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Colombia: alla scoperta delle rarità alimentari

Pronti a partire per la Colombia in cerca di frutta rara, sana, interessante per le uniche proprietà e, per finire, deliziosa? Scopriamone 4.

Colombia: alla scoperta delle rarità alimentari

La scoperta del Nuovo Mondo, cominciata nel 1492, non è  mai finita per i curiosi che hanno voglia di esplorare i sapori, i gusti, e le proprietà dei cibi veramente esotici, ovvero quei cibi che non troveremo mai sui banchi dei nostri mercati ma che dovremo andare a cercare di persona, mettendosi in moto e pianificando viaggi e vacanze in funzione delle nostre passioni, che è esattamente quello che fanno molti fruttariani e fruit-hunter.

Messa in questi termini, va detto che la Colombia è un vero paradiso da scoprire, in quanto poco pubblicizzato ed anzi, spesso sconsigliato, assieme al vicino Venezuela per il livello di criminalità e tutti i relativi rischi.

La Colombia contiene elementi amazzonici e caraibici al contempo, mare e foreste si miscelano a dovere, così come la cultura centroamericana passa e si mischia, attraverso Panama, a quella sudamericana.

Cultura vuol dire anche cibo, piante, semi e frutta, davvero un sacco di frutta locale impossibile da trovare altrove.

 

Papayuelo

papayuelo

Il primo tra questi interessanti frutti rari che vale la pena scoprire è il papayuelo, talvolta papayuela, nome scientifico Vasconcellea Goudotiana, in precedenza parte del genere Carica, della famiglia delle Caricaceae.

Si tratta di un interessante cugino della papaya, nativo della Colombia, nelle aree di foresta umida attorno ai 2000m.

L’albero è pressoché identico a quello della papaya, ma fiorisce in un bel rosso intenso e i frutti sono oblunghi, a sezione pentagonale, verdi da acerbi per poi maturare in giallo, in rosso o in viola vinaccia.

Il papayuelo è ancora semiselvatico, non intensamente coltivato, anche se proposto per le coltivazioni intensive, e per questo motivo ancora molto variabile, segno di ricchezza genetica.

I locali lo mangiano fresco, o come confettura o sotto forma di gelatina. I migliori papayuelo hanno un gusto molto interessante, un qualcosa a metà tra la classica papaya e la comune mela più succosa, il che lo rende appetibile, uno tra i più ambiti frutti selvatici.

 

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Jacaratia spinosa

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Per rimanere in tema di parenti della papaya, in Colombia possiamo trovare nei mercatini dei villaggi la Jacaratia spinosa. In questo caso l’albero non è simile alla classica papaya ma è piuttosto maestoso, capace di raggiungere i 35 metri di altezza.

I frutti, per contro, somigliano a minuscole papaya giallo arancio, piccole ma con un interessante gusto, piacevole, a suo modo speziato, dolce.

Si consuma crudo dopo aver rimosso la buccia ricca di lattice, oppure cotto. Viene usato dai locali per le proprietà antinfiammatorie, per le sue capacità di combattere i parassiti intestinali (un problema serio delel zone amazzoniche), e per essere un buon idragogo, vale a dire in grado di aiutare l’organismo ad espellere liquidi.

 

Borojò

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Passiamo al borojò, ovvero all'Alibertia patinoi, pianta appartenente alle Rubiaceae. E’ un frutto selvatico tra i più importanti nel panorama colombiano per via delle sue interessanti proprietà Il borojò, che raramente supera la dozzina di centimetri di diametro, ha livelli molto alti di proteine, vitamina C e minerali come ferro, calcio e fosforo, utilissimo per combattere problemi alle vie respiratorie e casi di malnutrizione.

Si consuma crudo, sebbene la polpa si molto ricca di piccolo semi, oppure lavorato: confetture, dolci, succhi, estratti. Il suo sapore è uno strano mix tra dolce ed aspro, a suo modo gradevole, e da quando recenti studi ne hanno messo in evidenza le proprietà curative e l’alta qualità dei suoi polifenoli, il borojò comincia ad essere proposto su internet come superfood.

 

Massaranduba

massaranduba

I locali usano spesso nomi comuni che confondono più frutti di diversa specie. In Colombia ad esempio vengono chiamati "nispero" sia la nespola del Giappone che la sapodilla, e vengono chiamate"sapodilla" sia la sapodilla propriamente detta che la massaranduba, ovvero il Manilkara huberi.

Questa rara sapotacea cresce in alta montagna, è più sferica della sapodilla e ha una buccia meno liscia e più granulosa. 

Il suo sapore è eccellente, ricorda lo zabaione ed è uno dei frutti selvatici colombiani più amati dai locali.

 

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Credit foto Jacaratia Spinosa © Useful Tropical Plants

Credit foto Borojò © Tropifruit

Credit foto Massaranduba © Carlos E. Pérez S.L.