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Erbe che abbassano il cortisolo: le migliori piante adattogene contro lo stress

Il cortisolo è l'ormone dello stress, quindi per modularne il rilascio è corretto intervenire sullo stress con rimedi adattogeni

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Erbe per abbassare il cortisolo: cosa sono e come funzionano

 

Una delle capacità degli esseri viventi è quella di adattarsi all’ambiente per la sopravvivenza. Anche l’essere umano segue questa regola: ogni cambiamento rappresenta un fattore di stress che richiede una risposta adeguata, uno sforzo di adattameto con reazioni di regolazione nervose, ormonali e immunologiche. Questo meccanismo di risposta può essere innescato sia da eventi straordinari sia abituali, e le condizioni di vita attuali spesso sottopongono a periodi di stress prolungati.

L’organismo risponde agli agenti stressogeni in modo aspecifico, con una sequenza di 3 fasi ben definita, indipendentemente dalla natura dello stressor: si definisce Sindrome Generale di Adattamento (GAS). Si tratta di un meccanismo difensivo con cui l’organismo si sforza di superare le difficoltà per poi ripristinare il suo equilibrio e prevede l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. I fattori stressogeni sollecitano l’ipotalamo, con stimolazione delle ghiandole surenali, per via nervosa ortosimpatica, con liberazione di adrenalina e noradrenalina da parte della midollare del surrene e la stimolazione dell’ipofisi con conseguente produzione di corticosteroidi da parte della corticale del surrene, in particolare il cortisolo, definito “ormone dello stress”.

  • Prima fase: l’allarme, il riconoscimento del pericolo e la mobilitazione delle forze difensive. Vengono liberati in forza dalla midollare del surrene adrenalina e noradrenalina, ormoni che avvisano l’organismo a predisporsi a una reazione. In questa fase il battito cardiaco e la respirazione accelerano, aumenta la pressione e i livelli di glucosio nel sangue. Muscoli e cervello sono in allerta con dispendio di molta energia che genera stress ossidativo con grande produzione di radicali liberi. 
  • Seconda fase: resistenza o adattamento, più si protrae lo stressor, maggiore è l’impegno dell’organismo a fronteggiare l’agente stressante. Si ha una sovraproduzione di corticosteroidi: cortisolo, cortisone, corticosterone da parte della corteccia surrenale, in particole cortisolo, che provoca un aumento della glicemia, stimolando la gluconeogenesi epatica. Il cervello produce beta-endorfine, dalle proprietà analgesiche ed eccitanti, che innalzano la soglia del dolore. Se la produzione di cortisolo si protrae troppo nel tempo a causa dello stress, le difese immunitarie si abbassano, e si ingenera stanchezza e malessere.
  • Terza fase: esaurimento, con calo repentino della produzione di ormoni surrenalici e rapida diminuzione delle riserve energetiche. Entra in gioco la forza e la durata dello stress: se è stato per un periodo limitato con un ritorno all’equilibro si parla di eustress, che ha risvegliato l’organismo ma non l’ha debilitato. Se invece la fase di resistenza si è protratta per lungo tempo e la reazione è stata inadeguata con conseguenze fisiche e psichiche importanti si è di fronte a un distress, uno stress nocivo.

 

Gli adattogeni possono venire in aiuto per supportare l’organismo ad affrontare le varie fasi di reazione allo stress. Non trattano disturbi specifici, agiscono sull’intero organismo aumentandone la vitalità e resistenza e contribuendo a mantenere un perfetto stato di equilibrio psico-fisico.

Gli adattogeni aumentano in modo aspecifico l’elasticità dell’organismo ad adattarsi a fattori stressanti di varia natura, aiutando l’organismo a reagire allo stressor e a non ammalarsi. Alzano la soglia di tollerabilità allo stress e aiutano a controllarlo. Svolgono un’attività complessa, perchè preparano l’organismo a reagire in modo adeguato ai più diversi stimoli. Attivano e potenziano alcune funzioni fisiologiche, provocando un aumento delle performance psico-fisiche che si mantiene nel tempo, per mantenere costante la risposta e il rendimento.

 

Le migliori piante adattogene contro lo stress cronico

 

Tra le più importanti piante adattogene ci sono  il Panax Ginseng, l’Eleuterococco, l’Astragalo, la Schisandra, la Rhodiola Rosea, la Withania, la Bacopa.
Sono tutte piante che migliorano l’efficienza mentale, declinata in attenzione, memoria, concentrazione e l'efficienza fisica, come forza, resistenza, recupero e appartengono a famiglie diverse, con principi attivi di diversa natura; sono quindi personalizzabili, in base alle caratteristiche dei soggetti che ne necessitano un’integrazione.

