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Giornata mondiale del commercio equo

70 anni di sforzi verso un commercio pienamente equo e solidale. Le nostre distratte scelte di consumo possono danneggiare intere comunità, ecco perché occorre una giornata per ricordarcelo.

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©Fb Fairtrade Italia

Un po' di storia equa e solidale

Non è ancora un diritto acquisito garantire ai produttori di beni nei Paesi in via di sviluppo, specie quando si parla di cibo, un pagamento giusto e adeguato per il loro lavoro: la catena del business, troppo spesso, si avvale di zone d'ombra fatte di sfruttamento e sottopaga.

 

Dopo la (ahimé, troppo lunga) era coloniale, ci siamo resi conto di quanto fosse importante un trattamento equo di tutte le parti coinvolte nella transazione economica di un bene da un Paese produttore a un altro consumatore. 

 

I primi veri tentativi di istituzionalizzare questi sforzi sono avvenuti a metà del secolo scorso, quando alcune organizzazioni non governative, spesso di matrice religiosa, hanno tentato di difendere i diritti dei lavoratori africani e sudamericani

 

I passi aventi più concreti sono avvenuti poi in Europa alla fine degli anni Sessanta quando la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) pose l’accento sul bisogno di sostenere la produttività verso i Paesi in via di sviluppo

 

A partire da allora il movimento di commercio equo e solidale è stato supportato a livello internazionale, creando speciali loghi ben riconoscibili per cibo e piccolo artigianato prodotti in maniera sostenibile, equa e nel rispetto dello sviluppo locale.  

 

I valori della Giornata mondiale del Commercio equo e solidale

L’11 maggio 2019 si celebra la Giornata mondiale del commercio equo. Una data specificia per soffermarci sui nostri stili di consumo: non è facile, infatti, riuscire a aere tutta la consapevolezza necessaria quando affrontiamo un acquisto. 

 

Caffè, cioccolata, banane, ananas e tanto altro: non è solo una questione di provenienza geografica, il commercio equo e solidale considera le condizioni di vita e di lavoro della manodopera che ha permesso a questi beni di raggiungere le nostre tavole, le nostre dispense, le nostre case. Spesso, inoltre, le categorie più deboli e con meno diritti sono proprio le donne e i minori.

 

E’ in difesa di queste persone che il secondo sabato di maggio dovremmo ogni anno sforzarci di collaborare con quanto portato avanti dalla agenzie, governative e non, che lavorano al commercio equo e solidale, ovvero: creare opportunità per i produttori che vivono in condizioni svantaggiate, spingere per una totale trasparenza nella contabilità delle grandi aziente di import-export, il rispetto dell’ambiente nei Paesi in via di sviluppo, la promozione e l’uso del protocollo stabilito dalle associazioni di commercio equo e solidale, il pagamento dei prezzi equi stabiliti internazionalmente, garantire che nessuno bambino sia coinvolto nella catena di lavoro, garantire decenti condizioni di lavoro, garantire la libertà di associazione dei lavoratori, l’assenza di discriminazioni razziale o di genere. 
 

I temi di quest'anno

In giro per il mondo non mancano forum e discussioni sul tema mercati ed esposizioni tematiche insieme ai produttori si trovano nelle grandi metropoli come nei centri più piccoli.

 

Quest’anno, grazie alla rete, la mobilitazione delle organizzazioni punta tutto sull’urgenza di adottare politiche lavorative che salvaguardino la salute del pianeta

 

Altro tema a cuore degli organizzatori è il supporto della cosiddetta “economia circolare”, del riciclo creativo e della produzione responsabile. 

 

Un occhio di riguardo verrà dato alla formazione di donne leader nel campo del lavoro produttivo. Molta è ancora da fare e la strada è in salita, ma sempre più persone vengono sensibilizzate verso questi temi e certamente gli obiettivi più importanti verranno raggiunti, magari per via perfettamente democratica, popolare e consapevole.