Intervista

Pitagora e la numerologia onomantica. Intervista ad Angela Rech

Nel nome, cognome e data di nascita c'è tutto. Perché siamo inseriti in una regia perfetta e siamo qui per attuare un gioco d'amore che ha a che fare con l'essenza e non con il "vestito", per dirla con Pitagora. Intervista ad Angela Rech sulla numerologia onomantica

Pitagora e la numerologia onomantica. Intervista ad Angela Rech

L'immagine che riporta la sequenza dei numeri e forma un quadrato l'abbiamo scelta alla fine della telefonata su proposta della stessa Angela Rech, che sarà ad Assisi il 12 gennaio per un seminario sulla numerologia onomantica, cui seguiranno sessioni individuali nella giornata del 13 gennaio.

Se la osservate bene noterete che, se il 2 e il 3 hanno multipli come numeri sottostanti, mentre sotto l'1 c'è un 5. Il 5. Non è casuale. Il 5, mi spiega Angela, è il numero da cui si origina la novità, il nuovo che irrompe, quel nuovo che ogni uomo porta con sé, ogni uomo come il primo Adamo. 

Questo alla fine della telefonata. E all'inizio? Stavo per farle la classica domanda: cos'è la numerologia onomantica? Ma ecco che mi arriva alle meningi un punto interrogativo semplice e diretto.

 

Chi è per te Pitagora? 

Posso rispondere in base a quel che è stato il mio incontro con lui attraverso la sua filosofia di vita. Penso che quest'uomo straordinario avesse trovato in anticipo un linguaggio che poteva essere universale. Senza il numero non esisterebbe nulla. L'universalità del numero ci avrebbe consentito di aggirare la confusione che la parola ha messo in atto. Lui partì dalla geometria poi alle forme attribuì numeri nell'ottica di codificare, rendere comprensibile. 

Ormai sono passati molti anni da quando mi sono avvicinata a questa figura e da sempre sono stata affascinata dal fatto che, prima di morire, egli stesso dichiarò che in quanto aveva sperimentato fino a quel momento non c'era nulla di vero.  

Ora, Pitagora nasce a Samo nel 575 a.C. nel 535 a.C. si reca in Egitto dove ha modo di assorbire da vicino costumi, credenze, atti ascetici orientati verso la purificazione. Nel 525 a.C., Cambise II, il re della Persia, invade l'Egitto. Pitagora viene fatto prigioniero e portato a Babilonia. Poi, nel 520 a.C. ritorna a Samo. Una breve parentesi a Creta poi Samo di nuovo, dove fonda una scuola chiamata il semicircolo.

Il suo arrivo nella parte meridionale dell'Italia risale al 518 a.C. circa. Chi decide di entrare nella scuola che Pitagora apre a Crotone si assume anche la responsabilità consapevole di digiunare, pregare, meditare; molte famiglie vengono separate in quanto la comunicazione tra persone di sessi diversi non è libera. E questo grande personaggio, dopo aver tramandato insegnamenti di altissimo calibro iniziatico e spirituale, decide di dichiarare falsa ogni esperienza. Un'intuizione geniale, che svincola gli insegnamenti dalla dualità di vero e falso in cui erano cadute molte scuole iniziatiche di quel periodo. Non dà una verità cui appigliarsi e che sarebbe forse diventata il pretesto per scappare da se stessi; al contrario, fornisce un sistema dentro il quale è possibile giocare.

Ancora oggi, di fatto, in questo sistema io non ho trovato alcuna contraddizione. 

Non credo sia un caso che molti esoteristi vedano in San Francesco di Assisi la continuazione della manifestazione energetica raccoltasi secoli prima in Pitagora, come se fosse sempre Dio che continua a vivere attraverso uomini grandi come lo sono stati entrambi. 

 

Cosa c'è nel nome e nel cognome? 

Tutto. I nostri nomi e cognomi sono perfetti, sono la risultante di una regia perfettamente ordinata. 

 

Ma molti nomi sono dati a caso o per moda o senza nessuna consapevolezza circa la radice etimologica...

Vedi, tutto si può interpretare con la mente o con un'intuizione che arriva da una mente più profonda.

