Intervista

Dallo shiatsu alla Salute Integrale

Linda-Grace Mosselman è responsabile di Santè: un centro di salute integrale che rappresenta una sintesi tra l'approccio occidentale e quello orientale. Ecco un esempio virtuoso che ha luogo in India.

Dallo shiatsu alla Salute Integrale

Linda-Grace Mosselman è responsabile di Santè, un centro di salute integrale nel sud dell’India. Luminosa ed elegnate, è un esemplare di ”peanut”, nomignolo col quale, con molta autoironia, gli olandesi di origine indonesiana si autodefiniscono.

Gli abitanti della città sono ben felici di affidarle la loro salute, e lei, per contro, spende molto tempo con loro parlando di tutti gli aspetti della loro vita, regolarmente, toccando anche temi come i sogni ed altri dettagli personali ancor prima di trattare il problema medico in modo più circosrcitto. L'abbiamo intervistata.

 

Linda-Grace puoi dirci qualcosa su di te e sul tuo percorso?

Per una decina di anni sono stata dottore assistente, seguivo i casi di diabete e facevo interventi chirurgici minori, rendendomi però conto che il mero approccio ortodosso della medicina occidentale non era mai completo.

Pertanto ho deciso di studiare la Medicina Tradizionale Cinese, la digitopressione e altre terapie soft e non invasive, come invece avviene con l’uso di aghi e altri strumenti.

Questo approccio è stato, nel tempo, un pilastro della mia filosofia medica.

Ho studiato per 9 anni alla European Shiatsu Academy, ma qualcosa ancora non andava: lavoravo assieme a medici di tutti i tipi e a fisioterapisti, psicologi, ma non c’era un vero e proprio approccio sincretico ed olistico.

E’ stato così che nel 2011, ad Auroville, ho deciso di unirmi ad un team medico come psicoterapeuta e terapista di medicina cinese. Pian piano sono riuscita a trasformare questo volenteroso ma semplice team in un vero e proprio istituto di salute integrale.

Sono diventata parte del management e ho fatto molte presentazioni a scopo di raccolta fondi in 6 nazioni. E' grazie a questo percorso che adesso Santè esiste ed è attivo da due anni.

 

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Cosa siete riusciti a fare all'interno dell'istituto di medicina integrale?

Stiamo dimostrando qual è il team necessario per creare dei centri di salute integrale ed è un esperimento vincente. Tutto è mandato avanti da 17 persone inclusi i receptionist.

Il team si compone di infermieri, omeopata, psicologo, medico ayurvedico, esperto di digitopressione, medico allopatico, massaggiatori, urologo, ipnoterapista ed altre figure in prova o di passaggio dalle quali imparare.

Il tutto è cresciuto molto in due anni e sta continando a crescere attraverso la pratica di medicina integrata, cosa che, per esperienza personale sul campo, posso dire che raramente accade altrove per via della difficoltà di organizzazione.

In giro si possono trovare esempi simili ma mai in forma di istituto riconosciuti dalla municipalita’. Regolarmente tutto il gruppo di terapisti si riunisce per scambiarsi input ed impressioni su ogni singolo paziente.

Questa combinazione di approcci funziona, ed abbiamo provato che il medesimo problema di salute in diversi individui scompare grazie a differenti soluzioni, trovate attraverso un trattamento combinato e concordato dal team di terapisti.

Oltre alla cura dei singoli pazienti, Santè, in quanto istituto di medicina integrale, si occupa anche di ricerca, assicurazione e copertura sanitaria per tutti, educazione (dei cittadini e del team) attraverso l’organizzazione di workshop, pubblicazioni e presentazioni.

 

Cosa rappresenta il paziente per voi?

Come diceva Filippo di Acarnania, il medico ristabilisce quotidianamente l’equilibrio dell'intero cosmo tramite il paziente. Il paziente viene trattato nella suo totalita’, se ti riduci a lavorare sul corpo materiale, non rimuovi la vera causa della malattia.

Si tratta di trovare la causa del disequilibrio, che può essere nella mente, nelle emozioni, nel subconscio, anche nel caso di malatti croniche. Tutto sta nel rendere coscienti le parti che non lo sono.

Non abbiamo idea di cosa accada nel nostro subconscio, si tratta di materiale immerso in una coscienza che agisce e persegue i suoi scopi con una sorta di coerenza che non sappiamo interpretare, qualcosa che chiameremmo caos o caso.

L’accumulo di elementi rigettati dalla comune coscienza ci rende vulnerabili e al primo shock o attacco di stress o momento di debolezza, qualcosa passa attraverso le maglie del nostro istema immunitario. E’ quello il momento in cui i batteri da fuori possono entrare ed attecchire.

Quando invece siamo coscienti e bilanciati, possiamo fermare in tempo i batteri dell’atmosfera. Quando la nostra vita e’ squilibrata richiamiamo inconsciamente malattie e incidenti. Ripulendo la mente e la coscienza possiamo risuonare con le giuste frequenze.

D’altronde siamo composti dal 70% di acqua ed è noto che l’acqua sappia rispondere alle vibrazioni. Quando qualcosa nel nostro subconscio risuona male e richiama la malattia, la coscienza è la migliore medicina.

 

Acquisire coscienza sembrerebbe allora la vera medicina integrale

Dietro ogni squilibrio e ogni demone subconscio c’è un’energia senza forma, una forza, la stessa che forma il nostro DNA, e divenire pian piano coscienti di ciò ci rende capaci, se costretti, a reggere il caos subconscio nelle sue eruzioni.

Quegli imprinting allora passeranno al vaglio della coscienza e saremo noi a stabilire se seguirli o meno. Ciò che emerge dal subcoscio va conosciuto ed accettato, altrimenti il corpo si ammala.

Il corpo segue il movimento della mente e delle emozioni: se questi sono malati anche il corpo diverrà vulnerabile, ed una mente o uno spirito squilibrati non possono ristabilire equilibrio.

Alla domanda “Vuoi essere malato o in salute?”  molti realizzano che non sempre un "sì" è la risposta sincera: se non c'è volontà di guarigione non è possibile che ciò accada.

Essere sani implica assumersi delle responsabilità e mantenere una giusta attitudine, fare una scelta nel profondo. E molte persone, in realtà, non vogliono.

 

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