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La responsabilità nell'Ipnosi

Talvolta si crede all'Ipnosi come ad una soluzione magica: ci si vorrebbe sdraiare sul lettino del terapeuta (speriamo che lo sia) per essere "aggiustati", ma forse, in un percorso terapeutico, non è tutto così semplice. Quali sono le responsabilità in gioco?

La responsabilità nell'Ipnosi
“So che l’ipnosi può essere la soluzione ai miei problemi, dottoressa, faccia lei, mi affido!”

Così esordiscono alcuni chiedendo, tra le righe, di “aggiustare” le loro vite, illudendosi di scaricare la responsabilità della propria guarigione a chi, con la bacchetta magica dell’ipnosi possa farli sdraiare sulla chaise longue di uno studio e sistemare tutto con qualche “tecnica miracolosa”.

 

Parliamo di responsabilità

Questo è il primo obiettivo di qualsiasi percorso terapeutico e, come accade in qualsiasi altro approccio, anche la “magia” dell’ipnosi è efficace nella misura in cui tra terapeuta e paziente si stabilisce un legame empatico, di fiducia, di comunione d’intenti e, non ultimo, di riconoscimento dei ruoli.

Se lo psicoterapeuta detiene la conoscenza di alcune tecniche utili e magari un po’ di intuito e di esperienza, al paziente appartengono le potenzialità che gli consentiranno di agire il cambiamento nella propria vita e che possono essere mobilitate solo a seguito della presa di coscienza della propria responsabilità.

Nessun pendolino, nessun fluido, ma solo l’uso creativo della parola, per dipingere insieme scenari impalpabili e al contempo reali, per percorrere sentieri intensamente coinvolgenti, a volte semplici, a volte tortuosi, a volte irti di ostacoli, forieri di straorinarie scoperte e nuova conoscenza.

 

La potenza dell'ipnosi

Certo, sarebbe molto più comodo lasciar fare a qualcun altro, ma la potenza dell’ipnosi consiste nel fatto che le risorse che vengono utilizzate per attuare il cambiamento ricercato, appartengono al paziente, da sempre. Per osservarle ed apprezzarle, egli ha bisogno di uno specchio, che rifletta gli aspetti più nascosti e profondi, che non possono essere semplicemente raccontati, ma possono essere “visti”, al momento giusto, osservando con gli occhi dell’inconscio, desiderando “vedere”. Tale specchio è il terapeuta.

Non condizionamento, non magia, ma processo creativo di costruzione o ri-costruzione dell’identità sulla base di principi profondi e autentici, non più apparenti e superficiali.

Non più compiacimento delle altrui aspettative, o di un ideale irraggiungibile, ma espressione progressiva e stabile delle potenzialità nascoste, o dimenticate, o non accessibili, per qualche motivo.

La vera magia consiste nella consapevolezza di poter finalmente aderire alla propria natura e alla vita attraverso l’introspezione, il cambiamento di prospettiva, la coerenza nell’azione, con impegno e fatica è vero, ma la posta in palio è alta e potrebbe valerne la pena.

 

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