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Gli effetti dell’assenzio

Il mitico assenzio, sdoganato a cavallo del 1990, ha attorno a sé un alone di leggende che riguardano i suoi effetti. Vediamo quali sono le magie della fatina verde.

Gli effetti dell’assenzio

La fatina verde dell’assenzio vuole la vostra anima…” ci dice Gary Oldman nei panni di un Dracula dandy in un film del 1992. Ebbene l’assenzio è una bevanda con una storia intarsiata di leggende e aneddoti, alcuni fondati e altri meno.

Ciò è dovuto anche alla confusione che tal volta nasceva tra l’assunzione di assenzio e quella del laudano, una tintura di oppio, che spesso andavano a braccetto. Questa combinazione, con aggiunta della zolletta di zucchero di rito, era la preferita dei poeti, degli artisti e di tutti quelli che cercavano una temporanea fuga dalla realtà, sfruttando in un colpo solo gli effetti dell’alcol e quelli degli alcaloidi dell’oppio.

Per molti anni, questo metodo di assumere assenzio e laudano è stato chiamato semplicemente “bere assenzio”, tout-court, portando alla messa al bando, attorno al 1915, dell’assenzio in vari Paesi del mondo occidentale.

 

Il tujone nell'assenzio

Ma c’è qualcosa di vero dietro alle dicerie sulla fatina verde che abiterebbe l’assenzio puro senza laudano dandogli addirittura poteri allucinogeni? Ebbene, oltre all’alcol, che nell’assenzio varia da una percentuale del 45% a quasi 80%, troviamo un monoterpene presente nell’Artemisia absinyhium, la materia prima dell’assenzio.

Si chiama tujone, ha un forte sentore di mentolo, ed è psicoattivo: agisce sui recettori serotoninici con effetti non troppo dissimili da quelli di alcuni cannabinoidi. In genere, stando ai rapporti degli psiconauti consumatori, l’effetto del tujone assunto tramite l’assenzio sarebbe in qualche modo rapportabile a quello della cannabis assunta per via orale.

 

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Legislazione sull'assenzio

Se due secoli fa il consumo di assenzio e laudano andavano per la maggiore e non avevano alcuna opposizione, come già detto cento anni fa la bevanda fu proibita.

Il ritorno all'uso della "maschera di cristallo" è anche stato analizzato dai ricercatori (un interessante studio è pubblicato dalla rivista scientifica Taylor & Francis) in quanto si assiste a una riapertura alla commercializzazione e al consumo di assenzio con una speciale legislazione a riguardo: ogni Paese ne ha una propria e si basa sulla quantità massima di tujone contenuta nell’assenzio.

Nell’Unione Europea, le bevande a base di Artemisia absinthium non devono avere una quantità di tujone superiore 35mg per chilo.

 

Gli effetti psicoattivi dell'assenzio

L’assenzio ha dei predecessori nella storia delle bevande alcoliche a base di Artemisia absinthium, già in Grecia, nel primo secolo, una bevanda simile era somministrata, assieme al miele, per guarire febbri e raffreddori.

Molte sono state le proprietà attribuite all’assenzio nei secoli, molte delle quali, del tutto a sproposito. Compariamo alcuni degli effetti psicoattivi dell’assenzio con quanto popolarmente si dice a riguardo. Anzitutto, gli esperti ci dicono che attribuire degli effetti allucinogeni all’assenzio è esagerato.

Senza dubbio alterazioni della percezione e visioni, che possono andare dai visual geometrici a immagini ipnagogiche, possono dipendere in gran parte dall’assunzione massiccia di alcol.

Il tujone invece è responsabile di sensazioni simili all’assunzione di cannabinoidi, il THC soprattutto. L’effetto complessivo che ne deriva è talvolta descritto come un’ebbrezza lucida, con una forma di sedazione antidolorifica. In sintesi, stando ai rapporti, l’assenzio rientrerebbe più nella categoria degli inebrianti-delirogeni che degli allucinogeni propriamente detti.

Ci sono anche degli specifici effetti collaterali collegabili all’assunzione eccessiva di assenzio. In passato, veniva chiamano absintismo. Disturbi alla vista e all’udito, spesso considerati allucinazioni visive o auditorie, rientrano spesso nei cosiddetti effetti collaterali o comunque indesiderati.

In alcuni casi, l’assenzio può causare un genere di convulsioni non attribuibili al solo alcol. D’altro canto, effetti negativi a breve, medio e lungo termine come danni mentali e cerebrali, perdita di mobilità e altre menomazioni serie, sono da ritenere spesso più collegate all’abuso di alcol che agli effetti del tujone stesso.

 

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Foto: moskwa / 123RF Archivio Fotografico