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Coltivare una mentalità resiliente per vivere bene

Scoprire il vero valore della resilienza vuol dire cominciare davvero a vivere a pieno la vita e tutti i suoi inevitabili alti e bassi. Non c'è alto e basso per chi sa come trarre il meglio da ogni situazione.

Coltivare una mentalità resiliente per vivere bene

Il successo si dice sia il risultato di due elementi che devono incontrarsi: il talento e l’occasione.

Questa celebre massima però non rende merito al lavoro e alla disciplina che affinano il talento in attesa dell’occasione, e il lavoro e la disciplina possono rendere al meglio solo se esiste un substrato psicologico ideale alla fioritura di questi elementi tanto necessari quanto non così poi comuni e scontati.

Non sono pochi infatti i casi di talento sprecato anche noti alle cronache, gradi promesse dell’arte, dello sport o di altri campi che si perdono per strada.

Ciò accade anche nella vita di tutti i giorni, tutti dobbiamo fare i contri con i difetti di una mentalità non coltivata, non affinata, come invece molto più spesso accade per il corpo, per il quale in genere spendiamo tempo per renderlo ben fatto, attraente, sano, prestante.

Ma quali sarebbero le caratteristiche che deve avere una mentalità di successo, intendendo per successo il vivere bene, traendo soddisfazioni dalla nostra vita qualsiasi cosa accada? Su cosa dobbiamo lavorare?

 

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La resilienza

Partiamo da un’osservazione sull’adolescenza e gli adolescenti. Gli adolescenti sono individui ancora in crescita, sia fisicamente che mentalmente, a livello di personalità e temperamento.

Come spesso capita di fare, si tende a identificare l’adolescenza come un periodo di scarsa saggezza, dominato dagli ormoni e dagli umori, mentre si ritengono sagge le persone anziane che sanno come evitare i problemi della vita.

Si riduce tutto ad una mancanza di esperienza o ci sono ragioni evolutive dietro questa differenza di comportamento?

Perché sembra sempre che gli adolescenti vadano cercandosi guai? Il motivo è presto detto: il cervello, ancora in fase di crescita, si struttura creando molte più connessioni neuronali attraverso le esperienze forti e i traumi non eccessivi, esiste quindi una sorta di bisogno di shock per crescere.

Questo si può spiegare col fatto che i traumi hanno un potenziale valore positivo e la resilienza è esattamente l’arte di saper affrontare positivamente questo genere di eventi inevitabili nella vita di ognuno.

Invece che farsi schiacciare dalla pressione, la mentalità resiliente spinge la persona a sfruttare l’energia degli eventi traumatici per trasformare il proprio punto di vista, creando così più connessioni neuronali, ed un cervello strutturato e complesso è in grado di sfruttare positivamente tutti i tipi di pressione, non essendo legato a schemi mentali o emotivi ed essendo pronto a riorganizzare e ridefinire la propria personalità.

Ovviamente la resilienza va coltivata nel tempo, specie nei bambini: educare con un buon esempio, non nascondere errori e fallimenti ai loro occhi ma mostrare come rialzarsi dalle cadute, facendone preziosa esperienza, migliorando quindi, scoprendo nuove risorse e riorganizzandosi, in modo elastico, con capacità di adattarsi.

 

I meccanismi della resilienza

Le alternative alla resilienza sono la passività e l’eccesso di reazione, tendenze che portano ulteriori problemi come conseguenza del problema che le ha provocate. Sentirsi vittima o incolpare gli altri per via dei nostri problemi sono due sintomi che il nostro stato non è affatto resiliente.

Paura, rabbia, ansietà, stress, disperazione, sono tutti risultati di uno stato di coscienza negativo, il sistema immunitario ne risente e cresce una tendenza alla malattia.

La resilienza comincia con una corretta valutazione di se stessi, senza sottostimarsi o stimarsi più del dovuto, in modo da focalizzarsi su delle strategie realistiche e attendibili su come risolvere i problemi della vita.

Da ciò derivano capacità comunicative migliorate e capacità di agire sotto stress.

Ne consegue un insieme di emozioni positive, un senso di soddosfazione, fiducia in se stessi accresciuta, ottimismo, autoironia, e anche il sistema immunitario si rafforza. Cresce e si sviluppa pian piano la passione per i propri obiettivi e la capacità di far fronte alle sfide.

Da ciò nascono sane relazioni con colleghi, amici e parenti, capacità di contenere le crisi, capacità di accettazione di condizioni avverse, capacità di porsi scopi realistici e quindi soddisfacenti, capacità di assumersi responsabilità, divenire affidabili.

Crescere bambini relisienti è importante soprattutto per contrastare e neutralizzare il bullismo, per fronteggiare separazioni e divorzi, casi di pesanti crisi economiche in famiglia, crisi di identità sessuale, lutti. Il ruolo della famiglia?

Supportate in ogni caso i bambini, offrire il necessario affetto, comunicazione, non nascondere le debolezza e i problemi ma mostrare il giusto modo di affrontarli, considerare l’errore come elemento necessario del progresso individuale e collettivo.

 

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