Intervista

Nutrizione e naturopatia. Intervista a Veronica Pacella

Quando la nutrizione e la naturopatia camminano insieme tracciano un sentiero che vale la pena percorrere a nostra volta. Non si sa mai, lungo la strada, potremmo sfatare qualche mito. Lo abbiamo fatto insieme alla Dott.ssa Veronica Pacella

Nutrizione e naturopatia. Intervista a Veronica Pacella

Quando la nutrizione e la naturopatia camminano insieme tracciano un sentiero che vale la pena percorrere a nostra volta. Non si sa mai, lungo la strada, potremmo sfatare qualche mito.

Per questo abbiamo posto alcune domande a Veronica Pacella, Dottoressa in “Scienze dell’ Alimentazione e Nutrizione Umana” (Università degli Studi di Perugia), qualificata come “Esperto in Metodologia e Applicazioni della Ricerca Biomedica in ambito Nutrizionale”. Dopo la laurea consegue il diploma triennale di “Naturopatia Tradizionale”, Libera Università Italiana di Naturopatia Applicata – Istituto Rudy Lanza.

Naturopata iscritta alla F.N.N.H.P. (Federazione Nazionale Naturopati Heilpraktiker Professionisti) e nutrizionista iscritta all’O.N.B (Ordine Nazionale dei Biologi).

Recentemente, sempre all'interno del suo costante e appassionato percorso formativo in naturopatia, ha avuto modo di approfondire la correlazione fra problematiche gastriche, intolleranze alimentari, Australian Bush Flower Essence con interpretazione iridologica dei casi trattati.

 

Ci ha colpito - La domanda posta da Ade sulla soglia del regno dei morti sarà semplice. Non “Chi sei stato?” ma “Che cosa hai lasciato passare attraverso di te?” -  Christiane Singer, citazione che ha messo in cima alla pagina dedicata al suo percorso di studi nel suo sito personale. Come mai questa scelta?

Perché trovo che la frase rappresenti molto la mia essenza.

Il mio percorso di studi ma anche di ricerca spirituale è orientato al benessere: aiutare agli altri a ritrovare il proprio equilibrio, fisicamente ma anche emotivamente.

In una società che riflette spesso un’immagine superficiale di sé, è importante distinguere chi siamo veramente da quello con cui, invece, ci identifichiamo. Oggi, dove la salute fa spesso rima con business, è ancora più importante informare correttamente le persone ed aiutarle a trovare la strada più adatta a loro, accompagnandole verso un completo benessere psico-fisico. 

 

La relazione con gli altri è una forma di nutrimento pari al cibo?

Le relazioni umane ci permettono il confronto e la crescita, ci arricchiscono, ci nutrono. Si potrebbe dire che il cibo faccia lo stesso: il neonato comincia ad esplorare il mondo avvicinando gli oggetti alla sua bocca. Sia le relazioni che il cibo, però, se vissuti in chiave “distorta”, possono assumere una valenza diversa e assumere le forme di una distanza che prendiamo da noi stessi.

 

Nel Maggio 2009 si laurea con la votazione di 110/110 e lode e con la tesi “Bone and Fat: Old Questions, New Insights”, dimostrando una correlazione tra la lipotossicità indotta dal tessuto adiposo viscerale sregolato ed il tessuto osseo. Ci può illustrare orientativamente l'argomento fondante della tesi?

Durante il corso di laurea ho studiato molto approfonditamente la Sindrome Metabolica: un cluster di anomalie che comprendono elevata glicemia a digiuno, iperinsulinemia, pressione alta, basso colesterolo HDL, ipertrigliceridemia e aumento della circonferenza della vita.

Nella Sindrome Metabolica riveste un ruolo molto importante il tessuto adiposo viscerale, perché un “adiposopatia”, cioè un tessuto adiposo sregolato, porta ad uno stato di lipotossicità che coinvolge organi quali cuore, muscoli, fegato e pancreas.
Le cellule del tessuto adiposo (adipociti) e quelle del tessuto osseo (osteoblasti, che formano nuovo tessuto osseo) derivano dallo stesso “progenitore”: le cellule staminali mesenchimali (MSC).

Durante la tesi dimostro che, attraverso l’infiammazione e l’invecchiamento, la differenziazione delle MSC va verso una maggior produzione di adipociti e una minor produzione di osteoblasti, con il risultato che aumenta il tessuto adiposo e diminuisce quello osseo. Inoltre, un eccesso di grassi saturi influenza questa differenziazione in negativo. La tesi si conclude affermando che l’osteoporosi potrebbe considerarsi una manifestazione della sindrome metabolica. Questa correlazione è poi diventata oggetto di studio da parte di alcuni professori che hanno assistito alla discussione della mia tesi, che, per complessità e novità d'argomento, mi è valsa la lode!

