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Tela di ragno al posto della plastica monouso

Tela di ragno come sostituto della plastica? Potrà sembrare un’idea bizzarra, ma in realtà è un solido progetto scientifico su cui si sono messi all’opera i ricercatori dell’università di Cambridge.

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©mycteria / 123rf.com

Ricreare in laboratorio la seta di ragno

Quali sono i materiali più resistenti in natura? Ci viene istintivo pensare ai diamanti e ad altre pietre dure, ma in realtà ce ne sono altri di insospettabili. Come i denti delle patelle, il bambù e la seta di ragno.

 

Nonostante il suo aspetto impalpabile, il materiale di cui sono fatte le ragnatele è cinque volte più resistente dell’acciaio, a parità di peso. Una ragnatela abbastanza grande sarebbe in grado addirittura di fermare un aereo di linea in volo.

 

I ricercatori dell’università di Cambridge sono intenti da anni a studiare questo eccezionale materiale, con l’idea di ricrearne le proprietà in laboratorio. Finalmente ci sono riusciti, e il risultato – descritto da una pubblicazione su Nature Communications – potrebbe avere grosse ripercussioni positive in termini di sostenibilità ambientale. 

 

Una seta di ragno artificiale e vegana

Come spiega una nota dell’università, il team del professor Tuomas Knowles ha studiato a fondo le proprietà delle proteine. Dall’analisi della seta del ragno è emerso un grande interrogativo scientifico: com’è possibile che sia così resistente se i legami tra le molecole sono così deboli? Il segreto sta nei legami a idrogeno disposti regolarmente nello spazio, con una densità molto elevata. 

 

Da qui il tentativo di replicare questo auto-assemblaggio in altre proteine. Gli scienziati hanno scelto le proteine della soia; nonostante la sua composizione di base fosse completamente diversa, sono riusciti a creare le condizioni giuste per far sì che si comportasse come la seta di ragno. 

 

Altri avevano provato esperimenti simili con altre sete che, in quanto tali, sono di origine animale. Questa è dunque la prima volta in cui si riesce a ricreare una seta di ragno vegana. Adottando, per giunta, un processo tecnologico efficiente a livello energetico.

 

Un sostituto della plastica monouso

Al di là della sfida tecnologica e scientifica, meritano attenzione anche i risvolti ambientali. Il nuovo materiale infatti è un film polimerico forte e malleabile come la plastica, che può essere prodotto su scala industriale (anche in diversi colori) senza fare uso di petrolio né di derivati animali. 

 

I possibili impieghi? Innumerevoli: dai rivestimenti impermeabili, alle bustine, fino alle capsule per il detersivo da bucato. Se adottata su larga scala, questa soluzione tecnologica potrebbe essere una rivoluzione, visto che la seta di ragno sintetica si biodegrada nell’ambiente naturale senza dover essere sottoposta a trattamenti complessi e costosi.

 

Ora la palla passa a Xampla, un’azienda spin-off dell’università di Cambridge che si occupa proprio di sviluppare alternative alle plastica monouso. L’impresa ha già concluso un round di finanziamenti da 2 milioni di sterline.