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Dal 2020 stop alle microplastiche nei cosmetici

Dal 1 gennaio 2020 entrerà in vigore il divieto di commercializzare prodotti cosmetici contenenti microplastiche. Scopriamo cosa sono queste microparticelle e cosa accadrà dall’anno prossimo.

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©rido / 123rf.com

Per effetto dell’approvazione della legge di Bilancio 2018 e in linea con le direttive del Parlamento europeo, dal 1° gennaio 2020 non si potranno più produrre e commercializzare alcune categorie di cosmetici contenenti microplastiche, particolarmente nocive per l’ambiente. 

 

Per chi non dovesse rispettare il divieto, sono previste sanzioni economiche (più o meno elevate a seconda della gravità della violazione), ma anche la possibile sospensione dell’attività per un periodo di tempo limitato in caso di recidiva.


Un obbligo che rafforza un’altra regolamentazione già in vigore dal 2019, ovvero l’obbligo di vendere solo bastoncini di cotone in materiale biodegradabile e compostabile, privi di componenti plastiche. 

 

Microplastiche: come sono composte

Le minuscole particelle contenute nei prodotti cosmetici hanno un diametro compreso tra 330 micrometri e i 5 millimetri. Sono composte da plastica non riciclabile e finiscono inevitabilmente nei corsi d’acqua tramite gli scarichi domestici. 

 

Una volta giunte negli oceani, nei mari o nei fiumi iniziano a decomporsi e diventano microplastiche, inquinando di fatto l’ambiente circostante e diventando pericolose per l’uomo e per l’habitat marino.

 

Il passaggio da polimeri a microplastiche può avere una durata di tempo variabile, perché subentrano fattori diversi (come la presenza di additivi chimici, agenti atmosferici diversi, variazioni climatiche o quant’altro).
Le microplastiche, tuttavia, una volta presenti nei corsi d’acqua possono essere mangiate e assimiliate dai pesci, finendo di conseguenza anche nelle nostre tavole.

 

Si pensi che secondo l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) il 15-20% delle specie marine che vengono consumate quotidianamente contiene microplastiche.

 

Nonostante ciò, a oggi questi microbeads vengono comunemente impiegati per le loro proprietà abrasive ed esfolianti e sono presenti in molti prodotti cosmetici utilizzati quotidianamente come dentifrici, prodotti di bellezza, scrub, detergenti o make-up. 

 

Microplastiche biodegradabili

A fronte del divieto che entrerà in vigore dal 2020, molte aziende cosmetiche hanno manifestato la volontà di immettere sul mercato prodotti da risciacquo contenenti microsfere biodegradabili o composti alternativi.

 

Già da alcuni anni, quindi, si stanno studiando soluzioni ecocompatibili.
Pioniera in tal senso è stata, ad esempio, l’azienda italiana Novamont, tra le prime realtà a brevettare un tipo di microplastica completamente biodegradabile

 

Una sostanza innovativa e conforme alle linee guida dell’OCSE, creata con l’intento di biodegradarsi in pochi giorni e di non essere inquinante a livello ambientale. 

 

Come riconoscere ed evitare le microplastiche

Al momento dell’acquisto, è importante leggere nel dettaglio l’etichetta dei prodotti di bellezza e le varie specifiche, prestando particolare attenzione alla lista degli ingredienti cosmetici (INCI).

 

Se essi contengono microplastiche, infatti, deve essere segnalata la presenza di polietilene (INCI: Polyethylene) o polipropilene (INCI: Polypropylene).