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17 giugno: giornata mondiale contro la desertificazione

Il tema di quest’anno, Food, Feed, Fibre, è stato scelto per sensibilizzare la popolazione mondiale sui legami che intercorrono tra suolo, territorio e cambiamenti climatici. Un problema che riguarda anche l'Italia.

Desertificazione

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©piccaya / 123rf.com

Il 17 giugno si celebra la Giornata Mondiale per la lotta contro la desertificazione. Istituita nel 1995 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, questa ricorrenza è volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla responsabilità collettiva nell’utilizzo sostenibile dell’acqua, così da contrastare e prevenire la desertificazione e gli effetti nocivi della siccità.

 

Il tutto promuovendo anche la tutela della biodiversità e la sicurezza delle popolazioni minacciate dal degrado del suolo. Non a caso, infatti, l’attivista svedese Greta Thunberg in una recente intervista ha dichiarato: “La crisi climatica è la più grande problematica che l’umanità si sia mai trovata ad affrontare. Se non facciamo niente saremo inevitabilmente rovinati”. 
 

L’edizione 2020 Food-Feed-Fibre

Il tema di questa edizione, Food-Feed-Fibre, cercherà di sensibilizzare l’opinione pubblica sui forti legami che intercorrono tra territorio, suolo, biodiversità e cambiamenti climatici.

 

In occasione della celebrazione la Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione (UNCCD) ha organizzato un evento online e ha promosso una serie di cortometraggi su Youtube.

 

Inoltre, è stato anche indetto un concorso rivolto ai giovani tra i 15 e i 30 anni. Nello specifico, i concorrenti dovranno presentare un breve testo corredato da una foto o da un video proponendo una soluzione innovativa e creativa per limitare l'impronta negativa che l'uomo sta lasciando sul territorio. Il tutto utilizzando l’hastag #UNCCDLandHeroes. 

 

Riscaldamento globale ed estensione dei deserti

Il tema dell'estensione dei deserti, dunque, è quanto mai attuale, nonché strettamente legato anche al riscaldamento globale causato dall’aumento del gas serra nell’atmosfera e alle conseguenze negative che esso comporta sull’ambiente.

 

A tal proposito, ad esempio, un recente studio condotto dai ricercatori dell'Università americana del Maryland e pubblicato sul Journal of Climate ha evidenziato come nell’ultimo secolo la superficie del Sahara sia aumentata del 10%. E che tale dato sia destinato a peggiorare ulteriormente nei prossimi cent’anni. 

 

A risentire particolarmente di tale aumento sono e saranno principalmente la fauna e la flora, che in determinate zone ora si trovano minacciate. Gli studiosi, infatti, hanno ipotizzato che entro i prossimi trent’anni la metà dei 20.000 esemplari che attualmente vivono in tale habitat rischierà l'estinzione.
 

Il problema della desertificazione in Italia

Ma neanche l’Italia (soprattutto il Meridione) è esente dal problema della desertificazione: in Basilicata, ad esempio, i cambiamenti climatici e le pratiche agronomiche forzate stanno mettendo a rischio il 55 per cento del territorio. L’allarme è stato lanciato dall’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi) che ha evidenziato come la superficie agricola lucana negli ultimi anni sia diminuita di ben 64.611 ettari (circa il 12%). 

 

Si deve porre un freno ad un uso dissennato e confuso del suolo agrario – ha evidenziato Donato Destefano, vicepresidente nazionale Anbi e direttore regionale della Cia-Agricoltori – puntando ad una gestione accorta degli insediamenti e accrescendo la funzione dell’agricoltura”. 
 

Ridurre l'impatto ambientale in vista del futuro

La desertificazione è un fenomeno strettamente legato alle variazioni climatiche, ma anche allo sfruttamento eccessivo e inadeguato della terra, a comportamenti errati e alla deforestazione

 

In questo periodo di emergenza sanitaria, dunque, la Giornata Mondiale contro la desertificazione acquista ulteriore valore non solo per sensibilizzare l’opinione pubblica, ma anche per sottolineare l’esigenza di rafforzare ulteriormente i sistemi alimentari e idrici più deboli, così da contribuire a ridurre gli effetti della pandemia sulla povertà globale.

 

Per far sì che la terra possa soddisfare le esigenze dell’intera popolazione mondiale, infatti, è necessario modificare stili di vita errati, educando al tempo stesso gli individui a ridurre il proprio impatto ambientale e ad adottare una pianificazione più efficiente delle pratiche sostenibili.