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L'Artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens)

L'artiglio del diavolo, la pianta ideale contro i dolori muscolari ed articolari

L'Artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens)

L'Arpagofito (Harpagophytum procumbens) conosciuto anche come "artiglio del diavolo", è una pianta erbacea strisciante originaria dell'Africa, il fitocomplesso farmacologicamente attivo viene estratto dalle sue radici secondarie.

Il suo curioso soprannome deriva dall'esistenza di veri e propri "uncini" che ne circondano il frutto; questi, se calpestati da animali o uomini a piedi nudi, possono penetrare nella pelle facendo saltare più volte il malcapitato (proprio come un "indiavolato", secondo le leggende africane).

 

Utilizzi in Fitoterapia

Gli estratti delle radici secondarie sono utilizzati principalmente per i seguenti trattamenti:

- contusioni con infiammazione sub-acuta;
- dolori muscolari, fibromialgie, tendiniti;
- dolori cervicali;
- gotta;
- artrite comune, artrite reumatoide, artrosi;
- reumatismi.

 

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Attività

Il fitocomplesso contiene Arpagoside, Arpagide, e Procumbide; questi principi attivi naturali hanno le seguenti attività:

- antinfiammatoria (come quella dei comuni farmaci, ma che si manifesta più lentamente);
- analgesica (non centrale ma locale);
- condroprotettiva (protegge la cartilagine articolare dalle degradazioni infiammatorie);
- ipouricemica (abbassa i livelli plasmatici di acido urico, molto utile per la Gotta).

A parità di attività con i farmaci classici, l'artiglio del diavolo presenta minori effetti collaterali, l'assunzione è comunque consigliata a stomaco pieno.

Altre attività interessanti della pianta sono le seguenti:

- digestiva (stimola la produzione di succhi gastrici e biliari, dunque può essere utile nell'inappetenza, nella ipocloridria e  nell'atonia gastrica);
- antipiretica (abbassamento della temperatura corporea);
- miorilassante della muscolatura liscia (antispasmodica);
- ipotensiva (abbassa la pressione arteriosa);
- ipoglicemizzante (abbassa i livelli plasmatici di glucosio);
- ipocolesterolemizzante (abbassa i livelli plasmatici di colesterolo);
- cardioprotettiva ed antiaritmica.

Le forme di somministrazione utilizzate in fitoterapia sono per uso orale (compresse, capsule, ...) ma anche per applicazioni esterne (creme, tinture, ...)

 

Effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati nell'uso per via orale sono dose-dipendenti e riguardano perlopiù transitori fastidi gastrointestinali.

 

Controindicazioni

L'arpagofito non deve essere utilizzato nei seguenti casi:

- gravidanza (è stimolante della contrattilità uterina);
- allattamento (non è adatta all'uso pediatrico);
- età inferiore ai 12 anni (alcuni studi indicano 18 anni);
- gastriti, ulcere, reflusso gastroesofageo;
- calcoli biliari;
- terapia con anticoagulanti (sommazione degli effetti: rischio di emorragie);
- terapia con ipoglicemizzanti nei diabetici (sommazione degli effetti: abbasserebbe troppo la glicemia);
- terapia con antinfiammatori classici (sommazione: rischio di gastrolesività);
- terapia dell'ipertensione (sommazione di effetti ipotensivi);
- terapia con antiaritmici;
- ipotensione (l'arpagofito abbassa la pressione).

 

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