Platone diceva che se di una persona sai il nome, sai tutto

Il nome in realtà corrisponde a una vibrazione che è perfetta con la data di nascita. 

 

Ma ci sono casi in cui la data di nascita non corrisponde al vero. Su cosa si fa affidamento in quel caso? 

Sì, ad esempio molti bambini africani vengono iscritti quando il padre riesce, e se riesce, a ricollocare nel tempo e nella stagione la data di nascita; lo stesso avveniva nei nostri paesi di  montagna in passato, quando i bambini venivano iscritti in giorni diversi rispetto alla data effettiva, perché magari c'era molta neve o il papà non aveva potuto andare all'anagrafe per altre ragioni. 

Tuttavia, finora, ti ripeto, non ho trovato contraddizioni, e anche dove un dettaglio sembra strano, tutto comunque coincide alla fine.  

Noi siamo dentro a una regia perfetta, siamo gli artefici di questo gioco meraviglioso, basta osservare con nuovi numeri che poi in realtà sono solo i 3 dell'essenza, altri 3 per l'esperienza e gli altri 3 per quel che rimane. Noi siamo inseriti in questa grande palestra che è la terra ed il seme di frumento ovunque lo pianti diventa spiga, di fatto. Questa è la realtà della vita. 

Nella data ci sono le nostre quattro stagioni, a partire dall'inverno, che corrisponde al momento in cui veniamo seminati. Dal momento in cui prendiamo questo corpo inizia un periodo che arriva fino ai primi 40 anni della vita; in questa fase non viviamo per noi stessi ma per amore, quello stesso amore di cui il maestro Gesù era venuto a parlarci.

Nei successivi 9 anni lasciamo la nostra impronta, raccogliamo i semi di questa produzione personale da affidare a coloro che vengono dopo e non si tratta necessariamente figli, non è un dare che, in termini pitagorici, si direbbe confinato all'albero, ma appartiene a una più estesa dimensione operativa umana. Questo punto è importante. Pitagora lo faceva giurare a coloro che entravano nella scuola iniziatica: ricordate chi siete.

Il "vestito" funziona sul verbo avere, ma è nell'essere che c'è l'abbondanza. Proprio ora stiamo passando da un'epoca dell'avere a una nuova fase che è orientata all'essere; penso al versetto di Giovanni che indica che il verbo è presso Dio. Il verbo di riferimento è appunto l'essere. Questa trasformazione è un cambiamento forte: dalla santificazione della materia si passa alla valorizzazione dell'energia e dell'uso che della materia si fa. In altre parole, si esce dal giudizio e si entra nella dimensione dell'amore. 

 

Cosa si evince da nome e cognome e cosa dalla data di nascita?  

Nel nome e cognome c'è il numero che determina la personalità. Si direbbe che nel cognome c'è il "virus", il patrimonio genetico che ci portiamo dietro. Nel nome c'è l'"antivirus" che ci consente, nella logica pitagorica, di scoprire la nostra stessa meraviglia e rispettare quella che gli altri veicolano. Anche la vita può diventare qualcosa di vicino alla meraviglia, per esempio andando a lavorare sul concetto stesso di problema, vedendolo come il nostro amico, ciò che ci stimola a cercare altro. Lo stesso per la malattia, quella condizione che mettiamo in atto quando guardiamo alla vita secondo una visione limitata e invece di "sanare l'albero" finiamo per ammalarci della sua stessa malattia.  

 

Quanto questo sistema è vicino al karma e all'insieme delle azioni che si ripresentano ciclicamente? 

Vedi, se usi la parola karma, sei già in un certo contesto filosofico e culturale. La bellezza del numero è la sua universalità. Il numero ha in sé un simbolo intuitivo; possiamo vederlo come quantità o qualità e noi ci riferiamo a questa seconda valenza.  

 

La numerologia onomantica si rifà alla tradizione pitagorica. ma come possiamo essere certi di aver recepito in modo esaustivo insegnamenti talmente iniziatici e lontani nel tempo? 

Ciò vale per tutta la tradizione orale. Non avrei mai pensato di occuparmi di questo. Quando sono venuta a contatto con questi insegnamenti stavo facendo tutt'altro.

