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I Ching, cos'è e come si legge

L'I Ching, o libro dei mutamenti, è un antico sistema di divinazione cinese che risale almeno al II millennio a.C. ma può essere di grande ispirazione ancora oggi.

di Redazione

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I Ching, origine e storia

Ci sono aspetti della spiritualità orientale che continuano ad affascinarci, anche se la nostra frenetica vita occidentale sembra lontana anni luce. Tra questi c’è senza dubbio l’I Ching, o libro dei mutamenti.

 

L'I Ching, conosciuto anche come yi jing, o i king, è un antico sistema di divinazione cinese che risale almeno al II millennio a.C. Viene chiamato anche Libro dei Mutamenti (il nome è formato infatti da due ideogrammi, 易 mutamento e 經 libro) ed è ritenuto il primo testo classico della filosofia cinese.

 

È composto da 64 esagrammi, ciascuno dei quali rappresenta una combinazione di linee spezzate e continue. Questi esagrammi sono interpretati attraverso la consultazione di un testo sacro, il "Yijing", che contiene una serie di commenti e spiegazioni sul significato di ciascuno di essi. 

 

La sua origine è avvolta nel mistero, ma si ritiene che abbia avuto origine dalle pratiche divinatorie dei primitivi sciamani cinesi. Impossibile, dunque, dire con certezza chi ha scritto il libro dei mutamenti. La tradizione attribuisce i primi otto tricogrammi del Bagua all’imperatore Fu Xi, vissuto tra il 2952 e il 2836 a.C.: a svilupparli nei 64 esagrammi sarebbe stato poi il re di Web (nel 1150 a.C. circa) e ad aggiungere la spiegazione delle singole linee sarebbe stato poi suo figlio, il duca di Zhou.

 

Nel corso dei secoli, arrivando fino a oggi, l'I Ching è stato utilizzato come strumento divinatorio e come guida per la vita quotidiana. Ha influenzato molte altre discipline, come la medicina tradizionale cinese, la filosofia e la psicologia.

 

L'arte della divinazione

A cosa serve l’I Ching? Per dare una risposta, bisogna fare un passo indietro fino agli elementi base della spiritualità orientale.

 

Lo yin e lo yang nella cultura cinese sono due forze invisibili, complementari e interdipendenti, che rappresentano rispettivamente il femminile e il maschile e influenzano ogni evento della vita. L’arte della divinazione consiste nella lettura di segni e simboli che diano un’interpretazione di questo dualismo tra yin e yang.

 

L’I Ching è uno degli strumenti più preziosi per questa antica arte divinatoria. Le sue 64 configurazioni di linee (o "trigrammi") rappresentano le forze fondamentali della natura, mentre le loro interazioni generano le 64 figure (o "esagrammi"), che rappresentano situazioni specifiche della vita umana.

 

Di conseguenza, come si interpretano I Ching? Proprio attraverso la consultazione dei 64 esagrammi, ognuno dei quali rappresenta un'immagine di una situazione particolare. 

 

Per leggere le carte dell'I Ching è fondamentale avere una mente aperta e una disposizione spirituale capace di accettare tutti i messaggi che emergono dalle risposte, anche quelli più lontani dalle proprie aspettative e dai propri desideri.

 

Se approcciato con un atteggiamento di rispetto e saggezza, l'I Ching può aiutare a trovare risposte alle domande della vita e a sviluppare una maggiore consapevolezza della propria spiritualità e del mondo circostante.

 

La filosofia 

L’I Ching interpretato in vari modi nel corso dei secoli, ed è stato influenzato da diverse scuole filosofiche cinesi, come il confucianesimo e il taoismo.

 

Si dice che Confucio abbia trascorso parecchi anni a studiare l’I Ching, sviluppando l’idea per cui possa essere usato come guida morale e come strumento per la riflessione personale. Molti dei suoi insegnamenti filosofici, come la necessità di vivere in armonia con la natura e di rispettare gli anziani, riflettono gli stessi principi che sono alla base dell'I Ching. 

 

L’I Ching è uno dei cinque classici confuciani, insieme al Classico delle odi, al Classico dei documenti, al Classico dei riti e agli Annali delle primavere e degli autunni. Oltre che per i confuciani, il testo è un riferimento anche per i buddhisti e i taoisti. È stato introdotto in Europa da Gottfried Wilhelm von Leibniz nel 1967, ma bisogna attendere fino al 1924 per la prima traduzione in tedesco di Richard Wilhelm, con un’introduzione di Carl Gustav Jung.

