News

Anidride carbonica: la neutralità della Valle d'Aosta

Tra le regioni italiane, la Valle d’Aosta si può già fare vanto di aver sostanzialmente raggiunto la carbon neutrality.

valle-aosta

Credit foto
©estivillml / 123rf.com

Carbon neutrality, la sfida dell’Unione europea

Carbon neutrality: è questa la parola d’ordine che guiderà le politiche di istituzioni e aziende nei prossimi decenni. La Commissione europea si è giocata la sua credibilità politica su questo, perché ha promesso di diventare il primo Continente carbon neutral, entro il 2050.

 

Ma cosa significa, nello specifico? Spesso si sente parlare, impropriamente, di “azzerare le emissioni”. In realtà, si azzerano le emissioni nette: ciò significa che i gas serra emessi nell’atmosfera per via delle attività antropiche (agricoltura, industria, edifici, trasporti ecc.) sono equivalenti a quelli rimossi nello stesso periodo di tempo dalle foreste, dagli oceani o da tecnologie di stoccaggio della CO2.

 

L’esempio della Valle d’Aosta

Anche l’Italia dovrà accettare questa sfida. Rispetto al 1990 le emissioni totali di gas serra sono diminuite del 19%, arrivando nel 2019 a 418 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Ma la strada da percorrere è ancora lunga.

 

Un territorio particolarmente fortunato da questo punto di vista è quello della Valle d’Aosta. Nonostante le sue emissioni pro capite siano leggermente superiori alla media nazionale, infatti, l’assorbimento da parte delle foreste e la forte produzione di energia idroelettrica le compensano abbondantemente. A tal punto da poterla sostanzialmente definire come carbon neutral, già oggi. 

 

È quando dichiara Luca Franzoso, coordinatore del dipartimento Ambiente della Regione, nel corso di un intervento riportato dal TG Regionale.

 

Il piano regionale di mitigazione e adattamento

Oltre alla fortuna, deve entrare in gioco anche la volontà politica. È per questo che la regione ha predisposto un suo piano di mitigazione dei cambiamenti climatici, cioè di riduzione delle emissioni di CO2: per il 2040 sono previste azioni mirate su trasporti e riscaldamento, responsabili di più del 60% dei gas serra riversati in atmosfera, mentre intervenire su industria e agricoltura sarà più complesso. 

 

L’adattamento, invece, consiste negli interventi che rendono il territorio più resiliente. La strategia della Valle d’Aosta prevede – tra le altre cose – di rivedere le concessioni per l’uso di acqua da parte dell’agricoltura e dell’energia, realizzando al tempo stesso nuovi bacini di accumulo. 

 

O ancora, di attirare in montagna persone che lavorano da remoto e preferiscono ritmi più lenti e sostenibili. Oppure di diversificare l’offerta turistica puntando di più sulla stagione estiva e sulle destinazioni a quote minori, per non restare vincolati a una neve che ormai scarseggia.