Semi di lino: quali controindicazioni possono avere?
I semi di lino fanno molto bene ma non a tutti. Apportatori di Omega 3 e Omega 6, ricchi di fibre, possono però presentare controindicazioni in caso si sia affetti da alcune patologie particolari. Quindi attenzione, informiamoci sempre in modo accurato.

Ormai abbiamo imparato tutti a conoscere le proprietà dei semi di lino: sono importanti apportatori di Omega 3 e Omega 6, acidi grassi fondamentali, soprattutto l’acido alfa-linoleico, in grado di mantenere il nostro benessere cardiocircolatorio perché riducono le quote di colesterolo cattivo nel sangue e prevengono l’indurimento arterioso.
Sono utili alla fisiologica salute degli occhi, poiché ne contrastano le forme di degenerazione. I semi di Lino sono considerati degli antitumorali naturali, pare possano ridurre il rischio di sviluppare alcune forme di cancro al seno, alla prostata e al colon, grazie alla componente oltre che di Omega 3 anche di lignani, fitoestrogeni dalle proprietà protettive di fegato, pelle, cuore e sistema immunitario.
La stessa componente di lignani aiuta anche nel passaggio della menopausa, attenuando le vampate e gli sbalzi d’umore. Molti di noi in ogni caso assumo i semi di lino o la farina di semi per il suo importante apporto di fibre.
Sono ricchi di mucillaggini e proteine e per questo motivo possono aiutare a favorire la peristalsi intestinale, a rinfrescare il colon e ad ammorbidire le feci.
Per lo stesso uso però i semi di lino possono presentare controindicazioni importanti e come sempre accade in natura “ciò che fa bene a me non è detto che possa far bene a te”, quindi attenzione, informiamoci sempre in maniera corretta presso professionisti specializzati ed evitiamo il passa parola dell’amica. Ma vediamo in cosa i semi di lino possono presentare controindicazioni.
Gli acidi grassi essenziali e i semi
Semi di Lino: quali controindicazioni?
Scopriamo quali sono le controindicazioni che si possono avere quando si fa uso dei semi di lino e in quali casi si possono manifestare.
Semi di lino e malattie degenerative
I semi di lino una volta arrivati nell’intestino formano una massa gelatinosa grazie alle mucillagini contenute e in soggetti affetti da malattie degenerative come le sclerosi possono compartecipare a pericolose ostruzioni intestinali, per cui per assurdo, anziché coadiuvare per lo stesso principio il transito intestinale, lo bloccano.
Semi di lino in gravidanza
La componente fitoestrogena dei semi di lino non li rende adatti ad essere assunti in gravidanza: non esistono studi accertati a riguardo ma pare potrebbero influenzare lo sviluppo dell’apparato riproduttivo del feto.
Altre filosofie di pensiero invece ne consigliano l’uso poiché aiutano a prevenire emorroidi e favorirebbero lo sviluppo cerebrale del feto; nel dubbio comunque ne eviterei l’assunzione: esistono altri rimedi per favorire il transito intestinale in un periodo così delicato.
Semi di lino per bambini
I semi di lino sono sconsigliati ai bambini: in un apparato gastrointestinale così delicato che deve ancora strutturarsi è bene utilizzare rimedi blandi e molto più delicati di semi oleosi in genere.
Effetti collaterali dei semi di lino
Nel primo periodo in cui si fa uso dei semi di lino possono manifestarsi forme fermentative, flatulenze che andranno via via diminuendo, ma che possono creare disagi, senso di pesantezza, gonfiore, difficoltà digestiva.
I semi di lino si comportano per certi versi come il carbone vegetale, assorbono cioè eventuali sostanze farmacologiche ingerite in concomitanza. È bene quindi stare attenti a differenziare i tempi di assunzione, in modo da non interferire con le cure farmacologiche.
Sono sconsigliati a chi soffre di sindrome del colon irritabile e a chi soffre di diverticolite: nelle infiammazioni del colon infatti è bene chiedere consiglio al proprio medico, poiché si alternano periodi di stipsi a periodi di dissenteria e i semi di lino potrebbero aumentare entrambe le disfunzioni.
Come utilizzare i semi di lino
È importante rispettare i quantitativi consigliati e non eccedere nelle dosi: 2 massimo 3 cucchiaini di semi crudi, magari tritati o schiacciati in abbondanti dosi d’acqua o tisane.
Possono essere aggiunti anche ad una minestra calda. Se si desidera preparare una tisana lassativa si possono far bollire 2 cucchiaini di semi schiacciati, da filtrare successivamente prima dell’assunzione.
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