Quando esprimo questi insegnamenti lo faccio cercando di ricordarmi chi sono e questo ci fa tornare direttamente a Pitagora: ricordiamoci di guardare cosa c'è "dentro al vestito". Anche quando abbiamo a che fare con l'altrui vestito. C'è in gioco il corpo che registra tutte le esperienze. In questa epoca attuale ci occupiamo di modificarlo, "stiriamo il vestito" a tutti i costi, come se non avessimo accolto e accettato qualcosa. Pensa, Platone sceglieva gli allievi in base al nome ma anche ai segni che portavano sul corpo, in quanato ogni segno è eloquente, altamente significante.  

Siamo qui per attuare delle trasformazioni; la parte interessante della vita è quella dove "sudiamo". L'esistenza non va affrontata con sofferenza. Pitagora ti dice che hai tutto quel che ti serve per affrontare le "sudate" della vita. Chi rifiuta di entrare nella vita perde anche i suoi talenti; con questa frase si intende che ciascuno di noi ha qualcosa di specifico e quello è il suo gioco d'amore da attuare in vita. 

 

La numerologia onomantica c'entra coi tipi psicologici junghiani?  

Io son partita dai tipi psicologici teorizzati da Carl Gustav Jung e in questo insegnamento ho trovato qualcosa di molto più ampio. Ad esempio, se qualcuno ha voglia di elaborare qualcosa del proprio vissuto, i numeri possono anche rivelare se è interessante farlo con un terapeuta uomo o donna per meglio raggiungere la sintonia; difatto la comunicazione avviene quando c'è sintonia, altrimenti si può parlare ma non c'è un reale passaggio.  

 

Sabato 12 gennaio terrà una conferenza ad Assisi e poi, il giorno seguente, delle letture individuali per chi volesse. Ma saprebbe dirci esattamente a cosa serve avere una lettura e conoscere meglio questo insegnamento?

Il pomeriggio di domenica 13 sarò disponibile per le letture individuali perché ci sono persone che hanno come interesse principale quello di poter avere delle risposte. Diverso è il discorso per chi ha voglia di inserire tra le proprie questa conoscenza e approfondirla, in questo senso il seminario del sabato sarà più utile. 

Ogni volta che sono andata in un luogo non ho mai fatto la stessa conferenza; accade mi lasci portare e per questo credo molto che si tratti di momenti dove noi mettiamo in comune ciò che abbiamo dentro e rispolveriamo cose che possiamo risvegliare. 

Quanto all'utilità dell'insegnamento, si tratta di guardare le cose da un'altra angolatura innescando un processo di risparmio energetico. Entrando in confidenza con i numeri troviamo il riflesso dei nostri atteggiamenti e possiamo poi vedere come questo numero compie la sua trasformazione. Si comprende meglio il gioco in cui si è, si esce dal gioco della paura per entrare in quello dell'amore. 

 

Ammettiamo io vada da qualcuno che mi promette di cambiare la vita leggendomi i dati e riportandoli a un numero. Ammettiamo che io sono in una fase difficile e ci credo. E nel frattempo sborso cifre molto alte al presunto esperto. Come riconosciamo qualcuno che ci vuole dare altre prospettive senza alleggerirci il portafoglio e basta? 

Tutto funziona sulla risonanza. Se chiedo cifre alte per una lettura individuale attirerò chi è disposto a sborsarle.

Ci si deve muovere nel mondo senza paura, continuando a fare esperienze, ma senza pensare che noi siamo sul divenire, no, noi siamo nell'essere e questo essere è sul gioco d'amore.

Il gioco del sesso e del denaro sono molto potenti, energie straordinarie in quanto in questo incontro c'è uno scambio. Nel mio piccolo in questo scambio ognuno può restituire come e ciò che vuole. Il gioco del dare e del ricevere fa parte del vestito, ognuno di noi offre e si prende qualcosa in cambio ma questo scambio è viziato dall'occupazione primaria che è diventata imbrogliare e non essere imbrogliato. La logica del dare ciò che avanza ci ha ridotto a ciò. Il senso dell'esperienza è dentro all'essere che vuole lo scambio.