Tai chi, movimento a spirale, naturale cambiamento
Il tai chi è una grande arte, perché quando la studi ti ritrovi a fare i conti con la naturalezza che è nel cambiamento, con il movimento a spirale che ci connette alla terra. Un maestro non può omettere queste valenze e concentrarsi solo sul rilassamento o solo sull'aspetto marziale. Mentre ci si muove si dovrebbero esperire queste verità che risuonano dentro, sebbene spesso sopite
Parlare con un Maestro di tai chi chuan (taijiquan) come Gianfranco Pace, grande conoscitore dello stile Chen, è illuminante, perché si avverte quel sapore di chi ha conosciuto infinite ore di pratica, la ricerca di un'elasticità psicofisica e di una connessione forte con la terra.
Molti si riempiono la bocca di parole nel mondo delle arti marziali, purtroppo anche (e soprattutto?) nell'ambito di quelle con radice filosofica forte, quali il taoismo. Un po' perché un apparato magnifico e onnicomprensivo come la sapienza taoista si presta a interpretazioni plurime in cui menti non pronte si perdono, un po' perché al mondo d'oggi è facile non andare a fondo, non prendere decisioni radicali come quella di dedicare la propria vita a un'arte.
Le risposte emergono nel silenzio della pratica quotidiana. La trasmissione è una dote che brilla se la ricerca di chi dà non trova mai sosta, ed è questo il caso di Pace, fondatore della Scuola ITKA (International Taiji Quan Kung Fu Association). Nemmeno il movimento si ferma mai. Quel simbolo che tutti vediamo spesso, anche in contesti inappropriati, esprime proprio questo: tutto è sempre in moto.
Il sistema nervoso riconosce espansione e contrazione. Lo direbbe un kinesiologo, come un medico, come un terapeuta del movimento. A livello personale ho avuto la conferma di questo da Jader Tolja, durante un seminario di anatomia esperienziale tenutosi a Madrid. Nel tai chi è lo stesso e questi due momenti si realizzano col corpo ma hanno effetti anche sulla mente?
Contrazione e espansione sono proprietà di ciò che è elastico. Questa elasticità si realizza con il corpo ma è anche psicofisica. Attraverso la pratica acquisiamo un tipo di elasticità che ci porta a vedere la vita in modo diverso. Dopo aver goduto di una pratica che sviluppa l'attitudine mentale all'elasticità anche problemi che sembrano monolitici e fissi assumono valenze diverse.
L'allenamento con te riporta spesso la mente a una tripletta molto potente ed evocativa: rilasciato, naturale, aperto.
Si tratta di tre parole chiave che aprono diverse cose nelle persone. Tutto ciò che si fa per il periodo della pratica è sempre impregnato di questi tre principi. Molte persone praticano senza nessuna via, a casaccio. La pratica equivale a percorrere una strada e per percorrere una strada sono necessarie due linee che delimitano uno spazio. Questi tre aggettivi accompagnano il praticante lungo la sua via.
Nel suo libro Anatomy trains Myers spiega il corpo attraverso i meridiani miofasciali. In sintesi, l'autore individua delle linee di forza considerando le quali l'approccio al movimento e alle terapie manuali si arricchisce notevolmente.
Non conosco l'idea che mi proponi ma è comprensibile. Siamo composti di parti ciascuna delle quali è interconnessa. Stimolando una parte si agisce anche su altre, è naturale.
A guardare le linee di forza di Myers si vedono delle spirali. Cosa sono le spirali nel tai chi chuan?
Il tai chi è un arte marziale che contempla lo studio delle spirali e della trasmissione della forza (jing) che avviene proprio attraverso questo movimento a spirale. Il rilassamento è il primo passaggio di relazione e connessione, quando noi ci rilassiamo ci colleghiamo alla terra e attraverso questi movimenti a spirale riusciamo a condurre l'energia che deriva dal nostro rilassamento. Essenzialmente diamo alla terra per ricevere, diventiamo conduttori attraverso questo movimento a spirale realizzato con il corpo.
Questo ci permette di creare una continuità di movimento energetico, un'energia dinamica che si svolge senza sosta o soluzione di continuità appunto. Non ha inizio o fine, può realizzarsi secondo infinite possibilità direzionali e assumere diverse qualità.
Cos'è la forza?
