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Geometrie divine: gli yantra

Diagrammi geometrici volti ad avvicinare al divino l’adepto sincero. Senza bisogno di raffigurazioni plastiche, gli yantra si basano sulla riproduzione astratta e al tempo stesso evocativa delle tante divinità del pantheon indù

Geometrie divine: gli yantra

Questi meravigliosi disegni li vediamo spesso decorare stoffe, oggetti e superfici varie di natura etnica e, generalmente, non andiamo oltre l’apprezzamento estetico.

Eppure, i cosiddetti yantra (nome tecnico di quelli che abbiamo, per ora, considerato solo “disegni”) hanno ben altra funzione che non quella decorativa: essi altro non sono che raffigurazioni del divino rappresentato dalla struttura geometrica.

Una lingua di colori e forme per colmare la distanza che separa l'uomo da dio senza eguali nella nostra cultura: scopriamola nei dettagli!

 

Cosa sono gli yantra?

La parola yantra deriva dal sanscrito “yam” e significa "strumento", "congegno", "veicolo". Questi disegni sono una rappresentazione della divinità durante la meditazione o il culto e hanno lo scopo di supportare l’esperienza mistica.

Gi yantra, in genere, sono costituiti da una forma quadrata all’interno della quale si iscrivono figure varie come triangoli, petali di loto, cerchi; hanno tutti un valore altamente simbolico: il cerchio, per esempio, rappresenta la Coscienza Universale, il quadrato rappresenta la terra, il triangolo, a seconda del suo orientamento, l’energia maschile o femminile.

Il punto focale è comunque sempre il centro, chiamato Bindu: simoboleggia l’essenza dell’universo, il principio assoluto dal quale è scaturita la creazione, l’unione tra il Maschile e il Femminile; parallelamente riporta al centro del proprio sé mettendo in accordo e vibrazione tanto il divino che la coscienza umana inseriti e avviluppati nella composizione.

Ogni yantra, generalmente, raffigura una precisa divinità, ma può avere molteplici funzioni, come ci illustra Stefano Piano nella sua “Enciclopedia dello Yoga”: “In alcuni casi, può raffigurare il mondo o la sua manifestazione o anche facoltà mentali, o ancora quel microcosmo che è il corpo umano; infine, uno yantra può costituire uno strumento per un rito magico che si pone uno scopo ben preciso, come la conquista di una donna o la vittoria su un nemico”.

La realizzazione di questi diagrammi da parte degli adepti lascia ben poco spazio a qualunque velleità artistica dal momento che essi sono governati da precise regole compositive. Anzi, il disegno stesso diviene culto in sé e rituale data la pazienza, il rigore e l’attenzione necessari per costituirlo.

 

Gli yantra nella meditazione e respirazione yogica

 

 

Una ricca e complessa simbologia

L’utilizzo degli yantra è una delle parti fondamentali del rito tantrico, ovvero di quello specifico sistema religioso composto di rituali e pratiche che si basa sul Tantra, una serie di testi dottrinali.

Secondo questa visione l’adepto può conseguire il progresso spirituale grazie anche all’utilizzo proprio degli yantra (insieme a tutta una serie di altre pratiche tra cui lo yoga, i mudra, i mantra....): il devoto infatti, meditando su di essi, può evocare l’energia della divinità rappresentata dal diagramma geometrico. Tra l’altro, sono apprezzati anche a livello più popolare e hanno anche una funzione apotropaica e di protezione dal male.

Gli yantra sono, per così dire, l’equivalente visivo dei mantra e sono considerati, come anticipato in precedenza, dei disegni potenti che un rito appropriato rende “vivi”.

Parenti dei più famosi mandala (dai quali però si distinguono per alcune caratteristiche), gli yantra all’apparenza potrebbero sembrare solo dei disegni geometri e asciutti: nella realtà, come abbiamo visto, racchiudono un universo simbolico e religioso di grande suggestione e fascino.

 

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