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Calendula in cucina: ricette naturali

La calendula è una officinale che si utilizza anche in cucina. Oltre ad essere usata per le sue proprietà medicinali e cosmetiche, infatti, la si può usare anche in ricette natuali culinarie.

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©Foto di mescioglu su iStock

 

Calendula: pianta medicinale e culinaria 

La calendula è una pianta officinale che viene adoperata da secoli nella medicina popolare. Si tratta di una specie nota per le sue proprietà lenitive, cicatrizzanti e antinfiammatorie, utilizzata per alleviare dolore mestruale, infiammazioni della pelle e infezioni. 

La calendula è però anche una pianta commestibile che può essere usata come colorante, ad esempio per colorare burro, latte e salse, ma anche per decorare minestre, bruschette e altri piatti. 

I capolini della calendula, di un bel colore arancione, hanno un gusto delicato con note che possono ricordare il sapore dello zafferano o dei pomodori essiccati. 

Oltre a essere belli, i fiori di calendula sono ricchi di antiossidanti, flavonoidi e mucillagini che possono contribuire al benessere.

 

Come riconoscere e raccogliere la calendula 

La calendula è una piccola pianta erbacea che si può trovare coltivata o spontanea nei campi e nei giardini incolti. Riconoscere la calendula è semplice perché i fiori sono capolini arancioni ben visibili, simili a grandi margherite; è comunque importante non confonderla con altre specie simili, quindi in caso di dubbi, meglio affidarsi a una guida botanica o a un’erborista esperta, oppure acquistare le piante in vivaio o in erboristeria. 

I capolini di calendula sono composti da fiori tubulari al centro e fiori ligulati a raggera – volgarmente chiamati petali – disposti in più cerchi concentrici attorno al centro. 

I capolini sono la parte della pianta da utilizzare e la raccolta della calendula andrebbe effettuata al mattino presto e in giornate asciutte, scegliendo fiori sbocciati da poco, da prelevare a mano o aiutandosi con piccole forbici o cesoie. Occorre scegliere fiori non rovinati o infestati da insetti, raccogliendoli da piante che crescono lontano da strade, fabbriche, campi coltivati o altre fonti di inquinamento.

Quando si raccolgono le piante è necessario rispettare la natura, evitando ad esempio di rimuovere tutti i fiori dalla stessa pianta e di prelevare più fiori di quanti ne servano. 

Una volta raccolti, i capolini possono essere adoperati freschi in breve tempo oppure essiccati all’ombra e in un luogo ventilato, così conservarli a lungo. 

 

Ricette semplici con i fiori: insalate, tisane, oli aromatizzati 

La calendula in cucina può essere aggiunta fresca o essiccata alle ricette, per aggiungere colore e una leggera nota aromatica. Dopo aver lavato i capolini, si possono ad esempio prelevare i “petali” arancioni, per poi aggiungerli a insalate di stagione, verdure già cotte, minestre o altri ricette. 

Freschi o essiccati, i capolini di calendula possono essere anche usati in ripieni per torte salate o pasta fresca, oppure aggiunti all’impasto di pane, focacce, torte e biscotti. Altra idea è quella di aggiungerli nelle frittate o sulle bruschette. 

Uno degli usi più noti della calendula è sicuramente l’infuso. La tisana di calendula si prepara con i capolini essiccati lasciati in acqua calda per una decina di minuti, è un rimedio naturale antiossidante e antinfiammatorio. 

L’olio aromatizzato o oleolito di calendula, invece, si prepara coprendo i fiori con olio di oliva e lasciando macerare per 21 giorno al caldo e al buio, mescolando almeno tre volte al giorno. Dopo la macerazione, si filtra e l’olio è pronto per l’uso. L’oleolito di calendula si usa generalmente per affezioni cutanee come rimedio lenitivo e schiarente ma, se preparato con i fiori essiccati, l’olio si può utilizzare anche a crudo su insalate, verdure o piatti a base di cereali o legumi. 

 

Calendula e digestione: benefici tradizionali 

Nella tradizione erboristica la calendula è generalmente usata esternamente per i suoi benefici sulla pelle e internamente in caso di malattie influenzali. 

Tra le sue proprietà, però, troviamo anche quelle coleretiche, che possono aiutare a migliorare la digestione. I rimedi coleretici, infatti, stimolano la produzione di bile da parte del fegato, favorendo quindi la digestione dei grassi. 

La calendula contiene inoltre mucillagini che possono alleviare infiammazioni lievi a carico dell’apparato gastrointestinale e carotenoidi che contribuiscono a proteggere la mucosa gastrica. 

Questa pianta ha infine proprietà spasmolitiche che aiutano ad alleviare dolori gastrointestinali legati alla digestione lenta e difficile. 

 

Precauzioni e consigli d’uso 

La calendula è una pianta molto sicura, che non presenta effetti collaterali se non in caso di allergia e sensibilità individuale.