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Facebook azzera le emissioni

Facebook ha azzerato le sue emissioni nette, anche grazie a un imponente piano di investimenti nelle energie rinnovabili. Ad annunciarlo è Mark Zuckerberg in occasione della Giornata della Terra.

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©Askar Karimullin / 123rf.com

Emissioni zero per Facebook

L’annuncio è arrivato da Mark Zuckerberg in persona, con qualche giorno di anticipo sulla Giornata della Terra del 22 aprile 2021: Facebook ha azzerato le emissioni nette di gas serra legate alle proprie operazioni. Nel 2018 l’azienda aveva promesso di sforbiciare le emissioni del 75% entro il 2020, ma tale obiettivo è stato raggiunto e superato arrivando al -94%. 

 

Questo risultato è stato reso possibile da massicci investimenti nelle fonti rinnovabili, che ad oggi coprono il 100% del fabbisogno energetico dell’azienda. “Siamo uno dei più grandi acquirenti di energia pulita al mondo, il che corrisponde a 8 miliardi di dollari investiti in 63 progetti solari ed eolici in tutto il mondo, con la creazione di decine di migliaia di posti di lavoro”, chiosa Zuckerberg.

 

Così facendo, Facebook spiana la strada per il suo ambizioso piano climatico per il 2030. La strategia prevede di azzerare non solo le emissioni nette generate direttamente dalle sedi e dalle attività di Facebook, ma anche quelle connesse a tutta la catena del valore. Un percorso coerente con l’Accordo di Parigi che auspica di fare “tutto il possibile” per contenere l’aumento delle temperature medie globali entro gli 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali.

 

Come si misurano le emissioni di gas serra

Quando si parla di abbattere (o addirittura azzerare) le emissioni di gas serra, bisogna innanzitutto chiarire quali emissioni. La metodologia in uso le suddivide in tre cerchie, chiamate Scope:

 

  • Scope 1: sono i gas serra emessi direttamente dagli impianti e dalle strutture di proprietà dell’organizzazione, come fabbriche e uffici.
  • Scope 2: in questa categoria invece rientrano le emissioni dovute alla produzione di energia che l’azienda acquista (elettricità, vapore e calore).
  • Scope 3: questa è la cerchia più ampia perché include tutte le emissioni che sono dovute alle attività dell’azienda, ma indirettamente. Qualche esempio? L’estrazione e la produzione dei materiali acquistati, le trasferte dei dipendenti, il trasporto delle merci, le operazioni dei fornitori e così via.

 

Finora Facebook ha azzerato le emissioni nette dello Scope 1 e dello Scope 2 e di qui in avanti dovrà fare lo stesso con lo Scope 3.

 

Cosa significa azzerare le emissioni nette

Facebook è in buona compagnia. Dopo Google, la prima a diventare carbon neutral già nel 2007, altre decine di colossi dell’economia hanno promesso di azzerare le proprie emissioni nette; da Ford ad American Airlines, da Barclays a Unilever.

 

Questo percorso di cambiamento investe l’organizzazione nel suo insieme e si svolge in tre fasi. Innanzitutto bisogna misurare le emissioni, andando a identificare le fonti e i punti critici. Dopodiché bisogna ridurle attraverso interventi mirati: installazione di pannelli fotovoltaici, sostituzione dei veicoli aziendali con modelli elettrici, conversione degli stabilimenti produttivi.

 

Va da sé però che si emetterà sempre una certa quantità di emissioni, seppur ridotta al minimo indispensabile. È qui che interviene il terzo passaggio, la compensazione: l’azienda va a bilanciare la CO2 che ha emesso sostenendo economicamente alcuni progetti che la rimuovono dall’atmosfera. L’esempio da manuale è la riforestazione.

 

La compensazione però dev’essere la chiusura del cerchio, non il suo principio. Se così non fosse, si finirebbe per comprare il proprio diritto a inquinare e il Pianeta ne beneficerebbe poco o nulla. Anche in questo caso, quindi, è la serietà dell’azienda a fare la differenza.