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Quanto latte deve bere un neonato?

Quanto latte deve bere un neonato? Come si fa a capire se si nutre a sufficienza? Ogni quanto tempo deve mangiare? Come e quando si deve fare la doppia pesata? Cerchiamo di dare una risposta alle domande tipiche che si pone qualsiasi genitore nei primi mesi di vita.

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“Sta crescendo abbastanza?”. Questa è una delle domande che inevitabilmente i genitori si pongono più spesso nelle prime settimane di vita. Ricordando sempre che il primo punto di riferimento per qualsiasi dubbio o problema è il pediatra, facciamo il punto sulle linee guida relative a quanto latte deve bere un neonato.

 

Quanto latte deve bere un neonato

Con l’allattamento materno, ogni poppata è diversa. Il neonato può assumere 20 grammi di latte con una poppata e 90 con la successiva; può attaccarsi al seno per fame, per sete o semplicemente perché ha bisogno di tranquillizzarsi. Quello che conta è la quantità che il bimbo assume, complessivamente, nelle 24 ore.

 

Un tempo c’era l’usanza della doppia pesata: ciò significa che si pesava il bambino o la bambina prima e dopo ogni poppata, per confrontare i due pesi e dedurre così quanto latte avesse assunto. In realtà, le linee guida più recenti la sconsigliano, innanzitutto perché fornisce dati poco attendibili e, in secondo luogo, perché aggiunge un carico di stress a una routine che già di per sé è impegnativa e complessa. La poppata dovrebbe essere un momento di serenità e connessione tra mamma e lattante: “appesantirlo” con la doppia pesata significa ostacolare, e non certo favorire, l’allattamento al seno.

 

Capire quanto latte deve bere un neonato diventa più facile se il bimbo è nutrito con latte formulato, perché le confezioni forniscono indicazioni precise sulle quantità consigliate a seconda dell’età. Certamente ciò non sostituisce il parere del pediatra, che conosce la storia e quindi le esigenze dello specifico bambino.

 

Quale deve essere la frequenza delle poppate?

Per quanto riguarda la frequenza delle poppate, l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda l’allattamento a richiesta. Ciò significa che il bambino si attacca al seno quando vuole e per quanto tempo vuole, senza necessità di contare le poppate.

 

C’è chi consiglia di attendere tre ore tra una poppata e l’altra per dare all’organismo il tempo per produrre latte a sufficienza: in realtà è vero proprio il contrario, perché la suzione stimola la produzione di latte.

 

Soprattutto nelle prime settimane di vita è probabile che l’allattamento a richiesta sia molto oneroso in termini fisici e psicologici, perché il neonato tende ad attaccarsi molto spesso, non solo per fame ma anche per desiderio di affetto e vicinanza. È dunque fondamentale che la neomamma abbia attorno a sé una rete di supporto. 

 

Se invece la madre è impossibilitata a seguire questo approccio perché deve allontanarsi diverse ore al giorno dal figlio, o semplicemente perché non se la sente, può confrontarsi con il pediatra per studiare una routine sostenibile. Un’opzione da valutare, in questo caso, è l’allattamento misto: ciò significa alternare poppate al seno e al biberon, oppure offrire nello stesso pasto sia il seno sia il biberon.

 

Anche per quanto riguarda la frequenza delle poppate, la scelta del latte formulato permette da subito di impostare una routine più regolare grazie alle indicazioni fornite sulle confezioni. Non tutti sanno, però, che anche l’allattamento artificiale può essere a richiesta, cioè slegato da orari e quantitativi fissi. Anche questa è un’opzione da considerare sulla base delle esigenze della famiglia, confrontandosi con il pediatra.

 

Come si valuta la crescita del neonato?

L’incremento ponderale del neonato aiuta a valutare il suo stato di salute e l’adeguatezza della sua nutrizione. Nel primo trimestre di vita, un lattante nato sano e a termine dovrebbe crescere in media 20/30 grammi al giorno e dunque circa 150-200 grammi a settimana

 

Queste linee guida vanno tenute in considerazione, ma non devono diventare un’ossessione. Innanzitutto, a meno che non ci siano precise indicazioni da parte del pediatra, pesare il bebè ogni giorno o più volte al giorno rischia di rivelarsi solo un inutile stress. I consultori e le farmacie offrono l’opportunità di pesare gratuitamente il neonato una volta alla settimana per monitorarne la crescita. A questo si aggiungono i bilanci di salute dal pediatra: nel primo anno di vita ne sono previsti cinque, per poi diradare la frequenza fino al quattordicesimo anno di età.

 

Il peso – come ricordato – è un parametro importante, ma non è l’unico. Per capire se il neonato mangia a sufficienza, bisogna controllare se:

  • bagna almeno 5-6 pannolini al giorno
  • si scarica di frequente (anche dopo ogni poppata, se allattato al seno; più di rado, se allattato al biberon);
  • dopo aver mangiato appare sereno e tende ad addormentarsi;
  • reagisce agli stimoli esterni;
  • quando è agitato o nervoso, si consola grazie al contatto fisico con la mamma o il papà.