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La simbologia del teschio e i molti livelli della Mente

Contiene il cervello, è generalmente associato all'idea della Morte, Amleto lo contempla nel bivio tra essere e non essere. A tu per tu con la nostra calotta cranica e con tutta la simbologia che porta con sé

La simbologia del teschio e i molti livelli della Mente

Ripercorriamo innanzitutto le diverse aree del cervello con le rispettive funzioni. Il lobo destro è genericamente associato al femminile; fulcro di creatività, intuizione, visione di unione olistica, padrone del linguaggio simbolico e deposito di conoscenza. Il lobo sinistro ha un'essenza analitica, logica, lineare, specifica, si collega al linguaggio verbale, al pensiero critico. 

Come sappiamo, il campo visivo è incrociato; il destro viene percepito nel lobo sinistro e il campo visivo sinistro nel lobo destro. Già gli Amerindiani, i Celti, i Vichinghi e altri popoli antichi avevano perfetta conoscenza dell'anatomia del cranio. Per esempio, avevano capito la funzione di separazione della cartilagine tra i due emisferi e attribuivano ad essa una funzione molto importante. Questa cartilagine fibrosa è a forma di lana di falce e il cranio si compone di 8 ossa piatte a livello occipitale, parietale, frontale, temporale, sfenoide, etmoide. Gli Indiani d'America rivedevano in questa struttura a 8 un disegno con forte carica simbolica, in accordo con l'armonica "Legge delle Ottave", insegamento importante e vitale della Ruota di Medicina.  

Alawn Tickhill, sciamano inglese dei nostri giorni, nel suo libro Apogeton, paragona il cervello umano a un computer con 8 circuiti e a un sistema di memoria olografica; quattro di questi circuiti sarebbero deputati alle attività basilari dell'esistenza umana, mentre altri quattro si legano alle funzioni più "psichiche", come intuizione, telepatia, chiaroveggenza, la chiaroudienza, la capacità di guarire. Questo ambito è appannaggio della Mente Profonda, mentre il circuito dei pensieri "terrestri", basilari, è proprio della Mente Cosciente. Ora, la Mente Profonda era la guida del Nativo. Quando ci si muove con la consapevolezza che tutto intorno a noi è "vivente", non si è molto distanti dall'Indiano d'America. Questa prospettiva insegna a mettersi in comunicazione con ciò che è intorno, porta ad agire attraverso i circuiti della Mente Profonda fino a raggiungere un contatto intenso con il proprio essere.  

 

Una Mente, tante Menti 

Se torniamo alla strutturazione della mente scopriamo che la Mente Superficiale è quella che ragiona, che analizza le impressioni immagazzinate attraverso i cinque sensi. La Mente Cosciente è invece quella attraverso cui eseguiamo tutte le azioni conscie. Subito sotto troviamo uno strato più spesso: la Mente Soggettiva. Immaginatela come un immenso archivio tanto di esperienze quanto di schemi, condizionamenti. In altre parole, si potrebbe dire che la Mente Soggettiva è la "culla delle programmazioni", la banca dati di ciò che ci è stato trasmesso e che abbiamo incamerato. Molti disturbi, come tensioni nervose, forme di ansia o di allergie possono essere la risultante manifestazione delle sensazioni o dei ricordi accumulati in questa area. Quando dormiamo la Mente Soggettiva opera abbondantemente, mentre la Mente Cosciente è in riposo.

Se scendiamo ulteriormente, troviamo la Mente Subconscia. Qui nascono le soluzioni creative, qui si trova il "serbatoio magico" presente in ciascuno e custodito in miti, fiabe e leggende. Al di là del Subcosciente si trova la Mente Inconscia. Non ha mai riposo, regola il metabolismo, gestisce la chimica del corpo, governa le funzioni. In sintesi, è la centralina della "macchina" del corpo fisico.

Scendiamo al centro caldo della Mente, quasi dovessimo toccare il cuore caldo del pianeta. Ecco che troviamo il Superconscio, il canale con la Mente Universale, il veicolo di comunicazione con il Grande Spirito. 

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Zero e cosmologia circolare 

Il teschio per gli Amerindiani è legato al concetto del grande Cerchio dell'Esistenza. Questo Cerchio tutto in sé contiene. E in esso tutto torna. Attraverso il Cerchio gli Amerindiani capivano il Cosmo, i misteri della vita, il singolo; mediante questa forma si connettevano con i medicamenti offerti dalla Natura. 

Un altro parallelo può essere tracciato rispetto alla nozione di Zero degli Indiani Maya, che avevano conquistato questo concetto numerico molto tempo fa. Un'idea che apparentemente racchiude il Nulla, ma che concretamente accoglie il Tutto. Il simbolo associato era per loro quello della conchiglia vuota. Sibley S. Morril scrisse un articolo nel 1968 per The Indian Historian: in sintesi, in questo articolo l'autore spiega che nel sistema Maya la mandibola stava ad indicare il numero dieci, mentre le altre aree di divisione del cranio rappresentavano le cifre da uno a nove. Queste cifre erano associate anche a suoni e più che un valore quantitativo, avevano un valore qualitativo.

Infine, nella simbologia il cranio è il simbolo del vaso di trasformazione.

Ed è così, realmente, in senso evolutivo. Possiamo variare le situazioni, tentare di rompere meccanismi poco produttivi ed utili. Tanto più efficace sarà questo cambiamento se la mente opera in accordo con il cuore.