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La neurobiologia vegetale

La neurobiologia vegetale studia la capacità delle piante di recepire stimoli dall'ambiente e rielaborare le informazioni per la sopravvivenza: si tratterebbe di vere e proprie capacità cognitive dei vegetali.

La neurobiologia vegetale

La neurobiologia vegetale è una nuova disciplina scientifica che studia le capacità cognitive delle piante. In particolare come le piante ricevono i segnali dall'ambiente, come rielaborano le informazioni e come decidono le soluzioni da attuare per la loro sopravvivenza.

Per capire la definizione di neurobiologia vegetale andiamo a conoscere cosa viene inteso per neurobiologia.

Con questo termine viene indicata quella branca specialistica della biologia relativa allo studio del sistema nervoso ed in particolare la conoscenza della sua unità fondamentale la cellula nervosa.

Questa cellula nervosa è chiamata neurone e la neurobiologia studia appunto come nascono i neuroni, come sono organizzati, come funzionano, come invecchiano e muoiono all’interno del corpo umano o in quello degli animali.

Nelle piante sino ad ora non erano stati identificate cellule neuronali, non vi sono i cosiddetti neuroni ma gli scienziati hanno cominciato a scoprire che invece ci sono zone e cellule nelle piante che hanno un comportamento simil-neuronale e quindi è iniziata la sperimentazione per conoscere la neurobiologia nei vegetali.

Addirittura gli studi scientifici hanno riportato la presenza di sostanze come glutammato, serotonina, dopamina e acetilcolina che nel corpo umano sono neurotrasmettitori quindi sostanze che hanno la funzione di trasmettere le informazioni tra i neuroni.

La domanda che sorge immediata è: a cosa serviranno questi neurotrasmettitori all’interno dei vegetali se non vi sono neuroni?

I test e gli studi sulle piante hanno così iniziato a valutare i diversi modi di comunicazione interna ed esterna della pianta scoprendo persino che le piante hanno una qualche specie di memoria e quindi apprendono e scelgono particolari comportamenti in risposta alla valutazione ai molti fattori che captano.

Sembra che le piante possano valutare oltre 15 parametri per decidere quali soluzioni attuare per la loro migliore sopravvivenza e inoltre le piante hanno molte diverse forme di comunicazione tra loro e l’ambiente esterno o con altri essere viventi in particolare altre piante della stessa specie. Gli scienziati cominciano a parlare di “intelligenza delle piante” grazie proprio a queste nuove scoperte della neurobiologia vegetale.

 

Il primo laboratorio di neurobiologia vegetale

Il primo centro di studio di neurobiologia vegetale è nato proprio in Italia nel 2005 a Sesto Fiorentino. Questo nuovo centro è veramente all’avanguardia per le sperimentazioni sulle piante e il suo acronimo è LINV  che per esteso significa appunto Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale.

Il centro è presente all’interno del Polo Scientifico dell’università di Firenze ed i ricercatori del LINV sono coordinati dal professor Stefano Mancuso.

Il LINV è il primo laboratorio che studia le piante per le loro capacità cognitive rivelando i segnali di captazione ed emissione, i loro sensi di percezione e i comportamenti di risoluzione e sopravvivenza che attuano le piante.

Questo laboratorio collabora con molti altri centri e in particolare il team di František Baluška dell'Università di Bonn dove lo stesso Mancuso dichiara che la neurobiologia vegetale è nata con questo team di ricercatori.

Il primo congresso internazionle sulla neurobiologia vegetale ha creato un grande movimento in ambito ideologico sulle piante e anche in ambito scientifico.

Comunque le molte ricerche di tali team stanno evidenziando sempre più le capacità cognitive di ricezione, elaborazione, attuazione e comunicazione interna ed esterna nei vegetali.

Inoltre queste ricerche hanno risvolti in applicazioni sia nelle telecomunicazioni che nella robotica dove appunto le piante potrebbero dare esempi da cui copiare nuove eco-tecnologie o in cui le stesse piante potrebbero essere parte integrante dei i futuri computer a base organica o dei plantoidi cioè robot non dalle somiglianze umanoidi ma associati con le piante.

Le innovazione che potranno derivare dalle nuove conoscenze della neurobiologia vegetale saranno in numerosi campi e inoltre porteranno sempre più a riconoscere le piante come esseri viventi sensibili e percettivi cambiando la visione che l’uomo ha del regno vegetale.

 

La neurobiologia vegetale

La neurobiologia vegetale è quindi la disciplina scientifica che studia la struttura, il funzionamento, lo sviluppo, la biochimica, la fisiologia, la genetica che regolano la risposta della pianta agli stimoli esterni ed interni.

In conclusione possiamo dire che la neurobiologia vegetale analizza le capacità cognitive della pianta, le sue modalità di ricevere informazioni, calcolarle ed elaborarle per prendere scelte e attuare comportamenti.

Questi comportamenti differenziano dagli animali che possono muoversi e agire ma nelle piante le modificazioni sono a livello morfologico e sul proprio metabolismo.

Queste modificazioni di comportamento nelle piante derivano anche da precedenti apprendimenti utilizzando così una certa forma di memoria e di intelligenza vegetale per attuare tali cambiamenti. 

La neurobiologia vegetale è una nuova scienza per conoscere meglio il mondo vegetale e svelare i molti suoi segreti ancora celati ... porterà così sempre più in evidenza che il mondo vegetale non è materia organica ferma e insensibile ma al contrario i vegetali sono dotati di sensi, di memoria, di intelligenza e di molte capacità cognitive.
 

 

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