Intervista

UAM.tv, la piattaforma streaming per contenuti indipendenti

Nata nel 2019, UAM.TV offre film e documentari indipendenti, che difficilmente troverebbero posto nello scenario mainstream dell'audiovisivo nazionale.

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©Thomas Torelli

Chi si è avvicinato al mondo dei documentari – almeno in Italia – sa che le produzioni indipendenti producono film straordinari che però rischiano di passare inosservati.

Vuoi per i limiti della distribuzione, vuoi per la voglia di intrattenimento che richiede “poco impegno” da parte del pubblico fruitore, i documentari e le produzioni di film indipendenti trovano poco spazio nel palinsesto audiovisivo nazionale.

Da oggi c’è però uno strumento in più, anzi una piattaforma, che prova a colmare in parte questo “vuoto” offrendo contenuti diversi dal mainstream. Si chiama UAM.TV e abbiamo intervistato il suo fondatore, Thomas Torelli.
 

Innanzitutto, partiamo dal raccontare che cos’è UAM.TV.

UAM.TV è una web tv indipendente, nata il 18 novembre 2019, che permette di guardare in streaming i contenuti presenti sulla piattaforma.

UAM nasce per colmare quel vuoto in cui si perdono ogni anno centinaia di progetti audiovisivi, che sfuggono alle regole di mercato e che il più delle volte rappresenterebbero punti di partenza per un arricchimento spirituale e culturale per ciascuno di noi.

Un palinsesto con film e documentari italiani e internazionali inediti selezionati tra i più importanti festival del mondo, approfondimenti a tema scientifico, filosofico, medico oltre a un tg in cui diamo spazio alle buone notizie.
 

Cosa significa UAM?

UAM sta per Un Altro Mondo, che è il titolo di un mio documentario.
 

Perché anche tu sei un documentarista… Raccontaci come è nata l’idea di UAM.

L’idea è nata girando per l’Italia presentando appunto i miei lavori. Mi sono reso conto che c’è un pubblico interessato molto vasto al di fuori dei circuiti mainstream. Ad esempio le ultime serate a cui ho partecipato avevano fatto il sold-out, a dimostrazione di questo interesse.

Quindi mi accorsi che mancava una piattaforma per autori indipendenti i cui film o documentari vengono trasmessi solo nei festival oppure in piccole sale e poi spariscono dalla circolazione. Così ho creato UAM.
 

Che tipo di offerta si trova sulla piattaforma?

Noi andiamo oltre il semplice intrattenimento. C’è questa idea, ormai consolidatasi, che l’intrattenimento non debba lasciare nulla ma solo, appunto, intrattenere.

I contenuti selezionati dalla nostra piattaforma dimostra il contrario: si possono avere film bellissimi che facciano allo stesso tempo riflettere e quindi lasciare qualcosa in chi guarda.

Accanto ai film e ai documentari ci sono poi una serie di seminari e conferenze a cui si può accedere con lo stesso abbonamento.
 

Parliamo di abbonamento. Quanto costa e come si finanzia UAM?

Noi sopravviviamo grazie agli abbonamenti. Abbiamo qualche sponsor – che potete trovare indicato sul sito – ma il 90% degli introiti arrivano dagli attuali 4800 abbonati.

1200 di questi ci hanno dato una mano sottoscrivendo un abbonamento durante la fase di partenza, quando lanciammo un crowdfunding.
 

E ora su cosa state puntando? La maggior parte delle piattaforme in streaming produce serie originali. Voi come vi ponete su questo fronte?

Oltre a popolare la piattaforma con una selezione rigorosa (abbiamo due persone nello staff che si occupano di questo) abbiamo comprato i diritti per film stranieri che abbiamo sottotitolato noi.

Non abbiamo le risorse per ora per produrre delle serie però abbiamo inserito serie documentaristiche e in futuro stiamo valutando la realizzazione di una serie tutta nostra a partire dalle riprese del mio ultimo documentario.
 

Puoi anticiparci di che cosa si tratta?

A breve uscirà il mio ultimo documentario, che si chiama “Il sentiero della gioia” e anche per questo c'è una raccolta fondi in corso. Dato che ho realizzato molte riprese, parte di queste verranno usate appunto per produrre una serie.

La storia verte sul senso della gioia, appunto, che abbiamo cercato di sondare anche dal punto di vista scientifico: siamo esseri elettromagnetici e le nostre frequenze cambiano a seconda dell’umore.
 

Tu abiti a Roma ma lavori in campagna. E questo il tuo “altro mondo” personale?

In qualche modo sì. Penso di essere uno dei pochi che fa pendolarismo al contrario: abito a Roma ma ho l’ufficio a Cerveteri, dove ho anche un orto e una vigna.

Amo stare nella natura e credo fortemente che l’uomo debba ristabilire un forte legame con essa: la nostra visione antropocentrica del mondo ci ha allontanato dai valori che ancora oggi possiamo riscoprire nelle popolazioni indigene.

Se è vero che c’è vita in tutte le cose, dobbiamo fermare la distruzione in corso del nostro pianeta. I pellerossa vivevano come se il mondo gli fosse stato dato in prestito dai genitori; noi invece ci comportiamo come se non dovessimo lasciare niente ai nostri figli. Ecco, questa visione ecologica abbraccia anche i contenuti di UAM.