Lo sfruttamento dei lavoratori stagionali agricoli
È bella l’estate e sono belli i prodotti della terra. Belli e buoni, soprattutto in Italia, dove le condizioni geografiche permettono di coltivare frutta e verdura di ottima qualità e in grandi quantità.
I mercati sono una festa di colori e di sapori, ma tanta bellezza e abbondanza nasconde - in alcuni casi - un'ombra oscura. Primavera ed estate sono periodo di grande lavoro per gli stagionali dell’agricoltura. A migliaia sono impiegati nella raccolta delle più svariate varietà di frutta e verdura.
Il mercato del lavoro prevede la figura del bracciante stagionale con un suo contratto di lavoro ma non mancano le - purtroppo tante - situazioni di manodopera sottopagata e sfruttata dal caporalato e dall’”agromafia”.
Gli incidenti sul lavoro aumentano in estate a danno di questa categoria di lavoratori: nel 2018 la notizia fu quella di un furgoncino coinvolto in un incidente in cui persero la vita 12 persone. Ma molte altre storie restano nel silenzio.
Le morti per fatica e stenti sono nascoste, così come spesso è sconosciuto il vero compenso e i reali turni di lavoro e le condizioni generali di questi lavoratori. Costretti a lavorare in condizioni estreme, per molte (troppe) ore consecutive, pagati a posteriori e a cottimo benché regolarmente intestatari di regolare contratto (raramente rispettato), stipati in complessi abitativi che sono veri e propri ghetti ai margini dei campi di coltura, dove mancano le basilari misure igieniche.
Questo è il volto nascosto del cibo di cui ci nutriamo, che arriva sulle nostre tavole a prezzi molto bassi, e che spesso ci permettiamo anche di sprecare. Questo è il lavoro grigio.
La grande distribuzione agroalimentare mantiene i prezzi molto bassi, obbligando i produttori diretti ad abbassare, a loro volta, il costo del lavoro. Un prezzo che in molti non sono più disposti a sostenere.