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I benefici dell’ametista

Si tratta della più comune gemma violacea e della più preziosa qualità di quarzo. E' proposta sul mercato soprattutto tagliata e montata su gioielli d’oro: l’ametista, però, si trova in natura in forma cristallina non così raramente, e conserva tutte le proprietà che le sono state attribuite da millenni.

I benefici dell’ametista

L’ametista è, scientificamente parlando, una varietà di quarzo, dal colore viola più o meno intenso, dovuto alla presenza di specifici metalli, principalmente ferro trivalente.

Essendo in sostanza un quarzo, ovvero biossido di silicio, l’ametista ha una notevole durezza (7 sulla scala Mons), e quindi una notevole lavorabilità, che l’ha resa fin dalla notte dei tempi una delle gemme favorite per creare moniti, gioielli e amuleti.

Il nome ametista ha una radice greca e significa “non-ebbro”, “non-intossicato”, in quanto si pensava che tale pietra avesse il potere di impedire le intossicazioni e l’ubriachezza: i potenti di molte epoche usavano bagnare il proprio anello di ametista nel calice di vino prima di berlo per togliere via il potere inebriante.

Col tempo l’anello di ametista è diventato sinonimo di potere, e dai signori ellenici passò prima ai cesari e senatori dell’antica Roma, fino a venir ereditato dai capi della Chiesa sotto forma di anello vescovile.

 

L'ametista nell'esoterismo

Secondo molte tradizioni esoteriche diffuse in vari Paesi, l’ametista sarebbe la pietra numero uno per proteggere la propria energia dalle energie negative: manterrebbe lontane le vibrazioni nemiche e preserverebbe dall’intrusioni di energie sgradite, malocchi, e addirittura malattie e incidenti di origine occulta.

Tracce di queste credenze si ritrovano nei testi di alchimia araba, nella tradizione dei magi caldei, in alcuni trattati di ermetismo medievale, e anche nel substrato religioso indiano fatto di una peculiare commistione di conoscenza vedica e protosciamanesimo tribale. Molti occultisti moderni hanno preservato, magari senza essere consapevoli dell’origine, questa tradizione.

 

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L'ametista nella cristalloterapia

Secondo gli esperti di cristalloterapia l’ametista conserva le proprietà di temperanza e sobrietà originariamente attribuite ad essa, e pertanto favorisce la spiritualità, la tendenza ad una vita spirituale, il lavoro sull’ego. Rappresenterebbe in origine la forza interiore di dominare le ondate del vino di Dionisio, e quindi la forza interiore di resistere alla natura.

Viola, non per niente, è anche il colore della grazia divina. Tutto ciò però è controbilanciato da un altro aspetto dell’ametista: essa talvolta rappresenta l’intero mondo delle passioni e dell’amore, non per niente l’ametista è la pietra di San Valentino.

L’ametista sarebbe quindi una pietra per la cristalloterapia di protezione emotiva, che non solo difende dalle cattive energie provenienti dall’esterno, ma placherebbe anche i cattivi pensieri dall’interno, pacificherebbe il cuore e le emozioni corrotte come l’invidia e la gelosia.

Gli antichi Egizi la usavano per accompagnare il viaggio dei morti nel Duat, poiché l’anima non si sarebbe fatta intossicare dalle emozioni e dai pensieri negativi, che nel viaggio post-mortem si sarebbero oggettivati in forma di mostro. Nelle terapie, viene utilizzata per il suo generico potere curativo e ristorativo. Generalmente riequilibria le energie emotive e, a seconda della sotto varietà, viene usata per specifici trattamenti differenti.

 

I vari tipi di ametista

Esistono infatti vari tipi di ametista. Anzitutto differenti per colore: alcune sono violetto rosato, mentre altre, come quelle uruguayane, sono di un profondo viola intenso.

Anche la forma può differire: talvolta la si trova in forma prismatica, molto più spesso in aggragazioni meno ordinate, come nelle famose geodi sudamericane, oppure in cristalli biterminati o a scettro come in Asia Centrale, infine in forma di complessi centrogeodi, come a Karur, in India del sud.

Qualche volta si trova per metà citrina (viola e gialla), lattescente (viola e bianca) o fumé (viola e nera). Un ultimo elemento che fa la differenza sono le eventuali inclusioni: cacoxenite giallo oro o rutilo rosso scuro in Sudamerica, aghi di goethite nera in Marcocco, e altre meno frequenti.

 

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Foto: marychka / 123RF Archivio Fotografico