Articolo

Acidità ematica: come ti indebolisco le ossa

L'introduzione continua di cibi o bevande acide crea un successivo ambiente ematico acido. Questa tendenza non fisiologica, deve essere immediatamente combattuta dall’organismo.

Acidità ematica: come ti indebolisco le ossa

Il calcio (CA) è un minerale diffuso e abbondante in natura; la crosta terrestre ad esempio, ha un’elevata concentrazione di questo minerale al pari delle ossa umane, le quali ne contengono il 98% di quello presente nel corpo.  

E’ un minerale che partecipa non solo alla formazione delle ossa (per tal motivo, i pediatri prescrivono in via precauzionale, un’integrazione alimentare a neonati e bambini) ma anche dei denti, alla coagulazione del sangue e alla trasmissione degli impulsi nervosi, nonché alla contrazione muscolare e conduzione elettrica nel cuore.

 

Il calcio è presente maggiormente in alimenti di origine animale dunque, latte, formaggi, salumi, carni e per tale ragione questi sono i cibi consigliati a chi necessita una quota addizionale del minerale. Si pensi alle donne in premenopausa o nei casi di osteopenìa (riduzione fisiologica della massa ossea) oppure marcatamente patologico come nell’osteoporosi. 

 

Seppur sia corretto integrare con l’alimentazione una quota maggiore di calcio, bisogna prestare attenzione a un fenomeno fisiologico biochimico che, se trascurato può indebolire le ossa anziché rinforzarlo.

Tutti i cibi sopra menzionati, creano un ambiente ematico acido e ciò deve essere immediatamente combattuto dall’organismo in quanto, il range entro cui il PH ematico deve mantenersi è estremamente stretto (PH ematico 7,40>7,60).

Perciò dovendo combattere l’acidità ematica, l’organismo, per l’effetto dei sistemi tampone, preleva dalle ossa il calcio e lo rilascia in circolo.

Se il fenomeno continua nel tempo ecco che il serbatoio umano di calcio, le ossa, tenderanno a indebolirsi riducendo la propria massa.

 

Molti nutrizionisti consigliano di mangiare formaggi freschi e magri come ricotta, mozzarella, caprino per non più di due volte la settimana, anche in presenza di osteoporosi.