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Yoga e Bimbi, quale approccio

Insegnare Yoga è una responsabilità. Insegnarlo ai bambini ancor di più. Non basta infatti essere insegnanti e conoscere le dinamiche dell'età evolutiva per spiegare lo Yoga ai bambini. Tanto meno è sufficiente essere buoni istruttori di Yoga. Occorre lavorare su ste stessi e lasciare che il mondo dei bimbi si esprima in tutta la sua potenzialità.

Yoga e Bimbi, quale approccio

Ormai da anni, diverse realtà in ambito nazionale si prodigano nell'insegnamento dello Yoga ai bambini. Ciò che è importante valutare, in questi frangenti, è la formazione degli istruttori.

Non basta infatti conoscere le dinamiche dell'età evolutiva o, per altro verso, essere istruttori di Yoga qualificati. La commistione Yoga-Bambini è infatti una dimensione a sé.

Partendo dall'assunto che Yoga è Unione, occorre sottolineare che l'Unione in questo caso va declinata in diverse sfumature.
Nel caso specifico dei bambini si tratta di agevolare l'unità, la coesione di gruppo sia tra alunni che tra alunni e insegnanti, di insegnare che il corpo, i pensieri e le emozioni non sono che i diversi aspetti di un'unica individualità.

Ma per ottenere una simile comprensione è fondamentale partire dalle differenti indididualità. Ciascuno di noi nasce con un bagaglio di informazioni che deriva dal genoma per un verso e dal carattere individuale che va formandosi già fin dall'utero materno. E da questo non si può e né si deve prescindere nell'insegnare lo Yoga ai bambini.

Nella nostra esperienza, infatti, l'accoglimento della pratica dello Yoga assume toni, ritmi e flussi differenti tanti quanti sono i bambini in aula.
ecco perché, per esempio, chiedere un'uniformità di respiro, di posture, di atteggiamento mentale sarebbe non solo deleterio di per sé ma anche molto lontano da quanto si dovrebbe fornire al bambino, il quale necessita di prendere coscienza di strumenti "ulteriori" (respiro consapevole, immaginazione, controllo del movimento fisico...) per sentrsi meglio in generale, per vivere in modo più olisticamente sano e consapevole ogni singolo momento della giornata.

Ogni singolo bambino è detentore di un talento innato, che è solo e soltanto suo e che nessun altro esprime allo stesso modo. Sacrificarlo per l'omologazione, per la standardizzazione del gruppo è quanto di più lontano dallo Yoga si possa immaginare.

Un bambino ha già inscritte fin a piccolissimo tutte le proiezioni di se stesso da adulto. Il punto è riconoscere le doti e incentivarlo a esporle senza timore di giudizi o di errori.

Poco importa se non riescono a praticare l'immobilità nella postura del "cadavere" o a stare con gli occhi chiusi per più di 3 secondi. Poco importa se invece di pratiucare una postura si guardano intorno con tanto di occhi, stupiti, meravigliati e pieni di curiosità.

Ciò che realmente ha valore nell'insegnare Yoga ai bambini è osservarli e agevolarne l'individualità affinché si integri con se stesso prima che con il mondo esterno, affinché da adulto non abbia a praticare il confronto costante, rrinunciando a se stesso, ma piuttosto porti se stesso con sicurezza, convizione e rispetto nella società.

Chiunque si conosca, infatti, conosce anche gli "altri". Ed è proprio di qui che nasce il rispetto per tutto ciò che è intorno, umano, animale o vegetale che sia.

 

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