 

Il libro dei mutamenti

Il libro dei mutamenti fu infatti di grande ispirazione per il noto psicanalista Carl Gustav Jung, che studiò gli I Ching per più di trent’anni. 

 

Jung invitò a svincolarsi dall’idea di “verità” trasmessa dalla scienza attuale, per dare rilevanza anche a tutte quelle che ci appaiono come coincidenze. La filosofia cinese infatti dà una grande importanza al caso: sono proprio la casualità e la soggettività a rendere ogni evento unico e irripetibile.

 

Gli I Ching rispecchiano dunque la teoria della sincronicità di Jung, per la quale esiste un’interdipendenza tra gli eventi che va al di là del rapporto causa-effetto dello spazio e del tempo. Quando si consultano gli I Ching, infatti, si ottiene un esagramma che connette lo yin e lo yang, il microcosmo con il macrocosmo, in una visione olistica e dinamica che non può essere spiegata solo con la razionalità.

 

Il mutamento come filosofia di vita

Il cambiamento può spaventare, perché infrange – in modo talvolta inatteso – un equilibrio che è stato costruito nel tempo, anche con impegno e fatica. L’I Ching ci invita a considerare tutto ciò da un punto di vista diverso.

 

Il libro dei mutamenti non è un testo sacro, né un’opera di un singolo autore, ma un’opera collettiva che nasce dall’osservazione della natura e della vita umana. Una realtà in cui il mutamento è né più né meno che il naturale ordine delle cose, ciò che dà significato alla vita stessa.

 

L'esagramma

Vediamo ora più nel dettaglio come si fa il consulto dell’I Ching.
Un esagramma dell’I Ching è una figura formata da sei linee orizzontali che possono essere spezzate o intere, cioè Yin e Yang.

 

Le linee spezzate vengono scritte come due trattini vicini con un piccolo spazio nel mezzo. Nel caso in cui lo si consulti con i cinquanta bastoncini di achillea millefoglie bianca, bisogna toglierne uno dal mazzo, dividere tre volte i restanti in fascette di quattro e contare quelli rimasti, in modo da ottenere una linea intera, spezzata fissa oppure mobile.

 

Dalla trasformazione delle linee si ottengono sentenze aggiunte e un nuovo esagramma, successivo al primo, che indica come sarà la situazione dopo avere messo in pratica i consigli ricavati dalle sentenze.

 

Ogni tre divisioni, i bastoncini vanno di nuovo raccolti insieme (tranne quello lasciato da parte). Questa operazione di divisione dei bastoncini va eseguita per un totale di diciotto volte. Utilizzando le monete, bisogna attribuire a una faccia il valore di 3 e all’altra il valore di 2. A ogni lancio, semplicemente, bisogna fare la somma a seconda delle facce che sono rivolte verso l’alto per ottenere la linea. 

 

I lanci con le monete quindi sono in totale sei, uno per ogni linea. Anche in questo caso si ottengono linee mobili (per i risultati di 9 e 6), intere (per il 7) o spezzate (8). 

 

Queste linee ottenute dividendo i bastoncini o lanciando le monete vanno scritte su un foglio dal basso verso l’alto. Le 64 carte, che rappresentano i 64 esagrammi, vanno lette e interpretate come se fossero una sentenza aggiunta. Ogni esagramma viene definito come formato da due trigrammi, cioè da due serie una sopra l’altra di tre linee che possono essere intere o spezzate.

 

Quando il trigramma è sempre lo stesso si ottengono i cosiddetti segni doppi, cioè gli esagrammi che rappresentano Kkienn il Cielo,  Kkunn la Terra, Cenn il Tuono, Kkann l’Acqua, Kenn il Monte, Sunn il Vento, Li il Fuoco, Tui il Lago. 

 

Come consultare l'I Ching

Se si vive in una moderna società occidentale, che domande bisogna fare all’I Ching? E in che modo questo antico metodo divinatorio può essere d’aiuto? 

 

Il libro “All'ombra dell'I ching di Alejandro Jodorowsky" propone un approccio attuale e affascinante, facendosi ispirare dai 64 esagrammi per proporre altrettante meditazioni guidate che possono essere applicate alla vita di tutti i giorni. Tutto ciò con un linguaggio poetico ed evocativo in cui chiunque può facilmente rispecchiare la propria personalità.