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L'ecologia della comunicazione

Comunicare è una parola che viene dal latino, da communis, communicare, ovvero mettere qualcosa in comune, passare qualcosa da uno all'altro. L'ecologia della comunicazione mira a rendere questo passaggio il più armonioso possibile, evitando i classici e frequenti communication breakdown, cortocircuiti comunicativi. Scopriamo insieme perchè comunicare non è poi una cosa così scontata...

L'ecologia della comunicazione

L’ecologia della comunicazione: premessa planetaria

Nessuna specie nel nostro pianeta vive in completo isolamento: ogni specie interagisce come minimo con un’altra specie e il nostro benessere è legato al benessere del pianeta. Da molto tempo è noto che altre forme di comunicazione, oltre a quella costituita dal linguaggio, esistono e sono possibili. Per esempio attraverso la gestualità e il linguaggio del corpo, il movimento, si pensi alle danze delle api, oppure attraverso altri fattori, come i feromoni usati dagli insetti o da altri animali. Addirittura si è scoperto che anche i funghi e i batteri, attraverso un fenomeno chiamato Quorum Sensing, ovvero una chimica della comunicazione, fatta di bioluminescenza e di composti prodotti solo attraverso l’interazione di alcuni microbi, possono parlare tra loro. Inoltre lo studio della comunicazione diventa importante durante lo studio dell’esistenza, dell’ecologia, dell’evoluzione.

Evoluzione, ecologia, scienza della vita sono fattori strettamente connessi tra loro. Il genetista e biologo Theodosius Dodzhansky sosteneva che “Niente in biologia ha un senso, se non in chiave evolutiva”; è chiaro quindi che esistono senza dubbio modi di comunicare diversi tra loro, e che in modi altrettanto diversificati hanno contribuito all’evoluzione delle varie specie. L’ecologia della comunicazione punta proprio su questo, sullo studio delle comunicazioni tra le varie specie, esseri umani inclusi, e sullo studio di un argomento tanto affascinante quanto complicato come è il comunicare, sempre in evoluzione, impattante sull’ecologia e sul sistema pianeta, al fine di assicurare un benessere naturale per tutti.

 

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Pino de Sario, Jerome Liss e l’ecologia della comunicazione

Lo psicologo sociale, formatore consulente di comunicazione Pino de Sario ha voluto applicare questi studi sull’ecologia del comunicare specificamente alla comunicazione interpersonale, tra gli uomini. Il suo testo “L’ecologia della comunicazione” mira a illustrare i vari approcci alla comunicazione, esaminando tre punti chiave il ruolo del corpo, il disagio nel comunicare, i fraintendimenti che possono nascere. Essere ecologico nel comunicare significa essere in contatto e in sintonia, mentre si comunica, con tre fattori: il soggetto che manda il messaggio, il ricevente, infine tutto ciò che c’è attorno, l’ambiente circostante. Lo stesso Pino de Sario ha avuto un grande maestro, il newyorkese, italiano di adozione, Jerome Liss.

L’intuizione dell’ecologia della comunicazione la si deve infatti a lui, al professore Jerome Liss. Jerome Liss, classe 1938, nato a New York, si laurea in medicina all’Albert Einstein Medical School, Bronx, New York e si specializza nel 1968 in psichiatria presso Residenza Psichiatrica, Centro di Salute Mentale del Massachussets, è consulente per le Nazioni Unite del World food program ed è fondatore e responsabile didattico della Scuola italiana di biosistemica. L’intuizione di Liss è stata quella di aver avvicinato e connesso tra loro gli aspetti dell’ecologia con quelli della comunicazione, al fine di rendere i primi applicabili e atti a sviluppare una comunicazione efficace, creativa, positiva.

 

Come lo stesso Liss ha spiegato, in ecologia abbiamo un’interazione tra organismi diversi e complessi e l’ambiente circostante: quest’ultimo è rispettato affinché vi possa permanere uno stato di armonia. Così, allo stesso modo, dovrebbe avvenire tra gli uomini. Per farlo è importante attivare forme di comportamento all’interno del gruppo che prevedano la libera esposizione delle proprie idee in armonia e rispetto nei confronti del gruppo stesso e con il suo progetto globale. Se in ecologia domina un’idea di crescita e di sviluppo lungo la direzione dell’evoluzione, così anche all’interno di un gruppo si può perseguire una via di sviluppo che si identifica nella maggiore capacità di pervenire a risultati concreti ed efficaci. Stiamo riassumendo così il concetto che sta alla base dell’ecologia della comunicazione: in sostanza l’ecologia funge da modello per la sua applicazione pratica, la comunicazione.

 

L’ecologia della comunicazione nella pratica: i corsi di counseling

L’ecologia della comunicazione ha un’applicazione pratica molto importante, che ultimamente sta prendendo piede in più realtà italiane, per esempio all'interno dei corsi di counseling. Per tutte quelle persone che della comunicazione ne fanno il loro pane quotidiano, insegnanti, giornalisti, psicologi, mediatori, si stanno attivando da tempo dei corsi di formatori e counseling, proprio sulla base di concetti quali l’ecologia della comunicazione, corsi validi per chiunque voglia portare avanti un percorso di crescita anche in questa direzione.

Questi corsi mirano a far capire ai partecipanti quanto sia importante “sbrogliare i fili” della matassa comunicativa, per evitare malintesi, fraintendimenti, passaggi logici disfunzionali che possono persino rendere le vita di ognuno disumana, brutale e inutilmente complicata. Senza contare gli infiniti malintesi e fraintendimenti, che fanno comunque parte della comunicazione ordinaria a vari livelli, e le ferite che la comunicazione interpersonale può comportare: l’importanza di questi corsi risiede anche nel cercare di capire come affrontare queste cose e gestirle positivamente. Per tornare a Pino de Sario, concludendo con le se stesse parole, è importante dunque comprendere per comprendersi: “La crescita personale è un percorso irto che ci espone a fatica e durezze (…) Ho imparato solo dopo tanto tempo che crescere è ammorbidirsi, allentare le presunzioni, mollare la presa decisa sulla vita come presa ansiosa e aggressiva. Sto lentamente comprendendo che la vita ha, nel profondo e nella vulnerabilità, i migliori tesori e le migliori zone di crescita e avanzamento.”

Immagine | Klearchosguidetothegalaxy