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Germania, la culla della naturopatia

Un breve viaggio storico fino alle radici della naturopatia, radicate in Germania. Dai secoli scorsi ai nostri giorni, la nazione tedesca ancora si distingue tra le altre europee per l'attenzione normativa e la considerazione morale riservata agli operatori delle discipline naturali

Germania, la culla della naturopatia

Le radici lontane dell'albero della naturopatia nascono in Germania, per poi svilupparsi nel mondo angolsassone. Per comprendere a pieno l'origine e la natura di questa disciplina, facciamo un salto nel tempo e nello spazio.

Un'origine leggendaria?

Per molti il padre della naturopatia fu Vincent Priessnitz (1799 – 1851) contadino austriaco. Osservando un cervo ferito che si “curava” immergendosi nell’acqua di un torrente, pensò che la stessa pratica potesse essere applicata con ottimi risultati anche agli uomini. Fu così che idroterapia, ambiente salubre, alimentazione sana, divennero i cardini del buon vivere. Si erano gettate le basi della naturopatia.

Origini della naturopatia: le fonti scientifiche

Abbreviando la storia della naturopatia, possiamo dire che fu merito dell’abate Sebastian Kneipp (1821 – 1894) l'aver perfezionato e divulgato in Germania la pratica dell'idroterapia e delle cure naturali in generale. Benedict Lust (1872 – 1942) fu uno degli allievi di Kneipp. Trasferitosi nel 1892 negli Stati Uniti, divulgò le conoscenze idroterapiche e i consigli sullo stile di vita; Lust è considerato il fondatore della naturopatia americana.

La culla della naturopatia è in Germania, ma quanto ne sappiamo sull'etimologia della parola? Il significato odierno più accreditato della parola "naturopatia" è "sentiero della natura per mantenere o ripristinare lo stato di benessere". Il termine fu coniato nel 1895 dallo statunitense John Scheel, medico a New York, come "Nature's Path" (Sentiero della natura) da cui, in seguito, "naturopathy". Rimane ancora di dubbia attendibilità l'attribuzione dell'etimo a “natura” e al greco pathos (simpatia, empatia, sentimento, sofferenza) il cui risultato più logico sarebbe"empatia con la natura". Non esiste affinità con il termine omeopatia (a parte l'origine del termine “pathos” ). si tratta di una dottrina completamente diversa dalla naturopatia In comune è la visione olistica dell'individuo.

Nel 1902 Scheel autorizzò Lust a utilizzare il termine "naturopatia" per descrivere la raccolta di dottrine sulla guarigione naturale. Tale termine si è diffuso negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nel Commonwealth e rappresenta la medicina naturopatica quale applicazione dei principi curativi della natura (acqua, sole, terra, cibo ecc.) nel contesto delle conoscenze moderne.

Operatori di naturopatia in Germania

Com'è oggi la situazione della naturopatia in Germania? La Germania ha circa duecentocinquanta stazioni termali, e intorno ai cinque milioni di cittadini che ogni anno fanno un ciclo di cure idroterapiche nell’ambito dei sistemi assistenziali pubblici. Sarà per la natura del luogo ? Oppure per il retroterra culturale tedesco, frutto del convergere di grandi pensatori dell'800? Quale che sia la causa, in Germania per garantire la libertà di scelta terapeutica una legge del 1869 difendeva i diritti di coloro che volevano ricorrere a discipline complementari. Si riteneva infatti che ogni sistema curativo presentava gli stessi diritti e poteva essere scelto dai cittadini in piena libertà.

 

Tuttora la Germania si presenta diversificata dalle altre nazioni europee quanto a libertà di scelta nel campo della salute: fin dagli anni trenta del secolo scorso esiste una figura professionale paramedica: il professionista in naturopatia. In Germania è chiamato "Heilpraktiker", ovvero “terapista non medico” riconosciuto per legge dal 1939 ed operante all’interno del sistema sanitario nazionale.

 

E la naturopatia in Italia?

La situazione della naturopatia in Italia è meno definita. Non serve al momento imparare il tedesco, ma aver fiducia nell'evolversi positivo delle leggi in materia. D'altra parte la naturopatia può vantare ottimi professionisti anche nel nostro “stivale”.

Immagine | Docman