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Coppette mestruali affidabili

Il primo studio esteso sull'uso della coppetta mestruale conferma la sua affidabilità, la sua efficacia e la sua sicurezza per la salute e per l'ambiente.

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©Yulia Grogoryeva / 123rf.com

Coppetta mestruale: cos’è e come funziona

Le prime coppette mestruali risalgono agli anni Sessanta: esistono alcune testimonianze sull’uso risalenti a quel periodo storico. Si tratta di documentazioni sporadiche e di poca rilevanza, sia statistica che scientifica. Dalla fine degli anni Novanta in poi le mooncup (così venivano chiamate per via della marca che pià diffusamente le commercializzava), hanno trovato mercato e utenza anche in Italia.

 

Le coppette mestruali sono delle piccole coppe in silicone o altro materiale plastico morbido (come ad esempio il TPE, usato per le tettarelle dei biberon) adatto all’uso medico.  

 

Inserite nella vagina, aderiscono dolcemente alle pareti della vagina stessa e permettono di raccogliere il flusso mestruale garantendo comodità, sicurezza, igiene e discrezione.

 

Esistono di diverse misure e forme: più piccole, più grandi, allungate. Oltre al materiale, alla forma e alla dimensione, altra differenza riguarda il piccolo manico che serve per rimuoverle: può essere una piccola appendice o un anello.

 

Il primo utilizzo deve essere preceduto dal lavaggio ad acqua bollente per 20 minuti, per sterilizzare il materiale. Si inserisce come un qualsiasi tampone interno e si rimuove ogni 4-8 ore, a seconda dell’intensità del flusso: si svuota sotto il getto di acqua, si sciacqua, e si può riutilizzare.

 

La durata della coppetta è di circa 10 anni, ma ciascun produttore indica nel libretto di istruzioni la garanzia di efficacia nel tempo.

 

Coppetta mestruale: il primo studio esteso

Non era mai stato condotto, fino ad ora, uno studio sull’uso della coppetta mestruale. Le informazioni a disposizione erano sporadiche e riguardavano una fetta molto ridotta della popolazione femminile mondiale, residente soprattutto nei Paesi a medio ed alto reddito.

 

Una ricercatrice della Scuola di Medicina di Liverpool, ha  recentemente raccolto, rivisto e condotto una meta analisi sui risultati di ben 43 studi sull’uso della coppetta mestruale, comprendente la testimonianza diretta di 3319 donne che, per 9 mesi o oltre, l’ha utilizzata regolarmente: 3 studi condotti negli anni 60, 6 alla fine degli anni 80 e i rimanenti tra il 2009 e il 2018. 

 

Di questi ,15 ricerche venivano da Paesi a basso e a medio reddito e 7 studi riguardavano studentesse di età tra i 12 e i 19 anni. Sono state cinserite nella raccolta anche donne facenti parti di gruppi di profughi. In questo modo si è riuscito a ricoprire un ampio spettro culturale, fisico e ambientale. 

 

Risultati dello studio: la coppetta mestruale è sicura e affidabile

All’avvio degli studi, i maggiori dubbi avanzati dalle partecipanti riguardavano il dolore percepibile durante l’inserimento e la rimozione, la tenuta e la sicurezza e le eventuali perdite, le conseguenze sulla salute, quali infertilità, infezioni, lesioni, e infine problematiche riguardo l’igiene per lo svuotamento e il lavaggio della coppetta. 

 

I dati raccolti documentano la sicurezza, l’efficacia e la convenienza dell’uso della coppetta mestruale. In particolare si sono evidenziati i seguenti risultati:

  • l’uso della coppetta mestruale costituisce un risparmio in merito ai costi sostenuti singolarmente e riguardo i costi ambientali dello smaltimento dei tamponi usa e getta;

  • le perdite di flusso mestruale si attestano simili o inferiori rispetto a quelle che si verificano con assorbenti igienici esterni e interni;

  • la coppetta mestruale raccoglie più sangue rispetto ai tamponi e agli assorbenti, sia esterni che interni;

  • gli esami sulla composizione della flora vaginale non denotavano compromissione sulla stessa;

  • in 2 di 4 studi su donne affette da candidosi si è riscontrato un miglioramento, mentre nelle restanti le condizioni rimanevano inalterate;

  • le condizioni di vita delle partecipanti risultavano migliori: lo stress dovuto alla paura delle perdite, nonché la maggiore mobilità, ha influito soprattutto su quella fetta di utenti appartenenti a paesi in cui il ciclo mestruale è ancora un tabù, e dove a volte è anche difficile reperire assorbenti o tamponi usa e getta. In alcune zone del mondo, infatti, il ciclo, e con esso la scarsa informazione e la scarsa disponibilità di assorbenti, determina un drastico abbandono dell’istruzione per le donne, e una limitazione importante alla libera espressione di se stesse sul lavoro e nella comunità.

 

Alla conclusione delle sperimentazioni oltre il 70% delle donne coinvolte si è dichiarata intenzionata a proseguire nell’uso della coppetta mestruale.

 

Problematiche riguardanti shock tossico e lesioni si riducono a poche unità, a fronte delle migliaia di donne monitorate. Perdite e dolori sono stati segnalati soprattutto durante i primi utilizzi e sono stati superati grazie all’adozione di coppette mestruali di materiale differente e di dimensioni differenti, più adatte quindi alla specifica conformazione vaginale di ciascuna donna. 

 

Anche le difficoltà di rimozione e inserimento si sono azzerate con differenti coppette e con la familiarizzazione all’uso per almeno 4 mesi. Unici ulteriori approfondimenti da eseguire riguardano la combinazione della coppetta mestruale all’uso dello IUD.

 

Da tutto questo si arriva alla conclusione che le coppette mestruali costituiscono quindi una scelta accettabile e sicura, con ricadute positive sia sul benessere della donna, che sull’ambiente

 

Possono essere inserite con sicurezza in quei programmi che prevedono l’informazione e la distribuzione circa l’uso di prodotti sanitari per le donne, anche in condizioni igieniche scarse e con risorse idriche ridotte: è sufficiente infatti una buona informazione e formazione all’uso corretto.