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Anche la meditazione vuole i suoi preliminari

Meditare non è né semplice né immediato. Oltre a una ferma volontà, occorre procedere per gradi, eseguendo diversi esercizi che inducano rilassamento, attenzione e concentrazione. Vediamo cosa è consigliato dai maestri per avvicinarsi alla pratica meditativa

Anche la meditazione vuole i suoi preliminari

Il risveglio delle nostre capacità superiori mediante la meditazione implica preliminari poiché segue un percorso per gradi. Non parliamo qui di un cammino spirituale, bensì di un progressivo allenamento di corpo e mente finalizzato al raggiungimento di ciò che la meditazione consente al praticante.

 

La progressione del percorso meditativo

Condizione essenziale per imparare a meditare è essere rilassati o meglio rilassarsi. Una volta entrati in questo stato, si passa poi all’attenzione, ovvero all’acquisizione di quella capacità di dirigere intenzionalmente la nostra attenzione mentale verso qualcosa.

Da quest’attenzione deriva la concentrazione, cioè la fermezza dell’attenzione su un tema o un oggetto stabilito che, mantenuta per lunghi periodi, sfocia nella vera attività meditativa. L’ultimo passo da muovere è quello del cosiddetto vuoto mentale, rappresentato dallo sgomberare la mente da ogni pensiero e immagine dell’esperienza abituale per lasciar posto a intuizioni provenienti da altri livelli esperienziali.

Ci concentriamo qui sui preliminari di meditazione, in particolar modo sulla postura, il rilassamento e l’attenzione. Preliminari. La capacità di rilassarsi non è proprio una cosa da tutti, specialmente nell’Occidente moderno dai ritmi di vita frenetici e dagli infiniti stimoli sensoriali. Rilassarsi richiede grande impegno e un notevole sforzo. 

È importante iniziare assumendo una corretta postura di meditazione: tra le più adatte c’è la classica posizione del loto (seduti a gambe incrociate) o la posizione da inginocchiati. Chi riscontrasse fastidio nell’assumere queste posizioni può anche sedersi su una sedia, con i piedi saldi per terra e la schiena ben dritta.

Molto importante infatti è la posizione della schiena al fine di consentire il libero flusso dell’energia vitale. Per quel che concerne il luogo in cui scegliamo di meditare, facciamo attenzione affinché sia un posto il più possibile privo di stimoli, visivi e uditivi. È consigliabile avere luci soffuse e pochissimo rumore, quindi stacchiamo gli apparecchi elettrici che possano interrompere l’esercizio, come ad esempio il telefono e il citofono.

L’abbigliamento sarà comodo e non sintetico. Mettete via le scarpe, gli occhiali, l’orologio e i gioielli. 

 

Rilassiamoci 

La tecnica base per entrare in uno stato di rilassamento consiste nel convogliare la propria attenzione sulle diverse parti del proprio corpo in successione, rilassando i muscoli uno a uno fino a rilassare l’intero corpo. Diverse scuole sono solite iniziare questo esercizio dagli occhi. Rilassiamo i muscoli delle palpebre fino a quando gli occhi tenderanno a chiudersi spontaneamente. Passiamo poi alla fronte, rilassandone la muscolatura, e proseguiamo con le guance e la bocca.

Una volta rilassato tutto il viso, ci spostiamo sul collo e sulle spalle, cercando di rilasciare le tensioni accumulate. Dalle spalle passiamo alle braccia, preferibilmente una per volta, fino alla punta delle dita della mano. Non bisogna avere fretta di completare questa fase. È importante avvertire il rilassamento di ogni distretto del nostro corpo. L’esercizio di rilassamento progressivo continuerà dunque sul tronco, l’addome finendo con le gambe e i piedi. 

 

Focalizzare l’attenzione

Una volta entrati in uno stato di rilassamento corporeo, è possibile iniziare l’esercizio specifico della nostra attenzione. Per facilitare questa fase, è utile la meditazione zen che rivolge l’attenzione sulla respirazione, in particolar modo sul flusso e sul ritmo di questa. Rivolgiamo l’attenzione sulla freschezza dell’aria inspirata e sul calore di quella calda espirata lentamente con le narici. Il ritmo della respirazione rallenterà progressivamente, divenendo sempre più profondo e regolare. Qui si presenteranno nella nostra mente diverse immagini e pensieri del quotidiano. È normale che accada. È importante non demordere e non perdere la calma. Prendete coscienza di quanto sta avvenendo e riportate l’attenzione sul respiro. 

È solo questione di esercizio: col tempo imparerete ad acquisire la capacità di scacciare facilmente l’insorgere dei pensieri e delle immagini mentali durante la meditazione. Questo esercizio sull’attenzione ha una durata variabile, anche se è doveroso dire che è maggiormente efficace se praticato a lungo. La durata minima dovrebbe comunque aggirarsi sui 20 minuti, tra rilassamento e attenzione, almeno per i primi tempi. Con l’esperienza, è probabile che ci vorranno solo pochi minuti. 

 

Meditare sì, ma dove?

 

 

Immagine | Joe Shlabotnik