Articolo

I leader mondiali sono pronti per la sfida della sostenibilità?

Per le aziende, azzerare le emissioni nette di gas serra significa rivoluzionare i prodotti, i processi, gli stabilimenti e, ancora ancora più importante, la cultura interna. I leader mondiali stanno facendo promesse rilevanti, ma saranno in grado di portarle a compimento?

leader-mondiali

Credit foto
©AP/LaPresse

Carbon neutrality, il ruolo essenziale delle aziende

Abbiamo bisogno di voi, ora più che mai, per aiutarci a cambiare rotta, porre fine alla fragilità, evitare la catastrofe climatica e costruire il futuro giusto e sostenibile che vogliamo e di cui abbiamo bisogno”. Con queste parole il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres si è rivolto al gotha dell’economia mondiale riunito, stavolta virtualmente, per il World Economic Forum di Davos.

 

Se vogliamo scongiurare le conseguenze più gravi della crisi climatica, ha continuato, dobbiamo necessariamente azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050. “Ogni Stato, città, istituto finanziario e azienda deve adottare piani credibili, supportati da obiettivi intermedi, per la transizione alle zero emissioni entro il 2050. E deve agire in modo deciso ora per imboccare la strada giusta”, ha continuato. “Ogni settore deve fare la sua parte, dall'aviazione e dall'agricoltura fino ai trasporti e al manifatturiero”. 

 

La sostenibilità nei piani strategici delle multinazionali

Tra le potentissime multinazionali che tengono le fila del nostro sistema economico, parecchie hanno risposto all’appello

 

Qualche esempio? Tra le altre, Ibm, PwC e Sky hanno promesso di azzerare le emissioni nette di gas serra entro il 2030; PepsiCo, Aviva e Vodafone entro il 2040. Mentre Henkel promette di diventare tre volte più efficiente entro il 2030, per poi diventare climate positive entro il 2040, Unilever lavora per azzerare le emissioni legate ai prodotti entro il 2039. 

 

Il settore automobilistico intanto marcia compatto verso l’elettrico e l’idrogeno. General Motors entro il 2035 non venderà più auto, SUV e furgoni alimentati a diesel o a benzina; Volvo entro il 2030 produrrà solo auto elettriche e le venderà esclusivamente online. Anche Ford fra dieci anni immetterà nel mercato europeo soltanto veicoli elettrici.

 

Alla ricerca di leader capaci e coraggiosi

L’espressione “carbon neutrality” sintetizza in due parole un percorso di transizione imponente. Queste aziende, così come tutte le altre che hanno fatto promesse analoghe, dovranno rivedere la formulazione dei prodotti, cambiare alcuni fornitori, reimpostare i processi interni, riconvertire gli stabilimenti, introdurre nuove figure professionali

 

Fino a pochi anni fa, i loro leader avevano il compito di elaborare piani a breve termine per massimizzare i ritorni degli azionisti. Oggi, invece, sono chiamati a creare una visione per il futuro. Con questi annunci, di fatto, stanno posando la prima pietra per una grande opera; poi spetterà ai loro successori edificarla fino all’ultima finitura. 

 

La sostenibilità nella cultura aziendale

Più ancora degli investimenti, più ancora delle tecnologie, è la cultura aziendale a fare la differenza. “Comunemente, tutti gli obiettivi di sostenibilità vengono messi nero su bianco ma, quando si ha a che fare con le decisioni quotidiane, i dirigenti spesso non sono coinvolti. Ne consegue che tali obiettivi debbano essere radicati nella cultura aziendale”, spiega a Forbes Todd Court, docente presso la Yale School of Management. 

 

Bisogna creare partnership solide all’interno e all’esterno dell’azienda; anche con i competitor, quando serve. Solo così si potranno mettere in campo i necessari cambiamenti di sistema. In caso contrario, il rischio è quello di giocare allo scaricabarile, demandando il compito di tagliare le emissioni alle altre divisioni, ai fornitori, agli altri operatori del mercato. 

 

L’articolo di Forbes suggerisce anche di decentralizzare il grande obiettivo della sostenibilità, incentivando i manager di ogni singola area aziendale a farlo proprio, escogitando idee innovative e portandole avanti. Per assicurarsi di avere sempre al proprio fianco manager lungimiranti e competenti, i vertici aziendali sono ora chiamati a investire sulla selezione, sulla crescita e sulla fidelizzazione dei talenti

 

“Identificare i giusti talenti per le future posizioni manageriali – persone che abbiano sia la corretta mentalità sui rischi dovuti ai cambiamenti climatici, sia le competenze per guidare le iniziative sulla sostenibilità – è l’elemento più importante per la pianificazione di successione nell’epoca moderna”, conclude l’articolo.

 

“Tagliare i ponti con i modelli di leadership obsoleti, e identificare chi guidi l’azienda in un’ottica di capitalismo sostenibile, è la decisione più importante che un amministratore delegato di oggi possa prendere”.