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La malattia nell'ayurveda: l'importanza del mondo interiore

Talvolta, in caso di malattia, si è così presi dal risolvere il problema che si pellegrina da un medico all'altro o da una farmacia all'altra. Esiste un modo diverso per affrontare i piccoli e grandi disturbi che ci affligono? Scopriamo qual è l'approccio della medicina ayurvedica

Ayurveda regolamento

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© Olena Yakobchuk / 123rf.com

Si fa sempre più strada nella società occidentale l’interesse per la medicina olistica; interesse vivo, seppur contraddittorio perché essa non gode (ancora) della cieca fiducia che si riserva, generalmente, alla medicina tradizionale.

Questo fenomeno è in parte comprensibile dal momento che spesso, purtroppo, degli “illustri” ciarlatani si arrogano dei diritti che non hanno maturato con studio o pratica e pretendono di recitare la parte dei medici avanzando diagnosi e consigliando cure.

Nonostante ciò bisogna fare attenzione a non screditare una categoria serissima composta, nella maggior parte dei casi, da professionisti preparati. Noi ci siamo occupati spesso di medicina ayurvedica con la speranza di incoraggiare i lettori ad approfondire e, eventualmente testare, questo prezioso sistema medico.

In ogni caso, attualmente si riconosce un timido avvicinamento tra la medicina cosiddetta olistica e quella tradizionale: quest’ultima sta muovendo dei passi, incerti, ma reali, verso un diverso approccio al paziente e alla malattia che assai si avvicina a quello olistico e, per rimanere nel nostro campo, ayurvedico.

 

Un modo diverso di considerare il paziente e la malattia

Qual è il potenziale insito in sistemi medici come quello ayurvedico? La parola olistico deriva da olos che in greco significa intero, tutto, integrale.

Le medicine cosiddette olistiche sposano un approccio globale dell’evento “malattia” che non è più considerato solo il malfunzionamento di una struttura; vanno ad approfondire le cause non solo “tecniche” che hanno portato al malessere, ma anche quelle di natura emotiva e psicologica.

Ciò schiude delle porte che con metodologie diverse rimarrebbero sprangate: il paziente non è più un meccanismo da aggiustare affidandosi a degli esami o a dei farmaci, ma viene considerato un essere complesso che interagisce con l’ambiente che lo circonda ed è continuamente pervaso delle emozioni che esso gli suscita.

Questi aspetti - l’ambiente, il corpo e le emozioni - non sono tra loro indipendenti; al contrario, si permeano continuamente l’uno con l’altro e si modificano e si influenzano reciprocamente.

Concentrarsi dunque solo su un sintomo, ad esempio il mal di stomaco, senza capire il contesto ambientale e psico-emotivo nel quale tale sintomo è inserito, rappresenta un via di cura, olisticamente parlando, parziale, insufficiente e superficiale.

 

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In ascolto del proprio mondo interiore

Come sappiamo, l’ayurveda ha una concezione del paziente estremamente approfondita e non solo della sua storia clinica. Il test ayurvedico è uno strumento diagnostico utilizzato per avere un’idea dell’universo psico-fisico che rappresenta il malato.

Quando il medico ayurvedico vuole agire sull’equilibrio dei dosha non prescriverà - solamente - delle medicine, ma spronerà chi ha di fronte ad agire sullo stile di vita, a cambiare alimentazione, a modificare la propria percezione della realtà, consapevole del fatto che non è una mera pasticca a poter risolvere questo o quel problema.

Si esorta a lavorare sulle emozioni, quelle fragorose e quelle sottili, che magari non percepiamo in modo chiaramente evidente, ma si muovono sottotraccia dentro di noi.

La complessità del nostro universo interiore nell’ayurveda è analizzata in base al concetto di guna, ovvero le3 qualità primarie di cui è composto l’universo (uomo incluso). Esse sono sattva, rajas e tamas. Dal punto di vista mentale rappresentano:

  • SATTVA: lo stato mentale caratterizzato da pace, soddisfazione, lucidità; è lo stato di contentezza e appagamento senza turbamenti o fluttuazioni.
  • RAJAS: rappresenta la turbolenza, l’azione, l’attrazione o l'avversione. Il costante oscillare tra repulsione e desiderio è rajas. Rajasica è una mente continuamente in attività, sempre stimolata, perennemente distratta.
  • TAMAS: stato mentale di non lucidità, di oscuramento e paralisi. Tamasica è la mente sonnolenta, pigra, rallentata che non agisce o lo fa in modo cieco o comunque pococentrato.

 

Conoscere l'ammalato non solo la malattia

È evidente che gli stati patologici sono causati da rajas e tamas, sebbene tutte e tre le qualità sono presenti in noi, in gradi diversi nei diversi momenti della giornata e della vita. Una visita ayurvedica seria condotta da un professionista qualificato non mancherà di indagare questo aspetto dell’essere del paziente così tanto importante ai fini della diagnosi.

Lo stesso Ippocrate, padre della medicina occidentale, affermava: “Non è tanto importante conoscere la malattia, quanto conoscere chi è ammalato”.

 

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