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I cinghiali di Roma e il caso di Villa Pamphilj

Perché Roma è invasa dai cinghiali? Facciamo chiarezza, a partire dal ritrovamento dei cinghiali a Villa Doria Pamphilj.

cinghiali

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©jmrocek/123rf.com

Cinghiale, che tipo di animale è

Ultimamente lo sentiamo nominare spesso, o magari lo incontriamo anche, se abitiamo in collina o addirittura in grandi città come Roma. Ma siamo sicuri di sapere che tipo di animale è il cinghiale?

 

Il cinghiale, il cui nome scientifico è Sus scrofa Linnaeus, è un mammifero simile a un grosso maiale ricoperto di fitte setole brune. È un animale di grossa taglia, alto circa un metro e lungo fino ai due metri (esclusa la coda), con un peso che varia tra i 60-80 chili delle femmine e i 75-100 chili dei maschi. Il muso presenta un grugno, simile a quello del maiale, e la bocca è dotata di zanne. 

 

I cinghiali sono animali selvatici, che non possono e non devono essere addomesticati; si muovono in gruppi, comunicando tra loro tramite grida e ruggiti, e prediligono la vita notturna. In Europa si insediano soprattutto nei boschi, ma in realtà sono molto adattabili anche ad habitat diversi, purché ci siano cibo e acqua (non tollerano infatti la siccità). 

 

Come tutti i suini, anche i cinghiali sono onnivori. Considerato che si procurano il cibo grufolando a terra, di norma prediligono frutti, bacche, funghi, tuberi, radici.

 

Pericolosità del cinghiale

I cinghiali sono pericolosi? Di per sé, sono animali selvatici e pertanto non vanno volutamente alla ricerca del contatto con l’uomo. Se lo incontrano occasionalmente, di norma provano a scappare: attaccano soltanto se si sentono minacciati o se non vedono altre vie di fuga. Considerata la stazza dei cinghiali, le aggressioni a persone o animali possono avere esito molto grave o addirittura mortale.

 

Nelle zone rurali può anche capitare che i cinghiali si addentrino nei campi coltivati alla ricerca di cibo, facendo gravi danni. Oppure che attraversino la strada al buio. Analizzando i dati Asaps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale), Coldiretti arriva a dire che nel 2021 sia avvenuto un incidente stradale ogni 41 ore, con 13 vittime e 261 feriti gravi: questa statistica però non si riferisce soltanto ai cinghiali ma, più genericamente, agli episodi in cui sono coinvolti gli animali selvatici.

 

Cinghiali in città: le cause

Se in Italia si parla di emergenza cinghiali, è perché questi animali sono palesemente in sovrannumero. Coldiretti parla di 2,3 milioni di esemplari, mentre la stima dell’Ispra è più prudente (un milione e mezzo). In ogni caso, sono molti di più di quelli che l’ecosistema può ospitare con le proprie risorse. 

 

La prima cosa da sapere è che i cinghiali fino a un secolo fa in Italia erano quasi estinti: sono stati reintrodotti dai cacciatori, per giunta scegliendo specie dell’est Europa, molto più prolifiche di quelle autoctone. 

 

Il perché della presenza di cinghiali in città è legato in primo luogo all’abbondante disponibilità di cibo, sotto forma di rifiuti lasciati incustoditi per giorni interi. Prima ancora di pensare ai piani di abbattimento, dunque, bisognerebbe migliorare il sistema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e tenere pulita la città.

 

Cosa fare in caso di incontro con un cinghiale

Se si incontra un cinghiale, qual è il comportamento corretto da tenere per evitare incidenti? La prima regola, valida sempre, è quella di mantenere la calma, non urlare e non scappare; cosa che peraltro sarebbe inutile, visto che i cinghiali corrono molto più veloci degli esseri umani. Bisogna quindi allontanarsi senza fare rumori forti o movimenti bruschi, tenendo d’occhio l’animale e lasciandogli una via di fuga. 

 

Se proprio si teme di essere aggrediti, è sufficiente salire su una superficie sopraelevata o ripararsi dietro una recinzione; il cinghiale infatti non è in grado di saltare, a differenza del cervo o del capriolo.

 

Chi è in compagnia del proprio cane deve sempre tenerlo al guinzaglio, anche se ha l’impressione che non ci siano pericoli nei dintorni e se la passeggiata è di pochi minuti. Il cinghiale infatti lo riconosce come un predatore e può diventare aggressivo; in uno scontro fisico, di sicuro avrebbe la meglio per via della sua mole.

 

In città spesso i cinghiali vanno a rovistare nei bidoni dell’immondizia alla ricerca di resti di cibo. Non bisogna dunque sfamarli – cosa peraltro vietata dalla legge – ed è buona norma anche evitare di lasciare per terra avanzi di panini, bucce della frutta o altri scarti.

 

La presenza di cinghiali a Roma

Suo malgrado, Roma è diventata simbolo di questa emergenza e di tutti i disagi che comporta. Si stima che nella capitale vivano circa 20mila esemplari. I cinghiali si concentrano in particolare a Roma nord, cosa che ha creato diffusi timori tra i residenti. 

 

Ma come mai ci sono tanti cinghiali a Roma? In parte per la conformazione stessa della metropoli. I quartieri periferici infatti confinano direttamente con le campagne e, per giunta, parchi e giardini si incuneano nel territorio urbano creando “corridoi verdi” lungo i quali gli animali si muovono facilmente. Il secondo motivo è legato alla cronica inefficienza del servizio di gestione dei rifiuti, con montagne di immondizia che rimangono ammassate in strada per giorni.

 

I piani di abbattimento di cinghiali – a Roma e altrove – finora si sono rivelati un boomerang, perché gli animali si disperdono e vanno a riprodursi altrove. Al di là delle considerazioni etiche sull'opportunità di uccidere degli animali, dunque, questa strada si è rivelata inefficace.

 

Il caso di Villa Doria Pamphilj

Era fine dicembre del 2022 quando è stato avvistato il primo cinghiale a Villa Doria Pamphilj, residenza storica romana che comprende un parco pubblico esteso su oltre 180 ettari. Un luogo dove vivono uccelli e altri animali selvatici, e dove i cittadini di Roma sono soliti accompagnare i loro cani per una passeggiata.

 

Ben presto è stato chiaro a tutti che non si trattava di un caso isolato. Nell’arco di pochi giorni le segnalazioni si sono moltiplicate e gli ingressi del parco sono stati chiusi per consentire la cattura degli animali. Il 18 gennaio, dopo diversi tentativi, i cinghiali sono stati portati via e narcotizzati.

 

Una volta messo in sicurezza il parco, cosa fare degli animali? I protocolli sanitari prevedono innanzitutto di accertare se siano affetti da peste suina; sarebbe in ogni caso impossibile la macellazione a scopi alimentari, anche per via della sostanza usata per narcotizzarli. 

 

Nonostante le associazioni animaliste avessero chiesto a gran voce di accoglierli in un rifugio, come la Sfattoria degli ultimi, fonti di stampa hanno riferito che i cinghiali sarebbero stati abbattuti nell’arco di 48 ore.

 

Duro il commento dell’Oipa (Organizzazione internazionale per la protezione degli animali). Tramite una nota, l’organizzazione “torna a chiedere alle istituzioni un’azione di prevenzione e non di persecuzione di una specie che si sta presentando nei centri abitati solo a causa di una scorretta gestione del territorio. Gli abbattimenti non sono la soluzione al problema della proliferazione dei cinghiali, ma la causa, come attestano etologi, zoologi, naturalisti”.