Forza è energia. Può essere usata in modo diverso attraverso varie circostanze. Essere forti significa mantenere la quiete a livello emotivo e fisiologico simultaneamente. Occorre l'intenzione per dirigere le cose della propria vita, un'intenzione chiara e trasparente. Non è un fattore strutturale, ma psicofisico che ti consente di vivere in maniera rilassata.
Spesso fai riferimento al fatto che il tai chi è naturale ma noi non lo siamo. Il movimento è della natura, ad essa appartiene, ma in noi può non trovare aderenza. Spiegaci meglio.
Sì, il movimento è naturale. Con il tai chi si spiegano le cose della natura, si spiega che la vita è mutamento, che ogni cosa si trasforma costantemente, che fin quando si è in vita tutto muta. Lo ribadiscono le stagioni, i semi che si fanno fusti, l'I ching.
Dov'è che non smettiamo di essere naturali?
Quando pensiamo di star bene a patto che nulla cambi. Noi siamo condizionati da molti fattori, la natura umana convive con le resistenze.
Il tai chi è lì a ricordarci che l'andamento naturale è quello dello yin e dello yang, della complementarità continua e mutevole.
Il cambiamento in realtà ci fa molta paura.
Anche quando stiamo male, stiamo comunque meglio se pensiamo che la situazione non cambi. Essere presenti nella vita, questo è il punto. Sviluppare una presenza che ci consenta di mutare a seconda delle circostanze. La pratica non è altro che un esercizio che ci consente di avvicinarci a questo sentire con serenità, aderendo ai cambiamenti della vita.
Molti insegnanti di tai chi trasmettono la forma come se in essa si esaurisse tutta la pratica. Che cosa sono le forme nel tai chi chuan?
Come ogni cosa che noi studiamo si deve andare per gradi di approfondimento. Immagina di avere tra le mani un libro. Il testo, con la sua copertina, ci si presenta con i capitoli introduttivi e via via approfondirà i fondamentali degli argomenti proposti. La forma è come un libro, non ha valore in sé quando scevra di contenuti. Se fine a se stessa, è un libro pieno di pagine bianche.
Se però compri un libro, lo curi, lo approfondisci, lo esplori, studiandolo finisci con lo studiare la tua stessa persona, e ogni pagina assume grande valore. La forma contiene in sé tutti i principi del tai chi, basi su cui puoi costruire note, approfondimenti, tanti dettagli che servono a spiegare meglio quanto le sequenze veicolano con sé.
Stile Yang e Chen. A livelli molto alti finiscono per toccarsi, congiungersi?
Certo che si incontrano. Due cose che hanno la stessa radice finiscono per toccarsi di nuovo. Storicamente Yang Lu Chan studiò a Chen Jia Gou e codificò poi lo Yang, personalizzandolo.
Non credo molto nelle differenze degli stili, credo nell'applicazione dei principi.
La scuola ITKA è in notevole crescita, ha diramazioni in Italia e all'estero e la stessa sede catanese verrà ampliata. Al suo interno sta nascendo l'idea di un Taiji college. Ci spieghi meglio di cosa si tratta?
Il tai chi college è un'idea che ho sviluppato durante tutta la mia attività di insegnamento; ricordo quando ero ragazzo immaginavo una scuola interamente costruita per il taiji. Ogni pietra della scuola è stata messa per il tai chi chuan e questa struttura si amplierà ulteriormente per realizzare questo progetto che vuole dare agli interessati la possibilità di studiare seriamente, profondamente.
Le modalità previste saranno diverse, come il tai chi ci insegna ad adattarci anche il progetto si adatta alle esigenze della vita delle persone che vorrebbero studiare. Accanto all'idea madre di un percorso che va dai 3 ai 5 anni dove si vive costantemente nella scuola e c'è poco spazio per altro, c'è l'alternativa per chi avesse già una vita lavorativa o impegni familiari. In questi casi la permanenza è di un periodo di 3 mesi diluibili in più parti. L'intero progetto dura 5 anni, il tempo necessario per finire l'intero sistema. Il progetto è ambizioso e agli studenti universitari o chi ha completato il liceo si offrono diverse possibilità di portare avanti gli studi. L'intenzione muove le energie del mondo, siamo tanto concreti quanto determinati e presto parleremo di qualcosa che già c'è.
Immagine | Segreteria ITKA