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Olivo italiano, un tesoro da tutelare

L'olio di oliva italiano fa registrare un calo di produzione che lo fa scivolare al terzo posto al mondo, dietro Spagna e Grecia. Un dato preoccupante, che ribadisce la necessità di tutelare l'immenso patrimonio olivicolo nazionale, eccellenza e vanto del panorama agroalimentare tricolore.

Difendere l'olivo italiano

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©gregorylee / 123rf.com

Fra le eccellenze del panorama alimentare tricolore, c'è indubbiamente l'olio di oliva. Eppure, questo fiore all'occhiello del made in Italy fa registrare, per il secondo anno consecutivo, un trend negativo nella produzione che lo fa scivolare al terzo posto dopo Spagna e Grecia. Un dato - diffuso dal Coi (Consiglio oleicolo internazionale) - che preoccupa, anche a fronte del fatto che il nostro Paese rimane primo importatore e consumatore di olio. 
 

Olio italiano in pericolo, perché preoccuparsi

La domanda di olio in Italia è la più alta al mondo. Secondo dati Slow Food, la produzione media italiana degli ultimi anni è largamente insufficiente al fabbisogno italiano, costringendo ogni anno a importare ogni anno circa 550.000 tonnellate di olio di oliva

 

Così, colonizzato da prodotti di importazione a prezzi più bassi, il mercato tende a premiare oli non italiani di qualità scarsa, con ulteriori ripercussioni sull'olivicoltura tradizionale italiana.

La forte riduzione della nostra produzione è ormai diventata endemica - ha affermato alle agenzie di stampa Walter Placida, presidente della Federazione (FNP) olivicola nazionale di Confagricoltura -. Occorre risolverla presto con un approccio pragmatico e fattivo. Siamo diventati il terzo Paese produttore dopo Spagna e Grecia, rimanendo primi importatori e consumatori. La nostra olivicoltura è un patrimonio inimitabile che vive difficoltà strutturali e commerciali nonostante la qualità dei prodotti”. 

Una qualità che trae origine e forza dall'immenso tesoro di biodiversità degli oliveti distribuiti sul nostro territorio. “Siamo primi al mondo per biodiversità, con oltre 500 cultivar che danno vita ad oli con profili aromatici unici nel panorama mondiale” ha continuato Placida, che auspica un programma mirato al sostegno del settore. 

E' necessario un Piano olivicolo nazionale che consenta di impiantare nuovi oliveti e recuperare quelli abbandonati. Serve garantire, su tutto il territorio nazionale, valore al lavoro dei nostri agricoltori, riconoscendo un giusto sostegno alla filiera agricola impegnata nella produzione di un olio extravergine di oliva di qualità, garantendo un prezzo equo, adeguato e remunerativo”.
 

Supporto all'olio italiano, cosa prevede la PAC

Intervenuto agli Evoo Days (5-6 luglio 2021) - forum per il networking della filiera dell’olio extravergine di qualità- l'eurodeputato e coordinatore del Gruppo S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro ha dichiarato alla stampa: “La Pac, seconda voce di spesa dopo il Recovery Plan nel bilancio europeo, ha subito una riduzione complessiva dei fondi disponibili, ma siamo riusciti a confermare i 34 milioni di euro destinati alle associazioni italiane dell’olio di oliva“.  

Il regolamento europeo sulle pratiche sleali” ha aggiunto “può essere molto utile anche al settore olio per riequilibrare i rapporti tra produttori e Gdo”. Alcuni Paesi l’hanno già recepito nel loro ordinamento, in Italia si attende che i ministeri delle Politiche agricole e dello Sviluppo economico trovino un’intesa per la sua piena applicazione.
 

Associazioni e istituzioni in difesa dell'olio italiano

A fronte della crisi che l'immenso patrimonio di olivi contadini e frantoiani si trova a vivere da tempo, sono diverse le organizzazioni che si impegnano quotidianamente per difenderne l'esistenza e la qualità. Ecco istituzioni e associazioni che lavorano per tutelare uno dei settori distintivi dell'eccellenza alimentare italiana.

  • Il CRA-OLI (Centro di Ricerca per l’Olivicoltura e l’Industria Olearia) si dedica alla biologia, alla genetica, al miglioramento genetico e alla selezione varietale dell’olivo. Studia le tecniche di coltivazione e di difesa della specie con particolare riferimento alle tecniche di produzione integrata e biologica. Sviluppa attività di ricerca relative alla raccolta, conservazione e relativa chimica del frutto, sia per la trasformazione in olio che per il consumo fresco. Si occupa inoltre della caratterizzazione delle cultivar locali, in un'ottica di valorizzazione del binomio territorio-prodotto.
  • Accademia nazionale dell'olivo e dell'olio: promuove studi, ricerche e discussioni sui maggiori problemi concernenti l'olivo e i suoi prodotti, organizzando convegni e seminari in merito a difficoltà di ordine tecnico-economico, giuridico e nutrizionale nel quadro dell’agricoltura, dell'economia nazionale e internazionale.
  • Slow Food Italia: l'impegno dell'associazione si concentra sul sostegno ai piccoli produttori locali che, nonostante "un mercato dominato dai grandi marchi commerciali che hanno interesse a comunicare al mondo dei consumatori esclusivamente il prezzo” e di “una legislazione (e una burocrazia) che non fanno alcuna distinzione fra piccole realtà produttive e grandi marchi commerciali”, mantengono in vita il patrimonio olivicolo nazionale. A tale scopo, è nato il Presidio nazionale dell’olio extravergine che intende, da un lato, testimoniare che l'olivicoltura nazionale di qualità è fortemente a rischio, dall'altro richiamare l’attenzione sulla qualità degli oli prodotti.