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Si aprono le candidature per Youth4Climate

I ragazzi di tutto il mondo hanno la possibilità di discutere sul futuro del clima con i rappresentanti dei governi che parteciperanno alla Cop 26. Per candidarsi c’è tempo fino al 1° marzo.

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©Jozef Polc / 123rf.com

I giovani, paladini del clima

“Prima di iniziare a protestare non riponevo troppe speranze nei miei coetanei, li credevo pigri ed egoisti, ma poi mi sono dovuta ricredere perché in realtà sono numerosissimi i giovani appassionati di queste tematiche, giovani che vogliono cambiare le cose”. Sono le parole dell’attivista svedese Greta Thunberg, intervistata da Sky Tg24. Quest’impegno, spiega, è alimentato dal fatto di “affrontare una crisi che mette a rischio la nostra vita, ignorata per decenni”.

 

È anche merito di Greta se, da un capo all’altro del Pianeta, i giovani hanno fatto fronte comune per chiedere a gran voce azioni più incisive per fermare i cambiamenti climatici. Ed è anche merito suo se governi e organismi sovranazionali sono stati costretti a prendere in considerazione queste istanze.

 

Anche secondo il nostro ministro dell’Ambiente uscente, Sergio Costa, i giovani “in questi ultimi anni sono stati portabandiera nella battaglia per la lotta contro il global warming e per la sostenibilità ambientale. Da loro sono giunti gli stimoli più forti e costruttivi alla classe dirigente mondiale”. Da qui la sua promessa: “A loro intendiamo dare voce, rilievo e visibilità in vista della conferenza sul clima di fine anno”.

 

Appuntamento a settembre con Youth4Climate

L’appuntamento da segnare in agenda si chiama Youth4Climate: Driving Ambition ed è in programma tra il 28 e il 30 settembre 2021.

 

A Milano si riuniranno circa quattrocento ragazzi (due per ciascuno dei 197 Paesi aderenti alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, Unfccc). Durante i primi due giorni saranno impegnati nei gruppi di lavoro tematici, mentre nella giornata conclusiva incontreranno i rappresentanti dei governi partecipanti alla Cop 26, la Conferenza delle parti sul clima che si terrà a novembre a Glasgow.

 

“I risultati dell’incontro tra i giovani leader saranno raccolti in una Dichiarazione finale, che sarà illustrata e discussa alla Conferenza preparatoria e dunque recepita nel processo che condurrà alla Conferenza della Parti di Glasgow”, si legge nella nota con cui il ministero dell’Ambiente illustra l’iniziativa.

 

Un’occasione imperdibile per dimostrare che, oltre a scendere nelle piazze (fisiche e virtuali) per contestare l’inerzia della classe dirigente, gli studenti hanno le competenze, la creatività e l’intraprendenza per proporre delle valide alternative.

 

Le candidature sono già aperte e potranno essere presentate entro il 1° marzo. I requisiti? Avere un’età compresa fra i 15 e i 19 anni, far parte di un gruppo, associazione o impresa, e raccontare le attività già svolte in difesa del clima e dello sviluppo sostenibile.

 

Il ruolo dell’Italia alla Cop 26

Se è vero infatti che i negoziati veri e propri della Cop 26 si terranno nel Regno Unito, all’Italia spetta il compito di coordinare le varie iniziative rivolte ai giovani

 

Il percorso di Youth4Climate infatti è già iniziato con una serie di webinar che vedono di volta in volta tre giovani a confronto con due esponenti delle istituzioni internazionali. A moderarli, Salina Abraha (presidente uscente dell’International Forestry Students' Association) e Ahmed Badr (poeta e scrittore). Ma in realtà tutte le persone connesse sono libere di intervenire per condividere opinioni e spunti.

 

L’Italia ospiterà anche la Pre-Cop, cioè la riunione preparatoria che si tiene un mese prima della Cop 26. All’appuntamento partecipano 35-40 paesi, i rappresentanti del segretariato Unfcc, i presidenti degli organi sussidiari della Convenzione e altri stakeholder strategici.

 

Un prezioso scambio di vedute informale che permette di allinearsi sulle tematiche che saranno al centro dei negoziati. Dopo lunghe esitazioni e il rinvio di un anno per la pandemia, infatti, non c’è più tempo da perdere. Abbattere le emissioni non è “solo” una necessità, ormai è anche un’urgenza.