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I benefici dello stretching

Perché è importante il riscaldamento muscolare e come effettuarlo senza rischi.

I benefici dello stretching

Lo stretching è nato in Usa negli anni '70, sostanzialmente come insieme di esercizi chinesiterapici di rieducazione motoria, utili nei periodi di recupero funzionale.

La diffusione della cultura dello stretching è oggi di tali dimensioni che non esiste programma di allenamento sportivo delle varie specialità che non contempli tali esercizi; difatti nello sport lo stretching assume un importanza fondamentale.

Il termine stretching deriva dall'inglese "to stretch", che significa allungamento, stiramento, e ha come obbiettivo primario e fondamentale l'aumento dell'estensibilità e flessibilità e mobilità articolare. Esso agisce sia direttamente, sia indirettamente sull'elasticità e contrattilità muscolare.

Qui di seguito, spiego le tipologie di stretching  esistenti. Un esempio è lo stretching statico o dinamico, il più classico; in genere lo consiglio al termine della seduta di allenamento, detta post workout.

Consiglio di eseguirlo spesso al termine della seduta di allenamento per vari effetti: riporta la muscolatura in condizioni ottimali, dato che durante l'allenamento le fibre muscolari sono state accorciate; inoltre, permette alle leve corporee di agire con la maggiore efficienza biomeccanica, di conservare una buona mobilità articolare e aumentare la rimozione del lattato e delle scorie metaboliche.

 

Come fare buono stretching

Consiglio ai miei allievi di eseguire lo stretching anche all'inizio, dopo aver innalzato la temperatura corporea dei vari apparati - locomotore, respiratorio, cardiocircolatorio - mediante alcuni esercizi a corpo libero, perché allungando le fibre muscolari si riesce ad avere una potenzialità di contrazione maggiore. Sconsiglio di praticarlo a freddo, perché eseguito in una fase di riscaldamento può influire negativamente sulle prestazioni, abbassando la capacità  di attivazione del sistema nervoso centrale (SNC).

Poi vi è lo stretching propriocettivo, detto PNF. Quest'ultimo si esegue in campo di riabilitazione motoria dopo un intervento come terapia riabilitativa; diverso nel procedimento, a differenza di quello che conosciamo più classico. Le regole che elenco da tenere sempre presenti in qualsiasi programma di stretching sono le seguenti:

> la progressione nell'intensità degli esercizi, che devono essere eseguiti in maniera blanda per un tempo sufficientemente lungo (circa 20-30 secondi);

> la respirazione durante lo stretching deve essere normale e tranquilla, non bisogna mai trattenere il respiro durante un esercizio di allungamento. Una buona e corretta respirazione è importante perché un'adeguata ossigenazione attenua lo stato di tensione;

> Non devono essere eseguiti esercizi di movimento rapido che sfruttano la forza di gravità e l'inerzia, come per esempio i cosiddetti "molleggi"; questo perché lo scopo dell'esercizio è aumentare la distensibilità muscolare;

> La temperatura non deve essere inferiore ai 18 gradi, in quanto il freddo irrigidisce il muscolo agendo sia sulla componente viscoelastica, sia in modo riflesso sull'innervazione;

Concludo con un elenco di benefici che apporta lo stretching praticato con una regolare frequenza:

> benefici a livello muscolare e tendineo (aumenta l'elasticità dei muscoli e dei tendini);

> prevenzione dei traumi articolari;

> migliore capacità di movimento;

> benefici sulle articolazioni (stimola la lubrificazione articolare ed il liquido sinoviale contenuto nella capsula articolare,  attenuando le malattie degenerative);

> benefici sul sistema cardiocircolatorio e respiratorio (favorisce la circolazione, migliora la respirazione e diminuisce la pressione arteriosa;

> benefici sul sistema nervoso (riduce lo stress fisico e favorisce la coordinazione dei movimenti).

 

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