Articolo

Diventare osteopata

In Italia, l’osteopata è un professionista sanitario non del tutto riconosciuto e tutelato. Ma chi è l’osteopata e come agisce concretamente l'osteopatia sul benessere della persona? Qual è il percorso formativo per diventare osteopata?

di Redazione

diventare-osteopata

Credit foto
©lacheev - 123rf

 

Origini dell'osteopatia

L’osteopatia nasce negli Stati Uniti grazie alle intuizioni di Andrew Taylor Still, medico di formazione classica, che nel 1874 ne enuncia i principi e nel 1892 fonda l’American School of Osteopathy. Nel suo Paese d’origine, l'osteopatia ha fatto il suo ingresso nella sanità pubblica nel 1991. Gli osteopati statunitensi sono general practitioners, medici laureati, e possono fregiarsi del titolo di dottore. 

 

Chi vuole diventare osteopata decide di intraprendere una terapia manuale, complementare alla medicina classica. Tale metodica naturale non prevede l’utilizzo di farmaci e si avvale di un approccio causale e non sintomatico. Studia cioè l’individuo nel suo complesso e non si accontenta di risolvere il sintomo, ma va alla ricerca della causa che può trovare la sua localizzazione anche in un’altra zona rispetto a quella del dolore.

 

Quando rivolgersi a un osteopata? Questo approccio risulta efficace per la prevenzione, valutazione ed il trattamento di disturbi che interessano l’apparato neuro-muscolo-scheletrico, a cui possono però associarsi delle alterazioni funzionali degli organi e visceri e del sistema cranio sacrale.

 

In osteopatia l’individuo è visto nella sua globalità come un sistema composto da muscoli, strutture scheletriche, organi interni che trovano il loro collegamento nei centri nervosi della colonna vertebrale. Ogni parte costituente la persona (psiche inclusa) è dipendente dalle altre e il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell’intera struttura: dunque, il benessere. Vediamo ora chi è e come lavora l’operatore di osteopatia. 

 

Osteopata, chi è e cosa fa 

In osteopatia, il terapeuta non ha il ruolo di guarire bensì quello di eliminare gli “ostacoli” alle vie di comunicazione del corpo, al fine di permettere all’organismo, sfruttando i propri fenomeni di autoregolazione, di raggiungere la guarigione.

 

L’osteopatia mira a ristabilire l’armonia della struttura scheletrica di sostegno al fine di permettere all’organismo di poter trovare un proprio equilibrio e un proprio benessere. Diventare osteopata presuppone dunque il principale obiettivo di ristabilire un corretto equilibrio del corpo tramite diversi approcci manipolativi che nella maggior parte delle volte non interessano la zona del dolore.

 

L'osteopata, attraverso l’utilizzo di una varietà di tecniche manuali e non, ripristina e rilancia il movimento articolare, viscerale e fasciale, stimolando e facilitando i meccanismi di autoregolazione, adattamento corporeo e restaurazione dell’omeostasi.

 

La consultazione si apre con un’anamnesi che parte dal disturbo principale del paziente, per poi risalire fino alla o alle lesioni osteopatiche implicate nel problema (integrate nella sua globalità). Il suo obiettivo è diagnosticare, con l’aiuto di test clinici e osteopatici, le barriere a mobilità ed elasticità/deformabilità delle strutture anatomiche che possono limitare l’organismo nelle sue funzioni fisiologiche. Questo procedimento gli permetterà di elaborare un trattamento adeguato.

 

A tal fine, utilizzerà delle tecniche manuali strutturali o funzionali su tutte le strutture del sistema locomotore (legamenti, muscoli, fasce, ossa ecc…), viscerale e craniosacrale. Oltre alla possibilità di aprire un proprio ambulatorio, l’osteopata può collaborare con altre figure sanitarie, e in particolare in vari campi specialistici della medicina convenzionale.

 

I settori d’intervento riguardano la struttura portante dell’organismo e tutti i collegamenti all’interno di questa e con i sistemi contigui, come ad esempio ortopedia, otorinolaringoiatria, odontostomatologia, pediatria, oculistica, geriatria, urologia, gastroenterolologia, cardiologia, endocrinologia e ginecologia). Ma cosa fare per diventare osteopata?

 

LEGGI ANCHE L'osteopata: le leggi e i requisiti professionali

 

Diventare osteopata, la formazione

La norma tecnica CEN EN 16686, approvata il 30 aprile 2015 e valida per i Paesi europei tra cui l’Italia, individua criteri uniformi per garantire al paziente la qualità della prestazione dell’osteopata. Si tratta di uno standard tecnico adottato da un ente di normazione e, pertanto, non va confuso con una legge nazionale né con una direttiva europea.

