglie percentuali di THC: mentre in Europa si considera che la THC non abbia effetti sulla psiche fino ad una concentrazione dello 0.5 %, il Consiglio Superiore della Sanità ha arbitrariamente considerato una soglia dello 0.2%, contrariamente a quanto stabilito dale ricerche scientifiche portate avanti fino ad adesso.

Le motivazioni che hanno accompagnato il parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità possono dare il via ad una girandola di macchinazioni legali che spingano in ogni singolo caso l’accusa e la difesa a rivolgersi a ricercatori di parte che si diano battaglia nelle aule di tribunale con risultati ogni volta diversi.

All’atto pratico fino ad adesso, va detto che sono stati rispettati i parametri europei, con sequestri solo dei materiali con concentrazione di THC superiore allo 0.5% e restituzione dei materiali sequestrate quando questo fosse risultato inferiore a tale soglia.

Con tutto ciò che di positivo questo comporta: concorrenza alla mafia e alla criminalità, abbattimento dei prezzi del materiale illegale, aumento degli introiti per il governo grazie alla fiscalità applicata ai produttori e ai grandi investimenti fatti nel settore, diminuzione del capitale annuo ogni anno esportato in Olanda e in altri paesi dove il consumo di cannabis è legale e regolamentato.

A conti fatti quindi, sembra prorpio che il Consiglio Superiore di Sanità abbia contro non solo i legali dei produttori di cannabis light e addirittura la neo Ministra della Salute, ma anche il buon senso.

 

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Foto: iriana88w / 123rf.com