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Colesterolo: né buono né cattivo

Il colesterolo cattivo non esiste, così come quello buono: scopri tutto quello che devi sapere sul colesterolo e sulla sua correlazione con l'incidenza delle malattie cardiovascolari

Colesterolo: né buono né cattivo

Di Valerio Pignatta della redazione di Scienza e conoscenza

 

Fattori di rischio dovuti all'ipercolesterolemia

a) Il colesterolo cattivo (LDL) intasa i macrofagi e le arterie riducendone il lume e aumentando l'infiammazione. Questo a lungo andare provoca cardiopatia coronarica. Va quindi costantemente combattuto e limitato. Il valore di riferimento è 130 mg/dl: al di sopra di questa concentrazione si parla di rischio cardiovascolare.

b) Le HDL assicurano tramite la loro funzione di trasporto inverso l'efflusso tissutale del colesterolo e svuotano le placche ateromatose riveicolando il colesterolo al fegato dove viene solubilizzato attraverso le vie biliari. Va quindi incrementata la loro concentrazione nel sangue.

c) Le Lp(a) tendono a ispessire le arterie in assenza di antiossidanti.

d) La somma dei vari colesteroli (LDL, HDL e VLDL) dà il colesterolo totale utilizzato come indicatore di rischio.

e) Il rapporto tra colesterolo totale e HDL è un marker di rischio più affidabile rispetto al conteggio del colesterolo totale e delle sole LDL. Un valore sotto 4 rappresenta uno scarso rischio di cardiopatia ischemica.

 

Dubbi e discordanze

a) Non vi è alcun beneficio a livello di incidenti coronarici nell'alzare i livelli di HDL oltre i 35 g/l. Gli incidenti infatti non sono più frequenti se le HDL sono < 0,35 g/l, ovvero solo nell'8-10% dei casi salvo che, allo stesso tempo, il colesterolo totale non sia > 2 g/l. Non c'è evidenza scientifica di una supposta correlazione inversa tra HDL e mortalità cardiaca. Il colesterolo “buono” è una leggenda.

b) Anche il colesterolo “cattivo” non esiste in quanto tale. Vari studi pubblicati su «Circulation» nel 2002 e 2003 stabiliscono che non esiste relazione tra infarto e colesterolo.

c) Alcuni studi sostengono che i grassi saturi riducono il livello di Lp(a) (!).

d) I valori di colesterolo totale non sono un indice significativamente rappresentativo che individui i soggetti a rischio di malattia coronarica. Il noto studio Framingham ha dimostrato che si muore allo stesso modo con 150 e con 300 mg/dl di colesterolo totale. Nello stesso studio, inoltre, circa la metà degli eventi coronarici si è manifestata in soggetti con un colesterolo minore di 240 mg/dl.

e) I livelli di colesterolo nel sangue dopo i 65 anni anni di età smettono di essere predittivi di un qualche rischio cardiovascolare. O meglio ancora, dopo i 70 anni la mortalità per malattia cardiovascolare con colesterolo elevato è nulla.

f) Dopo i 70 anni più è alto il colesterolo e minore è la possibilità di morire di tumore o di infezioni. E le differenze sono notevoli. Per un livello di colesterolo di 280 mg/dl c'è un 30% in meno di mortalità per queste patologie e se fosse di 320 mg/dl si arriva al 50%.

g) Non esiste alcuna relazione di causalità diretta dimostrata tra colesterolo e ateroma.

h) Nelle donne, valori alti o bassi di colesterolo sono ininfluenti rispetto alla mortalità totale.

 

Diete ufficiali di contrasto

a) Normalmente a chi viene riscontrato un alto livello di colesterolo nel sangue viene suggerita una dieta a basso o zero consumo di cibi con elevata presenza di questa molecola. Quindi niente uova, niente carne, niente burro ecc.

 

Grandi Dubbi e Discordanze

a) Nessun regime dietetico mirato a ridurre il livello di colesterolo ha mai ridotto il numero di incidenti cardiovascolari né ridotto in modo significativo il volume delle placche.

b) I grassi che contribuiscono alla formazione delle placche sono infatti i grassi saturi di origine animale e non il colesterolo.

c) L'eliminazione dei cibi con alti livelli di colesterolo incide al massimo per il 20% sulla diminuzione del colesterolo in circolo.

d) Un'alimentazione a forte consumo di glucidi (ad alto indice glicemico) è capace di generare una consistente risposta insulinica che stimola a sua volta la produzione di colesterolo endogeno. Quindi l'eliminazione di determinati cibi dovrebbe tener conto di questa variante.

e) Il consumo di calorie eccessive ha effetti sui livelli di grassi del corpo. Un controllo adeguato in tal senso è in grado di stimolare maggiormente la biosintesi interna dei lipidi.

 

Leggi tutti gli altri Dubbi e Discordanze sul mito del colesterolo su Scienza e Conoscenza n. 52