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Inchiostri tossici: la stretta dell'Ue per tatuaggi più sicuri

Nuove limitazioni all'utilizzo di sostanze chimiche pericolose nelle miscele per tatuaggi: i nuovi inchiostri approvati per tutti i Paesi dell'Unione conterranno in quantità nettamente ridotte agenti potenzialmente cancerogeni e a rischio infiammatorio.

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©belchonock / 123rf.com

Tatuaggi e salute, il dado è tratto con buona pace dei professionisti del tattoo che hanno avuto tempo per organizzarsi prima del via ufficiale al divieto su alcune sostanze chimiche contenute nelle miscele. Le restrizioni, applicate dal 4 gennaio 2022 nell'Unione Europea al completo, riguardano l'uso di componenti considerate pericolose perché cancerogene, mutagene e tossiche, o irritanti per pelle e occhi. Per le sostanze su cui non vi sono dati sufficienti per stabilire una soglia, è previsto l'utilizzo di una quantità pari allo 0,1% sui prodotti finiti. 
 

Gli inchiostri vietati

Le nuove norme richiedono che gli inchiostri colorati, destinati ai tatuaggi, al trucco permanente e al microblading per le sopracciglia, siano realizzati limitando l'uso di sostanze rischiose per la salute. 

Nello specifico, il Regolamento Ue prevede che si cessi l'utilizzo di 27 pigmenti colorati conteneti isopropanolo, componente aggiunta nella maggior parte delle miscele per tatuaggi per renderli sterili. Il divieto non riguarda il nero, nel quale l'isopropanolo è contenuto in quantità molto basse. 

"Molte delle sostanze messe oggi al bando sono già vietate in sette Stati membri”, ha spiegato il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, che sottolinea l'intento di estendere - attraverso l'uniformità normativa - il diritto alla salute e alla sicurezza a tutti i cittadini europei. “Quindi non è una completa novità, ma la generalizzazione di una pratica che esiste già in alcuni Paesi".
 

I rischi per la salute

Quali sono, dunque, i rischi che la nuova restrizione intende prevenire? Innanzi tutto, l'isopropanolo è una sostanza classificata come potenzialmente cancerogena. Le lesioni cutanee provocate durante la realizzazione del tatuaggio potrebbero facilitare l'assorbimento di tale componente da parte dell'organismo, con conseguenze negative per la salute. 

Ulteriori effetti collaterali sono rappresentati, inoltre, dalla possibilità di infezioni e di reazioni allergiche. Reazioni di questo tipo sono più frequenti nei casi in cui i tatuaggi vengano ricolorati. 

"I rischi per la salute derivanti dall'uso di aghi sporchi per iniettare gli inchiostri sono da molto tempo sotto osservazione. Ora sono stati analizzati anche i motivi di preoccupazione correlati alle sostanze chimiche degli inchiostri e i relativi rischi sono stati regolamentati a livello dell'Ue", si legge sul sito dell'Echa, Agenzia europea per le sostanze chimiche. 

La stessa organizzazione evidenzia che, con le nuove restrizioni ai prodotti tossici o cancerogeni, sensibilizzanti o irritanti, "si prevede una riduzione delle reazioni allergiche croniche e di altre reazioni cutanee di tipo infiammatorio dovute agli inchiostri per tatuaggi e trucco permanente. Potrebbero inoltre diminuire effetti più gravi quali tumori o danni al Dna o al sistema riproduttivo potenzialmente causati dalle sostanze chimiche usate negli inchiostri".
 

Le alternative ià a disposizione dei tatuatori

L'approvazione del Regolamento 2020/208, contenente le restrizioni, risale in realtà a dicembre 2020. Ne consegue che i produttori hanno avuto un anno di tempo per informarsi e adeguarsi alle nuove linee guida. Durante i mesi scorsi, dunque, gli studi si sono dotati di prodotti alternativi che, contenendo le sostanze incriminate in quantità inferiori ai livelli ritenuti dannosi, sono legali. 

Al momento, sono soltanto due i pigmenti per i quali non esistono alternative: il pigment green 7 e il pigment blue 15:3. Per entrambi, è prevista una deroga che farà entrare in vigore il divieto solo a partire dal 4 gennaio 2023.
 

Italiani e tatuaggi, i numeri

Secondo uno studio raccolto nel volume "Sulla nostra pelle. Geografia culturale del tatuaggio" (Pisa University Press, 2019), in Italia circa il 12,8% della popolazione sarebbe tatuata, per lo più adulti dai 18 ai 44 anni

Si tratta di un dato in linea con la media europea, che si attesta al 12%, ma ben al di sotto degli Stati Uniti. Qui, le persone tatuate sono circa un terzo degli abitanti, oltre il 30%. 

I tatuatori italiani regolari sarebbero, invece, circa 2800, distribuiti soprattutto al Nord (circa 60%) e Centro Italia.