 

La norma prevede due tipologie di corsi di osteopatia:

  • T1 Full Time: 240 crediti formativi da conseguire in 4.800 ore di formazione in cinque anni, di cui 1.000 di pratica clinica. È adatto a chi vuole diventare osteopata senza laurea, perché per accedere basta essere in possesso di un diploma di scuola media superiore quinquennale.
  • T2 Part Time: 2mila ore di formazione in cinque o sei anni di cui mille di tirocinio clinico in almeno quattro anni. Scegliendo questa strada, per diventare osteopata serve la laurea di primo livello per le professioni sanitarie oppure la laurea magistrale di secondo livello di Medicina e chirurgia o Odontoiatria.

 

Diventare osteopata pediatrico

Queste sono le due macro-tipologie di percorsi. Dopodiché, ciascun aspirante osteopata può scegliere l’ente e il corso che più corrispondono alle sue esigenze e predilezioni. 

 

Un ambito in grande ascesa è l’osteopatia pediatrica, che prende in carico i bambini fin dai loro primi giorni di vita al fine di prevenire – o risolvere – disturbi quali la plagiocefalia posizionale, il piede torto congenito, le coliche gassose e il reflusso gastroesofageo. Così facendo, li accompagnano in un corretto sviluppo motorio e posturale e trasmettono preziose linee guida anche ai genitori.

 

Come diventare osteopata pediatrico? In Italia esistono la SIOP (Scuola Italiana di Osteopatia Pediatrica), un corso di osteopatia di tre anni con sede a Firenze, oltre a diversi master professionalizzanti.
 

I corsi di osteopatia e i requisiti

Ricapitolando, dunque:

  • chi vuole diventare osteopata senza laurea può seguire un corso full time;
  • chi ha già una laurea può optare per un corso part time e dunque studiare da osteopata mentre esercita un’altra professione.

 

La seconda opzione, però, è percorribile solo per chi ha una laurea triennale in una professione sanitaria (come per esempio fisioterapia, dietistica, ostetricia, infermieristica ecc.) oppure una laurea magistrale in Medicina e chirurgia oppure Odontoiatria. Chi vuole diventare osteopata con laurea in Scienze motorie, per esempio, deve seguire i corsi full time accessibili anche ai diplomati.

 

Nulla vieta di diventare osteopata a 40 anni, o anche di diventare osteopata a 50 anni, ma bisogna tenere presente che si tratta di un percorso lungo almeno cinque anni.  

 

Quanto costa diventare osteopata? Tutto dipende dalla specifica scuola scelta. Cercando in Rete, si trovano master dai 1.500 euro in su.

 

La legge in Italia 

A lungo in Italia l’osteopatia non è stata una professione regolamentata. Un vuoto che è stato colmato prima con la legge 3/2018, voluta dall’allora ministra della Salute Beatrice Lorenzin, e poi col decreto del presidente della Repubblica del 7 luglio 2021 che la ha annoverata tra le professioni sanitarie.

 

Nel decreto si legge che “l'osteopata è il professionista sanitario, in possesso di laurea triennale universitaria abilitante o titolo equipollente e dell'iscrizione all'albo professionale, che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie interventi di prevenzione e mantenimento della salute attraverso il trattamento osteopatico di disfunzioni somatiche non riconducibili a patologie, nell'ambito dell'apparato muscolo scheletrico”.

 

Questa definizione precisa quanto l’osteopata sia un professionista sanitario, ma non un medico né un’alternativa a quest’ultimo. Laddove esiste una patologia conclamata, è lo specialista a dover intervenire. Il trattamento osteopatico può essere di ausilio per mantenere uno stato di benessere, ma nell’ambito di una collaborazione con altre figure sanitarie.

 

Mentre scriviamo questa guida, l’iter di riconoscimento della professione si deve ancora concludere. Stando al Decreto Milleproroghe, il 30 giugno 2023 è la data entro la quale bisogna definire, tramite decreto, le caratteristiche del percorso formativo che tutti gli osteopati dovranno seguire. 

 

Questo è il “tassello mancante per affrontare l’ultimo passaggio fondamentale delle equipollenze, meccanismo previsto dalla legge proprio per consentire a noi attuali professionisti di entrare nel futuro albo professionale”, spiega Paola Sciomachen, Presidente del Registro Osteopati d’Italia. Auspicando che anche quest’ultimo scoglio venga superato, a beneficio sia degli osteopati, sia dei loro assistiti.

 

 

Puoi approfondire