Calendula in cucina: ricette naturali
La calendula è una officinale che si utilizza anche in cucina. Oltre ad essere usata per le sue proprietà medicinali e cosmetiche, infatti, la si può usare anche in ricette natuali culinarie.

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- Calendula: pianta medicinale e culinaria
- Come riconoscere e raccogliere la calendula
- Ricette semplici con i fiori: insalate, tisane, oli aromatizzati
- Calendula e digestione: benefici tradizionali
- Precauzioni e consigli d’uso
Calendula: pianta medicinale e culinaria
La calendula è una pianta officinale che viene adoperata da secoli nella medicina popolare. Si tratta di una specie nota per le sue proprietà lenitive, cicatrizzanti e antinfiammatorie, utilizzata per alleviare dolore mestruale, infiammazioni della pelle e infezioni.
La calendula è però anche una pianta commestibile che può essere usata come colorante, ad esempio per colorare burro, latte e salse, ma anche per decorare minestre, bruschette e altri piatti.
I capolini della calendula, di un bel colore arancione, hanno un gusto delicato con note che possono ricordare il sapore dello zafferano o dei pomodori essiccati.
Oltre a essere belli, i fiori di calendula sono ricchi di antiossidanti, flavonoidi e mucillagini che possono contribuire al benessere.
Come riconoscere e raccogliere la calendula
La calendula è una piccola pianta erbacea che si può trovare coltivata o spontanea nei campi e nei giardini incolti. Riconoscere la calendula è semplice perché i fiori sono capolini arancioni ben visibili, simili a grandi margherite; è comunque importante non confonderla con altre specie simili, quindi in caso di dubbi, meglio affidarsi a una guida botanica o a un’erborista esperta, oppure acquistare le piante in vivaio o in erboristeria.
I capolini di calendula sono composti da fiori tubulari al centro e fiori ligulati a raggera – volgarmente chiamati petali – disposti in più cerchi concentrici attorno al centro.
I capolini sono la parte della pianta da utilizzare e la raccolta della calendula andrebbe effettuata al mattino presto e in giornate asciutte, scegliendo fiori sbocciati da poco, da prelevare a mano o aiutandosi con piccole forbici o cesoie. Occorre scegliere fiori non rovinati o infestati da insetti, raccogliendoli da piante che crescono lontano da strade, fabbriche, campi coltivati o altre fonti di inquinamento.
Quando si raccolgono le piante è necessario rispettare la natura, evitando ad esempio di rimuovere tutti i fiori dalla stessa pianta e di prelevare più fiori di quanti ne servano.
Una volta raccolti, i capolini possono essere adoperati freschi in breve tempo oppure essiccati all’ombra e in un luogo ventilato, così conservarli a lungo.
Ricette semplici con i fiori: insalate, tisane, oli aromatizzati
La calendula in cucina può essere aggiunta fresca o essiccata alle ricette, per aggiungere colore e una leggera nota aromatica. Dopo aver lavato i capolini, si possono ad esempio prelevare i “petali” arancioni, per poi aggiungerli a insalate di stagione, verdure già cotte, minestre o altri ricette.
Freschi o essiccati, i capolini di calendula possono essere anche usati in ripieni per torte salate o pasta fresca, oppure aggiunti all’impasto di pane, focacce, torte e biscotti. Altra idea è quella di aggiungerli nelle frittate o sulle bruschette.
Uno degli usi più noti della calendula è sicuramente l’infuso. La tisana di calendula si prepara con i capolini essiccati lasciati in acqua calda per una decina di minuti, è un rimedio naturale antiossidante e antinfiammatorio.
L’olio aromatizzato o oleolito di calendula, invece, si prepara coprendo i fiori con olio di oliva e lasciando macerare per 21 giorno al caldo e al buio, mescolando almeno tre volte al giorno. Dopo la macerazione, si filtra e l’olio è pronto per l’uso. L’oleolito di calendula si usa generalmente per affezioni cutanee come rimedio lenitivo e schiarente ma, se preparato con i fiori essiccati, l’olio si può utilizzare anche a crudo su insalate, verdure o piatti a base di cereali o legumi.
Calendula e digestione: benefici tradizionali
Nella tradizione erboristica la calendula è generalmente usata esternamente per i suoi benefici sulla pelle e internamente in caso di malattie influenzali.
Tra le sue proprietà, però, troviamo anche quelle coleretiche, che possono aiutare a migliorare la digestione. I rimedi coleretici, infatti, stimolano la produzione di bile da parte del fegato, favorendo quindi la digestione dei grassi.
La calendula contiene inoltre mucillagini che possono alleviare infiammazioni lievi a carico dell’apparato gastrointestinale e carotenoidi che contribuiscono a proteggere la mucosa gastrica.
Questa pianta ha infine proprietà spasmolitiche che aiutano ad alleviare dolori gastrointestinali legati alla digestione lenta e difficile.
Precauzioni e consigli d’uso
La calendula è una pianta molto sicura, che non presenta effetti collaterali se non in caso di allergia e sensibilità individuale.