 

Le malattie dismetaboliche possono essere legate allo stile di vita o il fattore che incide maggiormente è quello ereditario?

Oggi si parla molto di ereditarietà. Indubbiamente il fattore ereditario è presente, ma credo che sia soprattutto lo stile di vita a fare in modo che una predisposizione genetica si manifesti.

 

Molti nutrizionisti, come ad esempio Hervé Grosgogeat, raccolgono diabete, Alzheimer, Parkinson, e altre patologie sotto la definizione di "infiammazione silenziosa", evidenziano un legame tangibile con l'alimentazione e indicano alimenti che non siano pro-infiammatori. Cosa ne pensa?

Penso che l’alimentazione di oggi sia un vero e proprio campo minato! Dalla mia esperienza ho notato come il corpo risponda in modo diverso alla minima variazione di un cibo piuttosto che di un altro, tanto più se questo è un cibo pro-infiammatorio. E oggi, sulle nostre tavole, ce ne sono davvero tanti! Per questo una corretta educazione -e informazione- alimentare è fondamentale!

 

In molti casi chi fa sport si trova a seguire diete mono-obiettivo: incrementare l'apporto proteico per metter su più massa muscolare. Il risultato spesso è: più tossine da smaltire. Può dirci qualcosa su questo mito della proteina? 

Quello della proteina rimane, appunto, un mito. Seguo degli sportivi a cui ho eliminato gli integratori proteici (avete mai letto le loro etichette!?) ed elaborato un’alimentazione adatta alla loro costituzione ridimensionando l’eccessivo apporto proteico per salvaguardare il lavoro di organi importantissimi come il fegato e i reni.

Hanno migliorato le prestazioni e incrementato la massa muscolare, avvertendo allo stesso tempo una maggior sensazione di benessere. Questo dimostra come l’organismo, in condizioni ottimali, sia in grado di rispondere sempre nel modo giusto!

 

Lei ha scritto anche circa un altro falso mito, il mito delle calorie. Il fulcro su cui ruota il suo interessante articolo poggia su una domanda: è sufficiente un semplice ragionamento con addizioni e sottrazioni delle calorie per spiegare un meccanismo complesso come il dimagrimento? Le chiediamo se sì o, eventualmente, perché no.

No, non è sufficiente, soprattutto perché, oltre al ragionamento basato sul calcolo calorico che spiego nell’articolo, il dimagrimento fa parte di reazioni complesse che avvengono nell’organismo. E’ importante riflettere sul fatto che il sovrappeso è il risultato di uno squilibrio proveniente da cause diverse.

Il dimagrimento fine a se stesso quindi non porta a nulla se non ad un lavoro superficiale e, spesso, anche dannoso.  Nel tessuto adiposo, infatti, vengono depositate tossine che, se non smaltite adeguatamente, tornano in circolo e possono finire per depositarsi in organi ben più importanti.

 

Prendiamo il caso di uno sportivo che voglia seguire una dieta per reintegrare sali minerali persi con il sudore. Cosa non deve assolutamente mancare?

La dieta nello sportivo, per un professionista che lavora sfruttando il potere nutrizionale e metabolico degli alimenti, è molto complessa ed è costruita sulle sue caratteristiche costituzionali. Per cominciare consiglio sempre una bevanda energizzante “fai da te” che, a differenza di quelle in commercio, ha il vantaggio di essere naturale e quindi ricca di sali minerali e vitamine prontamente biodisponibili da reintegrare.

Si prepara con la spremuta di un pompelmo e un limone, un po’ di miele e un pizzico di sale. Oppure si può abbinare una spremuta d’arancia e una banana. 

 

Ha letto The China study? Cosa ne pensa?

Non ho ancora avuto modo di leggere The China Study, me ne hanno parlato. In ogni caso, sono convinta che un’alimentazione basata prevalentemente su alimenti di origine vegetale, con il giusto apporto di nutrienti, abbia un ottimo effetto sulla nostra salute.

 

Prima di lasciarci, le chiediamo tre accorgimenti alimentari per vivere bene la primavera e fluire dolcemente verso l'estate.

La primavera è la stagione del rinnovamento durante la quale si butta via il vecchio per fare spazio al nuovo. L’organismo, apparentemente più stanco, in realtà si sta liberando delle tossine e degli scarti accumulati durante l’inverno. Possiamo accompagnarlo in questa depurazione preferendo cibi ricchi di vitamine e sali minerali, inserendoli nella nostra alimentazione  con circa 5 porzioni fra verdura, semi e frutta fresca, tutto rigorosamente di stagione.

Si possono inoltre abbinare delle tisane depurative, dietro consiglio del nostro erborista di fiducia, da bere a colazione e durante la giornata.

Ultima, ma non per importanza, una sana attività fisica: il movimento è un vero toccasana per l’organismo, favorisce l’eliminazione delle tossine e la produzione delle endorfine, le molecole del buon umore!