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Scioglimento dei ghiacci in Groenlandia, la conferma

I ghiacci della Groenlandia potrebbero scomparire prima del previsto: è quanto emerge da uno studio pubblicato su The Cryosphere.

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©Alessandro Ghezzi / 123rf.com

Lo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia riguarda tutti. Ed è un'emergenza per cui non possiamo più voltare l'attenzione altrove. 

 

Uno studio pubblicato ad aprile su The Cryosphere fa luce sui dati eccezionali dell'estate del 2019 e paventa uno scenario preoccupante per il prossimo futuro sull'innalzamento dei mari a livello globale. 

 

Lo scorso agosto la Groenlandia, stando alle stime riportate dallo studio in questione, si sarebbe superato ogni record: con circa 600 miliardi di tonnellate di ghiaccio perso da quello che possiamo considerare essere l'impianto refrigeratore del pianeta, hanno contribuito all’innalzamento globale dei mari per il 40%.

 

Una quantità esorbitante di neve, infatti, si è liquefatta a causa delle temperature che hanno superato lo zero dando vita ad una situazione preoccupante che non era prevista prima del 2070.

 

Perché si è incrementato lo scioglimento

Stando allo studio, la perdita di una tale massa glaciale è stata causata da una dinamica particolare della circolazione atmosferica, ovvero da un’anomala condizione di alta pressione anticiclonica che si è abbattuta sulla Groenlandia non solo ad agosto 2019, ma per interi lunghi periodi durante tutto l’anno.

 

Ma non è tutto. La presenza del bel tempo e di temperature sopra lo zero durante la stagione estiva, infatti, sono state letali per i ghiacciai perché li hanno privati della difesa riflettente della coltre di neve, favorendo di fatto anche un maggior passaggio dei raggi solari. 
 

I fattori che hanno aggravato la situazione

Dallo studio, dunque, è emerso come una molteplicità di elementi diversi abbia contribuito ad ottimizzare l’assorbimento di calore, incidendo negativamente sullo scioglimento del ghiaccio. 

 

In agosto 2019, infatti, c’è stata un'ondata di calore importante, ma al tempo stesso non si sono formate nuvole e non è caduta una quantità sufficiente di neve. Senza contare che anche nelle zone caratterizzate da una maggiore presenza di maltempo (come ad esempio quelle settentrionali del Paese) si è comunque creata una cappa caldo-umida che non ha garantito le precipitazioni, generando di contro un nocivo “effetto serra” locale. 

 

Cosa ci si può aspettare in futuro

Secondo gli autori del documento, dunque, i modelli attualmente applicati ai pronostici sulla fusione dei ghiacci sono di fatto lacunosi perché non hanno tenuto conto di queste particolari anomalie. A tal proposito, i ricercatori ritengono che una stima più attendibile dovrebbe quindi “aumentare la proiezione sulla perdita di massa superficiale per un fattore di 2”.

 

In altre parole, alcuni elementi fanno ipotizzare che i ghiacci della Groenlandia si stiano liquefacendo al doppio della velocità calcolata fino ad oggi. Con l’ulteriore aggravante che simili congiunture atmosferiche possano riverificarsi in futuro con una frequenza addirittura maggiore.