  • Ginseng: panax, "rimedio per tutto" e infatti il Ginseng è considerato il re delle piante adattogene. Tonifica l’organismo e lo protegge da stimoli stressogeni poichè aumenta il rilascio da parte dell’ipofisi di ormone adrenocorticotropo (ACTH) che stimola a sua volta la produzione di cortisolo, che a sua volta aumenta fisiologicamente nell’organismo in condizioni di stress psico-fisico severo e tende ad inibire le funioni corporee non indispensabili nel breve periodo, in modo da garantire il massimo sostegno agli organi vitali e al sistema difensivo. Svolge attività ergogenica, con un’ottimizzazione dell’uso di energia e sue riserve per un recupero veloce. Anche sul sistema nervoso, stimola l’apprendimento e la memorizzazione. Anche il sistema immunitario viene modulato dal ginseng, con effetti benefici sul controllo di malattie infiammatorie e infezioni.
  • Eleuterococco: agisce sull’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. La sua è un’attività spiccatamente rivolta al sostegno dell’attività del sistema immunitario. Utile per coloro che contraggono facilmente malattie da raffreddamento, infezioni. Esercita un’azione antifatica, da assumere in caso di lunghi periodi affaticamento, o come ricostituente durante la convalescenza. 
  • Astragalo: favorisce il recupero negli stati di affaticamento da stress, ma è anche un valido alleato per rafforzare le difese immunitarie. Utile in caso di astenia, convalescenza, affaticamento fisico e mentale, senescenza. Svolge azione antiossidante e antinfiammatoria, tanto da preservare i tessuti dall’insorgenza di patologie croniche, anche legate all’invecchiamento.
  • Schisandra: è un epatoprotettore e un antiepatotossico che protegge il fegato da eventuali danni e ne promuove le funzioni. Coadiuva il filtraggio delle tossine, la produzione di bile e glicogeno, aumenta i livelli di glutatione e glucosio-6-fosfato e l’attività di glutatione reduttasi. Stimola la riparazione degli epatociti. Permette di riequilibrare i livelli di transaminasi in caso di infiammazioni. Rinforza e velocizza i riflessi, senza eccitare, aumenta la resistenza alla fatica, migliora il tono dell’umore. Normalizza la pressione sanguigna, migliora le prestazioni muscolari
  • Rhodiola: influenza e modula l’attività di neurotrasmettitori quali la dopamina, l’adrenalina, noradrenalina, permettendo di migliorare attenzione, riflessi, memoria, apprendimento, resistenza alla fatica. La Rhodiola aumenta inoltre i livelli di serotonina, attraverso l’inibizione dell’enzima deputato alla sua inattivazione, la Cateco-O-metiltransferasi (COMT) e la stimolazione del trasporto del 5-idrossitriptofano (5HTP), precursore della serotonina, attraverso la barriera emato-encefalica. Quindi miglior controllo dell’umore, del sonno. Aumenta i livelli di beta-endorfine, dall’attività analgesica e tonica, che diminuiscono la sensazione di fatica e aumentano quella di benessere
  • Withania: un adattogeno che riduce la fatica, migliora l’attenzione e supporta le prestazioni psico-fisiche, adatta anche per le persone anziane. Tonifica l’organismo e rilass il sistema nervoso aiutando a contrastare lo stress da stati ansiosi. 
  • Bacopa: è un adattogeno nootropo e tonico-nervino, leggermente ansiolitico e spasmolitico. Agisce sui deficit di memoria e funzioni cognitive, ansia e depressione, perchè i bacosidi migliorano la trasmissione degli impulsi nervosi, esercitano un’azione antiossidante protettiva cerebrale. E’ utile in periodi di stanchezza, ed esaurimento psico-fisico, con difficoltà di congtrazione e apprendimento.

 

 

Come assumere gli adattogeni: tisane, capsule, estratti

 

I rimedi adattogeni trovano largo utilizzo in preparati standardizzati e titolati in dosaggi già predisposti: quindi fialoidi monouso, preparati diluiti in succhi con fitocomplessi in estratti che lavorano in sinergia per potenziare l’effetto delle singole piante. Si assume un fialoide al mattino e se necessario uno al pomeriggio.
Gli estratti secchi in capsule o le compresse dei singoli rimedi, da assumere 2 volte al giorno con un bicchiere d’acqua.

E’ consigliabile protrarre l’assunzione per qualche tempo, almeno 2 o 3 mesi per consentire all’organismo di rispondere al meglio e poi ripetere ciclicamente l’integrazione, sopprattutto per quei soggetti a rischio stress cronico.

 

 

Effetti collaterali e precauzioni

 

Ognuno deve poter scegliere il rimedio adattogeno più consono per il proprio stato di salute e per eventuali farmaci che sta assumendo con i quali potrebbero stabilirsi interazioni.

  • Ginseng: oltre ad essere un adattogeneo è anche uno stimolante sul sistema nervoso centrale. Non è adatto a chi soffre di stati di irritabilità, tachicardia e fatica a riposare. Svolge azione ipoglicemizzante, quindi sconsigliato a chi assume farmaci per il controllo della glicemia. Sconsigliato in gravidanza e allattamento.
  • Eleuterococco: sconsigliato a chi è iperteso, a chi assume farmaci immunosoppressori, perchè potrebbe diminuirne l’efficacia. Sconsigliato in gravidanza e allattamento.
  • Astragalo: sconsigliato se si assumono farmaci immunosoppressori.
  • Schisandra: non presenta controindicazioni, solo per principio precauzionale si sconsiglia in gravidanza.
  • Rhodiola: non presenta controindicazioni, solo per principio precauzionale si sconsiglia in gravidanza.
  • Whitania: sconsigliata in caso di assunzione di immunosoppressori
  • Bacopa: è un rimedio sicuro che non presenta controindicazioni. Spempre per il principio di precauzione se ne sconsiglia l’assunzione in gravidanza.