Articolo

Trimarga, i tre cammini dello yoga

Karma yoga, jnana yoga e bhakti yoga: perché dovremmo praticare i tre cammini dello yoga.

trimarga-yoga

Credit foto
©Pop Nukoonrat- 123RF

Yoga vedantino e Tantra

Quanti yoga esistono? Domanda piuttosto complessa, specialmente in tempi in cui ogni giorno nasce un nuovo tipo di yoga, spesso con nome registrato e con tanto di diritti.

Ma, per tradizione, lo yoga si divide anzitutto in due grandi ramificazioni, quella dello yoga di stampo vedantino, e quella dello yoga tantrico.

Entrambi questi approcci contengono al loro interno tutti gli elementi: lavoro fisico, meditazioni, concentrazioni, visualizzazioni, mantra, parte esoterica ed energetica, mitologia e cosmologia, eccetera.

Ciò in cui si differenziano in realtà è l'approccio di base: per lo yoga vedantico l’esperienza di base è quella del purusha, il sé interiore passivo per il quale tutta la manifestazione non è altro che illusione, mentre per lo yoga tantrico, o tantra tout court, è prakriti a rappresentare la base della realtà, e la divinità è racchiusa nel dinamismo che dà vita a tutti gli universi, ed è proprio lì nella materia che va risvegliata.
 

Uno yoga per ogni parte dell'essere

Per una lunga serie di motivi, l’approccio tantrico, complesso e difficile, si è nei secoli corrotto in molte delle sue forme e la gran parte degli yoga di questa epoca ha messo le basi sull’approccio vedantico, che negli ultimi secoli ha prevalentemente assunto cinque forme: hatha yoga, raja yoga, karma yoga, jnana yoga, bhakti yoga.

Le prime due forme sono in realtà ancora connesse con le metodologie tantriche, mentre gli ultimi tre tipi di yoga, considerati oggi yoga separati, erano in origine un tipo di yoga unico ed integrale, chiamato trimarga o triplice sentiero.

L’essere umano si compone principalmente di vari veicoli: il corpo fisico, quello emotivo, quello volitivo e quello mentale. A seconda del suo sviluppo è più appropriato cercare di raggiungere la divinità attraverso uno di questi canali, e per questo le tre scuole si sono separate.
 

Il Karma Yoga

La prima scuola del trimarga è il karma yoga o yoga dell’azione, e rappresenta lo yoga della volontà.

Il suo vangelo è la Bhagavad Gita, nella quale Krishna suggerisce ad Arjuna di sottomettere la propria volontà a quelle del Supremo senza cessare di agire, ma continuando a farlo senza motivazioni personali, senza aspettative e attaccamenti, rinunciando al senso di vittoria o sconfitta, perdita o guadagno, vizio e virtù.

Cessando di giudicare e unendo la propria volontà con quella divina, agiremo sempre in accordo ai disegni del destino più alto e non sporcheremo il nostro karma, non ostacoleremo il dharma.

Il karma yoga e’ una via ardua, fatta di sottomissione attiva che sviluppa le vere qualità dell’anima e permette al praticante di manifestare il proprio vero destino e ruolo nel cosmo, non dettato dalle convenzioni del tempo.
 

Lo Jnana Yoga

Lo jnana yoga è lo yoga della conoscenza. Tramite esso lo strumento mentale viene purificato ed identificato con la mente di luce, quella divina, dandoci la possibilita’ di agire in accordo ad essa.

Generalmente è una via fatta di distacco e ascesi, di allontanamento dalle dualita’, di distanza dalle emozioni. Meditazione e studio dei testi sono alla base di tutto ma non ne rappresentano il cuore.

Il vero jnana yoga è la connessione con la propia verità interiore, con la fonte di una conoscenza vivente e sempre rinnovata, la forma più alta del purusha, in modo da trasformare ogni azione in una meditazione e viceversa.
 

Il Bhakti Yoga

La terza forma di yoga del trimarga è il bhakti yoga o yoga della devozione. Preso da solo, spesso assume la forma di canti e balli, spesso privi di basi logiche o di funzionalità.

Ma il bhakti yoga assume un senso più alto quando unito agli altri due descritti sopra.

Se lo jnana yoga cerca la conoscenza impersonale, pertanto priva di emozioni, con il bhakti yoga si riveste questa infinità di un corpo e di un nome, potendo così approcciare la verità in una forma personale, creando un infinito godimento in ogni azione e forma di conoscenza, lo stesso godimento che si trae da una relazione amorosa.

Ai livelli più alti cesseremo di amare gli dei dei libri e incontreremo il nostro dio segreto, che è al contempo noi e altro da noi, che è la conoscenza e il dharma.

E l’esistenza diventerà un'estasi d’amore che non chiede più di essere risolta.