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Climate scenarios: comunicare il cambiamento climatico

Fare in modo che le proiezioni scientifiche sugli effetti del cambiamento climatico diventino comprensibili a tutti, anche a chi non possiede avanzate competenze tecniche. È l’obiettivo della piattaforma Climate Scenarios.

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©welcomia / 123rf.com

Anche il clima è un’emergenza

Quando è scoppiata la pandemia, i governi l’hanno immediatamente designata come l’assoluta emergenza. Ci sono state profonde differenze in termini di approccio, misure di lockdown più o meno severe, scelte comunicative, gestione del servizio sanitario. Ma nessuno ha pensato che il coronavirus potesse essere semplicemente ignorato.

 

Con la crisi climatica, invece, succede proprio questo. I dati ci sono e non lasciano margine a dubbi. Il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) ha messo nero su bianco che le temperature medie globali potrebbero aumentare di 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali già nel 2030. L’intera comunità scientifica è unanime nel sostenere che questo fenomeno sia dovuto alle emissioni di gas serra provocate dall’uomo.

 

Ben cinque anni fa, il 12 dicembre 2015, 195 paesi membri dell’Onu hanno firmato l’Accordo di Parigi sul clima, impegnandosi a restare entro la soglia dei 2 gradi centigradi, facendo “tutto il possibile” per non superare gli 1,5 gradi.

 

Eppure, le azioni concrete ancora latitano. I singoli Stati hanno messo a punto i loro piani d’azione (le cosiddette "nationally determined contributions") ma da più fronti si continua a ripetere che, anche qualora venissero rispettati dal primo all’ultimo, sarebbero comunque insufficienti

 

L’ultima conferma in ordine di tempo è arrivata dall’Emission gap report pubblicato dal Programma delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unep). Lo studio sostiene che, di questo passo, le temperature aumenteranno di 3 gradi centigradi entro la fine del secolo. E il crollo delle emissioni dovuto alla paralisi di trasporti e industrie durante il lockdown? Irrilevante.

 

Non abbiamo dubbi nemmeno sul fatto che, in termini concreti, la crisi climatica sia anche una crisi ambientale, economica e sociale. Si prevede che entro la fine del secolo scomparirà il 90% dei ghiacciai delle Alpi, un miliardo di persone sarà costretto a emigrare, il pil pro capite medio si ridurrà del 7,22%. 

 

Il progetto Climate scenarios

Come fare in modo che i decisori politici riservino al cambiamento climatico l’attenzione che merita? E che, soprattutto, mettano in campo interventi coraggiosi, tempestivi e con un solido fondamento scientifico

 

Un team internazionale, guidato dal Potsdam Institute for Climate Impact Research, ha lavorato per colmare il divario tra conoscenze scientifiche e decisioni politiche. Il risultato è Climate Scenarios, la prima piattaforma digitale che traduce gli scenari legati al clima in infografiche interattive.

 

La scienza ha sviluppato e usato gli scenari legati al clima per diversi anni, basandosi sulle simulazioni elaborate dai computer. Tuttavia, bisogna ammettere che la materia è parecchio complicata e i risultati sono dispersi in un’infinità di pubblicazioni scientifiche”, spiega Elmar Kriegler, a capo del dipartimento "Transformation Pathways" dell’istituto di Potsdam e del consorzio Senses che ha sviluppato la piattaforma.

 

Ora vogliamo offrire un nuovo modo per consultare questi scenari. Così le persone possono vedere con i propri occhi qual è la posta in gioco con la stabilizzazione del clima, e possono basare le loro decisioni sulle più accurate informazioni a disposizione”, continua. 

 

Esplorare i diversi scenari legati al clima

Per capire i dati, infatti, non c’è bisogno di padroneggiare complesse conoscenze tecniche. Anche amministrazioni locali e nazionali, aziende, investitori, singoli cittadini possono toccare con mano le evoluzioni del cambiamento climatico sotto diversi aspetti.

 

Un esempio? In campo economico-finanziario si parla da tempo di stranded assets, espressione che in italiano potrebbe essere tradotta come “beni incagliati”. In pratica si tratta di tutti quegli investimenti che oggi potrebbero sembrare profittevoli ma, nell’arco di qualche anno, potrebbero essere messi fuori mercato

 

L’esempio tipico è la costruzione di una centrale a carbone, fonte che non solo è inquinante ma è anche sempre meno efficiente, sempre meno conveniente a livello economico e nell’arco di qualche anno potrebbe essere ufficialmente dismessa dai governi.

 

Ecco, per un consulente finanziario potrebbe essere molto utile capire quanto dev’essere rapida la riduzione delle emissioni per contenere il riscaldamento globale entro la soglia concordata dalla comunità internazionale. Avrebbe così un elemento in più per ponderare i suoi investimenti.

 

La piattaforma mette a disposizione una serie di moduli su alcuni argomenti base (l’introduzione al cambiamento climatico, gli eventi meteorologici estremi, il valore del suolo per la produzione alimentare e la tutela del clima ecc.). Oltre a consultare le informazioni introduttive, l’utente le può esplorare e approfondire sulla base dei suoi interessi specifici.